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Questi è il giovanissimo nazionale argentino Diego Armando Maradona: ha diciassette anni e pare che il Torino l’abbia bloccato, attraverso Radice, in vista di un’eventuale riapertura totale delle frontiere.” Così recita la didascalia della foto che potete ammirare qui a fianco e che comparve sulla prima pagina della cronaca sportiva di un noto quotidiano torinese nei primi mesi del 1978. Maradona è intento a palleggiare con la maglia dell’Argentinos Junior, la squadra in cui è cresciuto calcisticamente e di lui si parla già come una stella del calcio. Da lì a poco si giocheranno i Mondiali di calcio in Argentina e si dà quasi per scontata la sua presenza con la maglia biancoceleste della Selecion nonostante la giovanissima età. Questo non accadde perché solo all’ultimo l’allenatore della Nazionale Luis Menotti decise di optare per giocatori più esperti. Il resto è storia del calcio. Mi riTORni in mente, caro calcio mercato, in giorni in cui i quotidiani sportivi parlano delle trattative in corso su attaccanti che dovrebbero approdare al Torino: dal bomber argentino Denis, detto El Tanque, agli italianissimi Pozzi, Cacia e Acquafresca. Manca qualcosa, però, oltre ai nomi poco altisonanti. E’ vero che Maradona non indossò mai la maglia del Toro; anzi alla riapertura delle frontiere nell’80 giunse dall’Olanda Michel Van de Korput, la riserva in Nazionale di Krol e qualche anno più tardi Patricio Hernandez, la riserva in Nazionale di Maradona, ma erano comunque notizie che suscitavano emozioni e che facevano sognare. Ora, sfogliamo le pagine di giornale un po’ più stanchi e disillusi, probabilmente perché stremati da trent’anni di scoop giornalistici poco attendibili, forse perché sicuri che il campione possa arrivare solo se a fine carriera e imbolsito. In attesa di nuove più confortanti, ci divertiremo, comunque, a ricordare tutte le volte in cui il nostro amato Torino arrivò ad un passo dal talento straniero. Rivivremo anche i motivi per cui questo miracolo non si realizzò, ricorderemo chi giunse al suo posto, ed inoltre ripercorreremo insieme anche i casi rari in cui il campione scelse di giocare sotto la Mole, sponda granata naturalmente. Tornando a Maradona, questi non arrivò mai a giocare a Torino e probabilmente né lui, né i suoi procuratori seppero mai dell’interessamento dei granata, perché a seguire le prodezze calcistiche del Pibe de Oro c’erano grandi club europei. Il campione argentino dopo una breve parentesi al Boca Juniors di Buenos Aires fu acquistato dal Barcellona del presidente Nunez. Correva l’anno 1982 e in Spagna si erano da poco conclusi i campionati del Mondo che videro trionfare l’Italia di Bearzot. Gli azzurri eliminarono i favoriti del Brasile e i campioni uscenti dell’Argentina capitanata proprio dal cresciuto Maradona. Tra alti e bassi si conclusero poi i rapporti con il club spagnolo ed ebbe inizio la favola del calciatore più forte al mondo con la maglia del Napoli dell’allora presidente Corrado Ferlaino. Negli ultimi anni sino ad arrivare ai giorni nostri, “la mano de Dios”, come venne ribattezzato Dieguito dopo aver battuto l’Inghilterra con un gol segnato con la mano durante la Coppa del Mondo del 1986, ha trovato ricovero in diverse cliniche private, tra Cuba e l’Argentina, per seguire terapie riabilitative del corpo e dell’anima e per disintossicarsi dagli abusi di droghe e alcool.
PS: Si ringrazia il tifosissimo Vittorio Pirone per la gentile concessione della foto tratta dal suo archivio storico.
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