mondo granata

Marassi,1971

Marassi,1971 - immagine 1
di Marco Peroni
Redazione Toro News

Ho preso la chitarra…E suono per te…

- Ma tu canti sempre? La mamma dice che canti bene. Vuoi fare il cantante da grande?- Perché non canti con me, piccolo ometto? Dai, stammi dietro…

Il tempo di imparare…Non l’ho e non so suonare…Ma suono per te.

- Sì, questa è la foto di Giorgio con la Coppa del 1971 al cielo. – disse l’oste - L’ho fatta ingrandire così la gente che entra in questo locale la vede come prima cosa. Non si sa mai che ci scappi qualche gobbo…. Da queste parti qualcuno di troppo c’è… purtroppo.Il ristorante era sbucato fuori quasi all’improvviso da un’arcata di pietra, nel paesino ligure di montagna, nel quale l’uomo e la madre avevano deciso di fermarsi.- Temo che ci siamo persi. Siamo di passaggio. Però se avessimo saputo che qui c’era una trattoria granata saremmo venuti prima, vero? – l’uomo si girò verso la madre, che dal momento del loro ingresso si era seduta e non aveva parlato.- Che hai, non ti senti bene?- Un capogiro, ora mi passa…L’oste era un uomo tra i cinquanta e sessanta. Portava quelli che una volta erano stati lunghi capelli legati dietro la testa in un codino.- Un bicchier d’acqua, signora? E’ sicura di star bene?- …Sì, tutto bene, grazie -gli rispose la donna alzando appena gli occhi segnati e abbozzando un sorriso.- Ma lei non è ligure, dunque? – chiese l’uomo all’oste- No, anche se sono tanti anni che non torno a Torino, dove ho passato la mia gioventù… guardi, guardi queste foto… - mostrò all’uomo un’intera parete di foto e cimeli granata, risalenti perlopiù alla fine degli anni ‘60. - All’epoca ero molto conosciuto allo stadio. Mi chiamavano “il Cantautore”, perché portavo sempre la mia chitarra allo stadio, quella che vede appesa lassù … Eh, erano altri tempi se davvero si poteva entrare con una chitarra!L’uomo indicò lo strumento, appeso in alto, sul quale moltissimi anni prima doveva essere stato scarabocchiato “Forza Toro” con un pennarello nero.- Questa è ancora una foto di Giorgio…. Qui c’è Pulici giovanissimo. Questa è un’altra foto di quella finale di Genova… oddio quanti anni sono passati… ma accomodatevi, ora, accomodatevi. C’è tempo per parlare e io parlo sempre volentieri con tutti, basta che non siano juventini. Cosa gradite per primo?

Chiacchierarono con l’oste per tutto il pranzo, per lo più del Toro e dei cimeli che si trovavano in quella stanza, mentre la donna continuava a rimanere in silenzio.Al momento del caffé l’uomo si scusò e uscì dal locale per andare a recuperare il cellulare in macchina.Quando l’uomo fu fuori, l’oste si alzò e si diresse nuovamente verso il muro dei cimeli.- Questa è la mia foto più cara, anche se la tengo un po’ in disparte…L’oste staccò dal muro una piccola cornice, all’interno della quale era sistemata una vecchia foto in bianco e nero.Rimase a guardarla continuando a dare le spalle alla donna.- Anche questa è stata scattata quel giorno, il giorno dello spareggio di Genova. I rigori contro il Milan…

- …Tienimi la mano, tienimela stretta. Ha portato bene fino ad ora. Se Castellini para anche questo è fatta… -- Ho paura, non voglio guardare…- Devi guardare…Dai, bambina granata, che se vinciamo ti porto con me in capo al mondo…- Tu sei pazzo, Cantautore…

Si fermò per un attimo, con un sorriso amaro sulle labbra.- E’ stata scattata una frazione di secondo dopo la vittoria, dopo l’ultimo rigore… Dovevamo essere qui, più o meno. In questa macchia di folla, io e lei… Avevo un amore in quei giorni… Avevo un grande amore.

 

La prima cosa bella, che ho avuto dalla vitaE’ il tuo sorriso giovane, sei tu…

 

- Era una gran bella ragazza. Come quelle che c’erano in quegli anni. Aveva una gran voglia di vivere, non posso dimenticarlo.L’oste si spostò verso la porta finestra dalla quale si vedeva il mare in lontananza, sempre stringendo la fotografia. - Fu un incontro casuale. Io uscivo dallo stadio e lei era a passeggio col suo bimbo… Quella ragazza aveva un bellissimo bimbo biondo, sa? Lui aveva visto la mia chitarra ed aveva esclamato “Guarda mamma! Una tartaruga! Era nato tutto così…

Doveva essere separata da poco, almeno credo che così fosse. Oramai sono passati così tanti anni che…, comunque me ne innamorai come un bambino. Aveva qualche anno più di me e io la trovavo irresistibile. Cominciai a frequentare lei e il piccolo. Ovunque ci fossero loro, c’ero anch’io, trascinato dal mio Maggiolino. Non so quanto durò. Forse solo qualche mese.Andavo a trovarli a Varazze, dove trascorrevano le vacanze, sempre in compagnia della chitarra. Quante canzoni in quei giorni! Le sapevo tutte… c’era Pensieri e Parole, c’era My sweet lord, Che sarà, We shall dance e tante altre. Ma a quel bimbo ne piaceva solo una e io gliela cantavo sovente, ma le parole erano tutte per la mamma…

La prima cosa bella, che ho avuto dalla vitaE’ il tuo sorriso giovane, sei tu…

- Allora, ti piace? E’ dell’anno scorso, ma è sempre bella... dimmi bambina, vero che questo ometto verrà su del Toro? Non giocarmi scherzi, eh?

…Lei sulle prime era rimasta sulle sue. L’esperienza era ancora troppo recente, pensavo. Lei non diceva ed io non chiedevo. Credo che piano piano la mia compagnia avesse cominciato a farle piacere. Così una sera ci ritrovammo abbracciati, nel mio Maggiolino. Eh sì –sorrise l’oste dopo una breve pausa, sempre tenendo lo sguardo perso nel vuoto - Quelli erano anni bellissimi per innamorarsi…chi lo sa? Forse c’era una magia particolare che ti faceva dire “ti amo” senza vergognarti… Ma… mi scusi, io sono qui a parlare dei fatti miei e la sto sicuramente annoiando… - esclamò l’uomo senza mai incontrare lo sguardo della donna seduta al tavolo.- No… continui la prego… continui. Me ne parli ancora… - l’ultima parola era stata quasi soltanto un sussurro.- Cosa posso dire… - riprese l’oste – io ero sfegatato granata, come lo era stato mio padre e riuscii anche a portarla a vedere una partita… non mi ricordo neanche quale fosse a dire la verità,. L’avevo vista ridere e scatenarsi come non mai quel giorno… Le dissi che volevo andare via. Ero giovane, avevo poco più di vent’anni, passavo da un lavoro all’altro, ma continuavo a dirle che volevo andare via con lei. Che volevo farle vedere il mondo… l’Irlanda era il paese che volevo vedere, volevo vedere l’oceano con lei e con il suo bimbo…

- Ometto? Ascolta… - dice il Cantautore, mentre il piccolo biondino non ha nessuna intenzione di ascoltare il ragazzo. – Lo sai che porto la tua mamma a Genova…? Cosa ne dici? Andiamo a Genova a vedere il Toro, domani, mentre tu stai qui con i nonni. Ma poi te la riporto eh? – il Cantautore sorride alla giovane donna, che lo guarda con un misto tra tenerezza e rimprovero.

Andammo a Genova a vedere lo spareggio di Coppa Italia contro il Milan… era il 27 di giugno. Io non riuscivo proprio a rinunciare al Toro e anche lei si era appassionata a quei colori…Fu una battaglia lunga una vita. Ma alla fine Castellini parò due rigori a Rivera, e vincemmo quella Coppa. Fu indimenticabile

- Abbiamo vinto!!! Abbiamo vinto!!!- Piano, piano mi soffochi…Tutto attorno la gente urla e si abbraccia mentre il ragazzo e la ragazza scivolano in bacio interminabile.- Bambina…- Dimmi Cantautore…- Bambina… andiamo via… andiamo via sul serio, andiamo via stasera, vuoi? Passiamo a prendere il piccolo e andiamo. Dove vuoi tu…- Lo sai che non posso, Cantautore, lo sai..

Fu l’ultima volta che la baciai.La riportai a Varazze quella notte. Poi tornai a Torino col mio maggiolino. Lavoravo il giorno seguente. Avevamo appuntamento la sera dopo, di nuovo da lei.Non mi importava di fare tutta quella strada.Ma quella sera non la trovai più.La casa era sprangata, erano spariti tutti.Tornai a Torino, la cercai dappertutto, andai dai Carabinieri. Nulla di nulla. Si era volatilizzata.Nessuno ne sapeva più nulla.Così capii che non avrebbe mai accettato di andare via con me, o che forse io non ero abbastanza per lei. Capii che se ne era andata.Piansi come può piangere un bambino, cercando una ragione che non arrivò mai.Aspettai a lungo, poi la maledissi, la odiai e scappai lontano.Scappai il più lontano possibile.Ho girato mezzo mondo da allora – sospirò l’uomo – qualche anno fa’ sono tornato in Italia e mi sono stabilito qui, lontano da tutti.

Mi sono chiesto per tutta la vita che cosa avrei potuto dire se me la fossi un giorno trovata di fronte, se l’avessi mai vista sbucare di fronte all’arco di ingresso di questo posto sperduto.Avrei avuto mille domande da farle. O forse le avrei chiesto solo “Perché?”.Sono passato dalla disperazione di quei momenti, alla rabbia, alla rassegnazione. Sono passati i secondi, i minuti, gli anni. Sono passati decenni. E’ passata la vita. Avrei avuto migliaia di cose da dire… Poi un giorno, una mattina come tante altre, banale come tante altre, te la ritrovi davanti, sbucata da quell’arco come hai sempre pensato. E ti accorgi che tutto questo tempo non è servito a nulla, che non sai cosa dirle che… che tremi e che non riesci a guardarla…

L’oste strinse la foto con entrambe le mani, senza accorgersi che la donna è scivolata silenziosamente di fianco a lui.

L’uomo cercava un accendino che sapeva non esserci.O sapeva troppo bene. Era confuso qualcosa non gli tornava.Qualcosa di quello che aveva visto lo metteva in uno stato di disagio.Può ricordare più la mente di un uomo o l’emozione di un bambino?La chitarra... la chitarra e il disegno sulla chitarra. Un tempo lontano e bello. Una cosa bella. Spruzzi d’acqua sulla sabbia. La mamma che ride. La chitarra. Una cosa bella…La prima cosa bella.Il ricordo lo colpì come fosse un maglio

La mano della donna indicò un punto della fotografia.Cominciò a parlare con un filo di voce, che sembrava non avere tempo.- Anche io ero a quella partita. Dovevamo essere in quella macchia di folla…. Buffo, vero? Anche io avevo un amore. Quello era un grandissimo amore…Gli occhi della donna si chiusero nel dolore del ricordo.- Era un ragazzo immenso e generoso. Piaceva tanto al mio bambino…. Ci teneva compagnia con le sue canzoni. Lo chiamavo “Il cantautore” e lui diceva che io ero la sua bambina… la sua bambina granata…

 

La prima cosa bella, che ho avuto dalla vitaE’ il tuo sorriso giovane, sei tu…

 

 

- Volevo andare via con lui, volevo girare il mondo come mi chiedeva. Sarebbe stata la cosa giusta da fare…Ero separata da poco tempo e in quegli anni non era facile. Quello che il Cantautore non sapeva era che il mio ex marito non mi dava tregua. Mi seguiva, mi minacciava, ma io non volevo macchiare le giornate di quel ragazzo con quelle preoccupazioni. Forse sbagliai lì…Lo salutai quella notte a Varazze, la notte dopo Genova, con la promessa che ci saremmo rivisti la sera dopo. Povero ragazzo, lui appena uscito dal lavoro correva da noi…Ma il mattino seguente arrivò il mio ex-marito, furibondo.Mi disse che sapeva che avevo un altro, che voleva portare via il bambino. Era un violento, sfasciò tutto. Disse che voleva uccidere me ed il piccolo. I miei erano terrorizzati. Fui presa dal panico. Pensai di denunciarlo ma avevo paura che si vendicasse contro il Cantautore. Scappammo via da Varazze e ci nascondemmo in casa di amici lontani per qualche giorno. Ebbi tanta paura per il mio piccolo, lo ammetto. Cercai di chiamare il Cantautore, ma i telefoni non funzionavano, i gettoni non si trovavano e forse avevo paura che quel pazzo potesse seguirlo. Sperai che lui capisse in qualche modo.Ma quando tornai non lo trovai più. Se ne era andato, ferito, e aveva pensato che io l’avessi lasciato. Se ne era andato a vedere il mondo come aveva promesso, come desiderava.Lo cercai ovunque. Persi la testa. Lasciai il bambino ai miei, che pur mi vedevano sconvolta. Presi un aereo da Milano.Destinazione Dublino, destinazione il nulla. Non sapevo dove stavo andando ma volevo trovarlo. Sapevo che doveva essere lì, da qualche parte…. Non avevo una sua foto, non avevo nulla.Vagai per quella città senza una meta, ignorando la lingua, sperando scioccamente di ritrovare il suo volto solare tra la folla. Rimasi per una settimana, o forse di più. Telefonavo con i pochi spiccioli a casa, sperando mi dicessero che si era fatto vivo. I miei mi imploravano di tornare, il bambino piangeva.Così tornai dal mio piccolo, senza di lui, senza il mio Cantautore.Ho sperato per anni che lui mi potesse perdonare. L’ho ancora cercato a lungo, addirittura all’uscita dello stadio Ho atteso a lungo una telefonata. Niente, mai nulla.Ma non ho mai dimenticato quel ragazzo, anche se dopo sono successe mille cose.Non potrò mai dimenticare quei giorni…. mai!

La mano della donna indicò un punto tra la folla, nella fotografia che l’uomo continuava ad impugnare. Le loro mani si sfiorarono

- Quando hai capito? – le chiese l’oste- …Appena siamo entrati. Ben prima che la tua chitarra appesa al muro me ne desse la conferma… E tu?- Lui… quando siete entrati. Gli occhi di tuo figlio. Ho spostato lo sguardo già sapendo che ti avrei vista.

Quando l’uomo tornò verso il ristorante trovò sua madre e l’oste quasi sulla soglia. Gli occhi arrossati di sua madre gli diedero la conferma che cercava.- Tornate a trovarmi presto allora! Per me è stato un piacere…conoscervi – disse l’oste- C’è una variazione di programma…. – esclamò l’uomo cogliendo entrambi di sorpresa. Li guardò a lungo, prolungando quell’attimo in bilico tra passato e presente.- Ho pensato… perché non ci fermiamo per un paio di giorni? Non abbiamo fretta e questo è un bel posto. C’è una piccola pensione poco più giù…- No… ascolta! Io non.. tu…- Fermiamoci qui. A casa aspetteranno.L’oste e l’uomo si guardarono per un istante che parve davvero perdersi nel tempo e si sorrisero con gli occhi.

- Dici che in questo mondo c’è ancora posto per due… per due della nostra età che… che….- Non lo so, bambina…Non lo so…Il mare è sempre lo stesso di 35 anni prima, anche se visto da molto lontano, dalla sommità di una collina lontana, anche se si trova sotto un cielo plumbeo e tempestoso.Lui ha con sé la foto di quella sera,Le loro mani si incontrano su quella foto, si sfiorano, si incrociano in un attimo all’altezza di quella macchia di folla.Sembra di sentire il suono di un’onda che si abbatte sugli scogli lontani.Poi è tutto sommerso dal boato della gente.

- Abbiamo vinto!!! Abbiamo vinto!!!- Piano, piano Cantautore… mi soffochi…Tutto attorno la gente urla e si abbraccia mentre il ragazzo e la ragazza scivolano in bacio interminabile.- Cantautore…- Dimmi bambina…- Cantautore… andiamo via… andiamo via sul serio, andiamo via stasera, vuoi? Passiamo a prendere il piccolo e andiamo. Dove vuoi tu…- Tu sei pazza bambina, ma va bene…

Due giovani si allontanano nella notte di festa granata che comincia. E mentre i loro contorni si confondono in lontananza con quelli della gente che sfolla felice, sembra quasi di sentire le ultime note di una canzone che lentamente li accompagna.

Amore amore amore… è quello che so direMa tu mi capiraiMa tu mi capirai