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mondo granata
di Giacomo Serafinelli
Buongiorno Toro...il Toro formato schiacciasassi ha colpito ancora, lasciando a bocca asciutta le vespe di Castellammare, che ormai pensavano di averla fatta franca.
La giuve Stabia è salita a Torino con un solo intento: arroccarsi in difesa, inaridire le fonti di gioco granata e (casomai se ne fosse presentata l'occasione) tentare qualche incursione dalle parti di Coppola. Come dar loro torto? Quando di fronte hai questo sfavillante Toro, puoi anche venire da 4 vittorie consecutive, ma a Torino speri unicamente di strappare il pari.
Bisogna ammettere che il muro campano ha retto quasi fino alla fine, servendosi di metodi vecchi come il calcio: falli duri (ne sa qualcosa l'Ottimo Iori) marcatura arcigna su Bianchi e ripartenze improvvise. Ma tutto questo non è stato sufficiente. Non con questo Toro. Una squadra che sa fondere sapientemente i virtuosismi degli artisti con il mestiere degli artigiani.
Ecco dunque nascere il gol che non ti aspetti, sull'insolito asse Glik- Bianchi, sfruttando un movimento non proprio “venturiano”: lancio preciso dalla trequarti e zuccata millimetrica a cercare il lato più lontano della rete. Ma colui che attualmente risulta insostituibile è Manuel Iori.
Il varesino canta e porta la croce, crea gioco e distrugge quello altrui, non toglie mai la gamba e imposta con piede docile. Ecco perché, dopo il contrasto “all'inglese” che l'ha lasciato a terra per qualche minuto, lo stadio ha trattenuto il fiato. Iori è sempre più il fulcro del gioco granata, con la figura esile e la sua indubbia intelligenza tattica.
Sabato pomeriggio l'avversario più temibile del Toro, è stato...il Toro. Infatti prima Glik e poi Coppola, si sono complicati la vita in maniera assolutamente inopinata. In particolare il portiere stava per compiere il più classico degli svarioni, con quella carambola sull'avversario che stava per segnare senza nemmeno capire cosa stesse succedendo. Ho già scritto che Coppola è bravo coi piedi e che proprio questa caratteristica consente alla difesa di appoggiare su di lui per lasciargli l'onere di impostare.
Ma occasionalmente, solo quando è necessario, non sarebbe meglio spazzare via anziché incartarsi in pericolosi dribbling? Lo spettacolo ne perderebbe un po', ma i tifosi ringrazierebbero.
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