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Massimo Marazzina, detto ‘’Il Conte Max’’, è uno dei più grandi bomber della recente storia granata,protagonista di una stagione strepitosa sotto la Mole, la 2004/2005. Per lui anche una breve e sfortunata parentesi romanista. Ciao Max, riuscirà il Toro a fermare la lanciatissima Roma di Garcia? E’ quello che si augurano i tifosi granata e quelli di tutte le squadre che lottano per lo scudetto. Questa squadra sembra davvero invincibile ma il Torino ha le carte in regola per fermarla: i granata lasciano giocare molto gli avversari ma sono anche dotati di una buona organizzazione e di una buona manovra grazie al lavoro del loro allenatore. Certo è che i giallorossi hanno qualità, subiscono poco e riescono sempre a fare almeno un gol. A Livorno il Toro ha concesso troppo in fase difensiva, non credi? Sì, ed è un aspetto da migliorare. Ventura ama giocare all’attacco ma per squadre come il Torino la fase difensiva è importantissima, specialmente quando si gioca contro la Roma o contro avversarie simili, capaci di punirti al minimo errore. La tua permanenza nella capitale non fu felicissima, anche a causa di alcuni problemi fisici di troppo, vero? Arrivai nel mercato di gennaio dal Chievo e fu una stagione travagliata, dove ebbi l’unico grave infortunio della mia carriera, appena un mese e mezzo dopo il mio arrivo. Poi praticamente non giocai più, quindi non fu un’esperienza felicissima sul piano sportivo: peccato perché quella di Capello era una squadra molto forte in cui mi sarebbe piaciuto fare di più. A Torino invece fu amore a prima vista: una stagione straordinaria conclusa con la promozione, poi purtroppo vanificata dal fallimento, ricordi? Giusto: amore a prima vista. Fu un campionato bellissimo, dal primo all’ultimo minuto; anzi: forse troppo bello, perché poi è stato un trauma andare via. Al momento dell’addio non dico che ho pianto ma quasi; negli anni successivi ho cercato di tornare in tutti i modi, anche gratis, ma purtroppo per vari motivi non è stato possibile. Roberto Maccario
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