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mondo granata
Buongiorno Toro... innanzitutto concedimi un secondo per dire grazie alla collega barista Silvia, che mi ha fatto tornare in mente uno dei momenti più belli tra quelli che ho vissuto negli ultimi tempi.Quel girovagare tra monumenti granata e ricordi fatti di un materiale unico, in cui si impastano pietra e memoria, rimarrà per sempre scolpito nella mente dei presenti.Ed io, per fortuna, ero tra quelli. I nostri abiti, granata dal cappello ai calzettoni pesanti (era dicembre, proprio come adesso), ci facevano sembrare dei pellegrini del ricordo, e forse, non ti sembri irriguardoso il paragone, per me che salivo dalla mia terra, la Toscana, quello era proprio un pellegrinaggio.Non mi sono fatto mancare niente, ed ho fatto tante di quelle foto da far impallidire qualsiasi nipponico visitatore del Belpaese. Ti potrei parlare di Superga, perché quel Luogo è uno e unico, anche se le esperienze interiori dei visitatori sono infinite; ma lo farò un'altra volta.Adesso voglio raccontarti di quella volta in cui un collega, tifoso della seconda squadra di Torino mi chiese, senza sapere a cosa andasse incontro: “Del Torino? Perché sei del Torino?”Mi invitò a nozze! Io mentalmente mi rimboccai le maniche (o lo feci davvero? Ci devo pensare....), schiarii la voce e gli dissi, guardandolo negli occhi: “Perché mi piace andare a testa alta, perché voglio conquistare le vittorie sul prato, non in farmacia , perché voglio chiamare i miei compagni di tifo fratelli, perché è mille volte meglio retrocedere sul campo che sui tavoli della giustizia sportiva, perché il granata è bello e perché io ho un' idea di calcio che non ha a che fare con gossip e marmellate televisive, ma con sudore, calzettoni sporchi di fango, una tromba che squarcia il silenzio e poi il quarto d'ora di tremendismo. Sai di cosa parlo?”Lui scosse leggermente la testa, con la bocca semiaperta. “E allora studia. E a proposito: noi fratelli, il Torino lo chiamiamo Toro!”Buona giornata, Toro, e ricorda: nel dubbio, tira in porta!
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