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Lady Granata / La compagna di Cerci e la vedova Maroso dimostrano due modi opposti di vivere il calcio: io ho già scelto, e voi?
"Per chi come me non è nato a Torino, ma si trova a viverci per ragioni di studio ad esempio, l'arrivo in città e l'incontro con il Toro sono inevitabilmente due avvenimenti concomitanti.
"Camminare per Vanchiglia e vedere le bandiere ai balconi, ma ancor di più camminare all'università e perdere il conto di quante toppe granata ornano gli zaini è qualcosa di nuovo e allo stesso tempo affascinante. Ricordo ancora con stupore un giovedì di fine settembre quanti e quanti sfilavano avvolti in sciarpe del Toro: dopo due sconfitte di fila, il Torino si era imposto 2-1 sul Cagliari. Settimana dopo settimana avrei capito che quella era una prassi consueta.
"Certo, non si può dire che proprio tutti siano militanti granata, qualcuno con il cuore a Venaria l'ho pure conosciuto ma il Toro è un'altra cosa. Senti i discorsi rimbalzare da una bocca all'altra e desideri che questo Toro diventi anche un po' tuo. La cosa che mi ha colpito è sentire come questo mondo coinvolgesse anche tante, tante donne. Mie coetanee, ma anche bambine, signore.. tutte con la stessa grande passione.
"Così quello che fino a prima del mio arrivo sotto la Mole era stato un timido simpatizzare, si è trasformato in tifo vero e proprio. Tessera del tifoso presto fatta: essendo nata vicino a Milano era fondamentale per non precludermi la visione di una serie di partite immancabili.
"Già, Milano. C'è chi da Milano va a Torino e chi da Torino va a Milano dopo una tappa nel calcio che conta. Io e lady Cerci condividiamo il nome e nulla più. Se c'è una cosa che ho capito in quest'anno vissuto seguendo il Toro, è che il calcio che conta è soltanto quello che riesce a far emozionare, ad essere letteralmente contagioso. Lo sanno bene tutte le tifose granata di qualsivoglia età, che sono state contagiate dalla passione di mariti, fidanzati, fratelli e che sono diventate fedeli al Toro come agli uomini della loro vita. Senza cercare chissà quale visibilità. Ne è un esempio la vedova Maroso, che dopo 66 anni sale ancora a Superga per ricordare il marito e tutto il Grande Torino.
"Questa sera, a Milano, si incontreranno idealmente due modi di vivere il calcio totalmente opposti. Da un lato la compagna di Cerci, che forse tra un passaggio e l'altro sarà distratta dallo shopping. Dall'altra, la vedova Maroso, che ha colto l'essenza di ciò che rappresenta il Toro. Io e tante altre donne con me, sappiamo da che parte stare..
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