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mondo granata
di Sacchetto/Della Casa
E' stato presentato quest'oggi presso la libreria Belgravia di via Vicoforte 14/D il libro "Torino è granata", scritto da Paola Strocchio ed edito da Bradipolibri. Presenti anche l’allenatore della Primavera Antonino Asta ed il consigliere comunale Michele Paolino. Tanti gli aneddoti raccontati dall'autrice, tra cui uno che riguarda proprio Toro News. "Ho conosciuto mio marito sul forum di Toro News e la cena che organizzammo tra forumisti fu il nostro primo incontro reale, poi ci siamo sposati con le sciarpe del Toro al collo in comune. Personalmente non c'è una fase della mia vita che non sia stata scandita in un modo o nell'altro dal Toro. Bisognerebbe fare un'educazione di massa tra i bambini per farli diventare granata, è più facile tifare per una squadra che vince quando il bambino è ancora fragile. Per mio papà è stato facilissimo tifare Toro, ora è più difficile, tutti sono per Inter, Milan e per l'altra squadra della città (l'autrice nel libro non la chiama mai per nome, ndr)”. Paola ha, però, una convinzione: “Sono convinta che mio figlio che ora ha quasi sei anni uno scudetto del Toro lo vedrà”.
Nel corso della serata si è parlato poi molto del rapporto tra i colori granata e Borgo San Paolo. “Dopo il centro – rivela il consigliere comunale Michele Paolino – dove il Torino è nato, questo è probabilmente il quartiere più importante per le vicende granata. I protagonisti del Grande Torino vi erano molto legati: Loik abitava qui, così come Castigliano, Mazzola vicino alla barriera della ferrovia, Tomà. C’era e c’è un grande legame con il borgo. Nell'anno in cui non ci fu il campionato Mazzola e Loik organizzavano partite con i ragazzi del quartiere tutte le domeniche, perché agli operai non mancasse il calcio. Vi sono poi legami recenti, qui vive Antonino Asta e c'è un club che porta il suo nome”.
Proprio l’ex capitano granata, ora tecnico della Primavera, in riferimento a Torino commenta: “Il primo impatto non fu proprio eccezionale con la città perché tutti la definiscono buia e fredda. Invece, non è assolutamente così, la gente è solare e ti fa sentire a casa. Io venivo da Milano, una città molto caotica e mi sono subito innamorato. Sempre vissuta da giocatore, ma adesso la godo di più visto che ho meno obblighi. Prima vivevo in zona Cenisia, mentre mia moglie è Sanpaolina e quindi ora lo sono anche io. Non mi sento un estraneo qui”.
Si parla poi dei luoghi “granata” più importanti della città e la risposta è unanime: “Indubbiamente il Fila – dichiara Paola Strocchio – alle superiori uscivo da scuola e correvo a vedere i giocatori”. Sulla stessa lunghezza d’onda Asta “anche se non ha vissuto in prima persona il Filadelfia”. Poi l’ex capitano granata racconta la sua esperienza in maglia granata: “Io non ho mai vinto niente con il Toro eppure l’incredibile affetto della gente mi ha fatto capire subito quanto poco ci voglia per soddisfare i tifosi granata. Ringrazio Camolese per l’opportunità che mi ha dato, dopo tanti anni di gavetta e grazie al Toro sono riuscito a togliermi delle grandi soddisfazioni. Anche fuori dal Piemonte in pochissimi mi ricordano come giocatore di Napoli o Palermo, ma solo del Toro”.
Sul presente, invece, dichiara: “Cerchiamo di vedere le cose positive, qualcosa credo si stia smuovendo. Squadra finalmente importante, con un allenatore importante. Il Filadelfia può essere un punto di partenza. Prima di fare la squadra, però, facciamo innanzitutto una sede. Io non ho vissuto quella di corso Vittorio, ritornare a quell'appartenenza sarebbe di grande importanza”.
Infine, la palla ritorna a Paola che rimpiange un luogo di un passato non troppo remoto. “Secondo me manca uno Sweet, che era una casa quasi come il Filadelfia, purtroppo un punto di aggregazione di quel calibro non c’è più”.
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