Cari amici, da oggi e per tre venerdì, con un po' di ritardo, comincia la rassegna di "Istantanee Estate", articoli che mi sono stati inviati dai lettori durante l'arco dell'anno. Oggi voglio proporvi un racconto di Beatrice Enrietti. Pur giovanissima (non ha ancora compiuto 15 anni) Beatrice è una tifosa con la T maiuscola (soffre la partita come pochi) ed ha anche molto talento nel trasformare le emozioni in parole scritte.
mondo granata
Nati per soffrire
Essendo stato scritto nei mesi scorsi, troverete nel racconto nomi di giocatori magari passati ad altre squadre, ma non lasciatevi fuorviare e godetevi la successione degli avvenimenti.
Da parte mia, un grandissimo "Grazie" a Beatrice.
Mauro
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Apre gli occhi. Dalle persiane riesce ad intravedere la luce del giorno. E’ finalmente sabato; è finalmente derby: pensieri che illuminano la mente di un’anziana signora, con una vera vita da granata alle spalle. Anche solo il nome esprime la sua personalità: si chiama Costanza e le piace essere determinata nei principi in cui crede. E’ sola,anche se è allegra e sorride sempre a tutti. Vive in un appartamento vicino al Comunale ed ogni mattina all’alba va al Filadelfia per sentirsi finalmente a casa.
Ha visto giocare il grande Torino, quello di Valentino Mazzola. Si era innamorata di un giocatore di quella squadra,anche se non aveva mai voluto confessare a nessuno di chi si trattasse. I loro sguardi si incrociarono ad un allenamento. Così era nato il loro amore. Era stato un colpo di fulmine. Costanza, allora,aveva diciotto anni. Era allegra e spensierata. Quella volta andò a chiedere l’autografo a questo ragazzo, che le scrisse un messaggio che le diceva che si sarebbero dovuti incontrare quella sera davanti al Filadelfia e lei, entusiasta,gli rispose sorridendo. All’appuntamento Costanza si presentò più bella che mai. Nessuno sa che cosa fecero quella notte. Forse chiacchierarono soltanto, forse trascorsero una notte di passione.
Lei non sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe potuto vederlo. Infatti il giorno dopo il Grande Torino partì per Lisbona, per poi non tornare più. Quando Costanza seppe ciò che era accaduto cominciò a non parlare e a non mangiare più. Il suo Toro era morto e insieme a lui il ragazzo misterioso. Tutta la felicità della sua giovinezza si era trasformata in solitudine. Questo episodio le cambiò la vita. Decise di andare a vivere sola. Ma Costanza non si arrese, tornò serena dopo parecchio e continuò a tifare Toro per gli anni che seguirono. Continuò ad andare in curva ogni domenica,pensando che gli Invincibili da lassù proteggessero la squadra. Estrema fu la sua gioia quando il Toro vinse lo scudetto nel ’75-’76 e l’11 giugno del 2006, quando il Toro fu promosso in serie a. Già. Bei ricordi.
Oggi c’è il derby. Non uno qualunque. In questo c’è in palio lo scudetto. Non solo per noi, ma anche per la Juve purtroppo. Chi vincerà sarà campione d’Italia. Costanza non sa quanti derby potrà ancora vedere,infatti ha deciso di godersi fino in fondo questo.
Trascorre la giornata in meditazione. Cerca di ripensare a tutti i derby che ha visto. E ne ha visti tanti. Poi guarda l’orologio. E’ ora di andare. Si mette la felpa granata e prende la sua sciarpa,amica di fiducia. Esce di casa e,mentre si incammina,inizia a guardarsi intorno. Tifosi giovani. Tifosi anziani, come lei. Ma soprattutto piccoli cuori Toro. Sono quelli che a lei piacciono di più,perché saranno la futura Maratona.
Clima teso,anzi tesissimo. Costanza entra allo stadio,sale i gradini e finalmente vede il campo. Poi si guarda di fronte e vede quella curva da lei tanto odiata,la Scirea. Sale su,in cima al secondo anello,al solito posto. Anche se è in anticipo,lo stadio è già gremito di gente. Il Comunale è troppo piccolo per una partita come questa. Tifo incessante, già fin d’ora.
Mentre canta i cori,le torna in mente quando suo papà le raccontava la fiaba del derby:c’era una volta un gruppo di undici conigli che scendeva in campo e che veniva raggiunto da undici possenti leoni inferociti con la maglia granata,che mostravano loro le fauci,mentre c’era un dodicesimo uomo,che cantava “Toro,Toro,Toro….”: la Maratona! I conigli scappavano negli spogliatoi spaventati e i leoni avevano vinto la battaglia. Storiella simpatica,che rende bene l’idea del derby,se non per le squadre, almeno per i tifosi.
I giocatori entrano in campo e Costanza sorride ripensando alla fiaba di poco prima. Fischio di inizio. Alla mezz’ora non è ancora successo nulla. Adesso ha la palla Iaquinta, che la passa ad Amauri. Goal. Costanza è sconcertata,ma sa che il suo Toro può farcela. Infatti al 40’Gasbarroni arriva in area, tira,traversa, la palla rimbalza,arriva sui piedi di Bianchi e……..goal!!!! Il Toro ha pareggiato! Il gioco ricomincia. Si fa male Barone. Entra Vailatti con un sacco di grinta e al 42’ tira da fuori area,bomba che spiazza Buffon! Toro in vantaggio! La curva è esplosa. Anche Costanza di lì urla a più non posso dalla gioia.
Fine primo tempo. Squadre negli spogliatoi. Un derby pieno di emozioni. Costanza guarda il cielo e le sembra di rivedere il viso del ragazzo misterioso,ma è solo fantasia.
Le squadre rientrano e inizia il secondo tempo. Il Toro attacca fin da subito. Altro bel tiro di Bianchi,ma niente goal. Inizia ad attaccare la Juve. Palo,traversa,di nuovo palo. Sembra una tortura che non finisce mai. Costanza non ce la fa più. Le manca il respiro. Ad un tratto ha un tuffo al cuore.
Improvvisamente si trova in una stanza buia. E’ seduta su una poltrona e ha davanti un grande schermo. Non è più allo stadio. Ad un certo punto vede apparire davanti a sé un filmato che rappresenta tutti i momenti belli della sua vita. Toro,Toro. In questo filmato c’è tanto Toro. E Costanza lo ringrazia per tutti i bei momenti che le ha regalato. Il video dura parecchio tempo. E quando finisce per Costanza è giunto il momento di partire. Di partire per una meta sconosciuta. Spera di rivedere lui,il suo amore di tanto tempo fa,e spera di rivedere tutti i giocatori del Grande Torino. Non saprà mai come è finito questo derby perché lei è nata per soffrire. Beatrice Enrietti
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