mondo granata

Nella mia vita

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di Silvia LachelloMercoledì 7 aprile 2010 Caro Diario, ci sono luoghi che ricorderò per tutta la vita anche se alcuni sono cambiati, alcuni per sempre e non in meglio , alcuni sono scomparsi ed alcuni ci sono ancora. Tutti...
Redazione Toro News

di Silvia Lachello

Mercoledì 7 aprile 2010 Caro Diario, ci sono luoghi che ricorderò per tutta la vita anche se alcuni sono cambiati, alcuni per sempre e non in meglio , alcuni sono scomparsi ed alcuni ci sono ancora. Tutti questi luoghi hanno i loro momenti con amanti e amici che riesco ancora a ricordare, alcuni sono morti e alcuni sono vivi, nella mia vita li ho amati tutti.Questo è l'incipit di "In my life", ovviamente Beatles.Questo è ciò a cui mi dedicherò nei prossimi giorni.  Giovedì 8 aprile 2010 Caro Diario, i luoghi sono importanti, i luoghi contengono momenti, i luoghi contengono ciò che siamo, ciò siamo stati, ciò che saremo.I luoghi sono i segnaposto della vita, sono il collante della memoria.

A volte si dimentica.

A volte si è talmente presi da mille e poi cento, di continuo altri mille e poi cento (perdonami, Catullo...) accadimenti e fatti che la memoria si accuccia, con fare dimesso, in un angolo e rimane lì ad attendere che qualcosa la ravvivi.E la memoria, anche nei suoi momenti di 'stanca', conserva voce forte e lancia richiami.Da un po' di tempo sentivo che la Collina mi chiamava: ho accolto la sua voce e sono salita su per tornarvi trasformata.Come se si trattasse di un percorso rituale.Come se... altro che "come se": è un percorso rituale.Un po' come salire sul Tor di Glastonbury, le cui terrazze formano un labirinto tridimensionale... al culmine del quale... l'ascesa assume un significato simbolico che si concretizza in rinnovata consapevolezza.Sto divagando.Ma forse no.Oh be', non importa... sono salita a Superga e non devo spiegarti nient'altro.

Ero sola ma non ero sola.C'erano con me le persone che amo, che ho amato, che non so ancora di amare, e camminavamo in schiera.Succede sempre così: NOI, quelli del Toro, stiamo dalla parte degli Indiani ma non camminiamo in fila indiana. O, quanto meno, tentiamo di disporci in schiera. Poi talvolta accade diversamente ma, come olio gettato nell'acqua, tendiamo per nostra natura ad unirci.E visto che mi sentivo un po' sparsa qua e là ho pensato che fosse giunto il momento di reintegrarmi in me stessa.Missione compiuta.Domani è un altro giorno, domani mi dedicherò ad un altro luogo, domani reintegrerò altre parti di me.  Venerdì 9 aprile 2010 Caro Diario, avresti dovuto esserci anche tu: mai, e dico MAI, perdere l'occasione di vedermi alla prese con i mezzi pubblici.Sto con il naso in su a cercare le paline delle fermate dei bus ed in codesta posizione mi piglia male al collo ma soprattutto mi distraggo di continuo.Vedo angoli di cielo fra i rami - a Torino ci sono davvero tanti alberi, mi piacciono gli alberi - e scorgo forme fra i limiti casuali che essi pongono a quel che ci sovrasta il cranio, vedo grondaie, tetti, camini... sbadabang: ecco la palina.E' stato doloroso andare a sbattervi contro, è stato balsamico sentirmi dire da un vecchio che si pregustava la scena da chissà quanto: "T'ses propri d'el Tor!".No, non era un vecchietto dotato di poteri taumaturgici (altrimenti avrebbe spostato la palina) e in grado di leggere il colore della mia aura: la felpa granata e il Toro bianco sul petto mi identificavano.Alcuni dicono che io sono un fumetto. Sì, un fumetto... non 'come un fumetto'... un fumetto vero e proprio.Giorgia dice che sono OLTRE. Rimango sempre un po' basita dalla definizione 'oltrefumettistica' di me medesima... anzi: rimanevo basita. Quando me lo sono sentito dire dall'undicesima persona ho iniziato a crederci.Vabbe'... sto di nuovo divagando: scusami, ho la testa altrove, mi sento in pace con me stessa e con il mondo (come cambiano le prospettive, nèh?).

Insomma: questa mattina ero in corso Vinzaglio.Uh, ma siamo pochi!, ho pensato. Poi ho realizzato che era ancora presto. E nel presto che era arriva Davide, il mio fratello granata numero uno. Caffè? Caffè.Il barista ci accoglie con un: "Io non sono dei vostri ma odio la giubbe". Eravamo nel posto giusto.Così giusto che ci sediamo al tavolo quadratamente puffesco e ciacoliamo un po': da quanto tempo non lo facciamo, fratellino mio? Lasciamo cadere tutte le maschere con cui solitamente ci aggiriamo per la vita e ci scambiamo i ricordi di quando ci siamo incontrati, riconosciuti, voluti bene. E poi si va. Si va sul corso a cercare altri amici, altri fratelli, altre sorelle, si va ad ingrossare quella pulita macchia granata.Eccoli lì: le solite facce. Alcune le conosci e le chiami per nome. Altre le trovi sempre intorno al Toro. Perché loro sono il Toro e il Toro siamo anche noi. Anche gli assenti sono il Toro: Marco, Giacomo e Caterina sono a Siena ma sono qui.Proprio come ieri mattina.

E quando giunge la notizia che un piccolo passo avanti è stato fatto... non camminiamo più in schiera: saltiamo per aria come tappo di lava che ostruisce il vulcano.No, niente bus per tornare a casa: a piedi, a piedi. Ho le ali, io... che mi frega dei bus?E bastino queste mie ali, bastino le NOSTRE ali, a impedire ad altri volatili di oscurare un cielo che ora appare un po' più sgombro.Il momento è più delicato che mai: occhi aperti, orecchie aperte, bocche chiuse, chiusissime. E operosità, tanta, come sempre.A proposito di sempre... ho già detto forza Toro? No? Sempre forza Toro, dunque, sempre.   Sabato 10 aprile 2010, primo pomeriggio

Caro Diario, sai che cosa faccio oggi? Guardo la partita del Toro? No: vado al Fila. Vado al Fila a vedere un po' di Toro che gioca.Soprattutto vado al Fila e il Fila sarà diverso, forse più fragile.Vado.

Sabato 10 aprile, sera: Lecce - Torino 2-1

Caro Diario,

è andata così.Hanno perso.La Nemesi ha pure fatto gol di culo.Metaforicamente di culo.Avrei preferito si trattasse di un gol metaforico.Amen.Forza Ragazzi: a martedì.No, non sono triste: ho solo un sonno che mi porta via... e speriamo di dormire, una volta tanto.Forza (mio) Toro, forza.

Ma prima di andare a riposare ossa, pelle e anima, prima di chiudere le saracinesche verso il mondo... complimenti all'IDIOTA che ha imbrattato la lapide di Superga.Sì, complimenti: credevo che il record dell'idiozia massima fosse già stato raggiunto... e invece no: sei il campione del mondo, dell'universo, di tutto ciò che esiste.Goditi il tuo record e che ti vada di traverso.Che poi... ma che cos'è questa uovomania? Una nuova moda? Un movimento artistico? Ehm... no, oddea che errore marchiano... l'arte e i noncolorati proprio non hanno nulla a che fare l'una con l'altro... allora di che cosa si tratta?Lasciami pensare per un momento... allora... se l'uovo è simbolo di rinascita... aspetta che adesso ci arrivo... se l'uovo è simbolo di rinascita, l'uovo distrutto è simbolo di autodistruzione... sì, credo si tratti di quello: autodistruzione. Forse gli altri hanno semplicemente manifestato la loro volontà di vincere il Darwin Award 2010: ora che si sono definitivamente candidati non posso che augurare loro di vincerlo.Mi fanno tanta tenerezza.Tanta.Uh, quanta tenerezza.Sì, proprio tanta.

Domenica 11 aprile 2010

Caro Diario

l'altro ieri è successa una cosa buffa.Da tempo mamma mi rimproverava di non averle più stampato i miei scritti, finalmente ieri ho portato a casa tutti quelli pubblicati da luglio al mese scorso (effettivamente sono rimasta un po' indietro... mac na frisa, néh?).Scendo dall'auto con il mio malloppo in doppia copia, una per lei ed una per me, e... mi cadono tutti i fogli per terra.Non solo: si alza il vento.Immagina la scena: poco meno di un centinaio di fogli che si spandono come il vino rovesciato su una tovaglia di lino.Il primo impulso è stato di raccattarli cercando di non perderne neppure uno e poi... e poi sono rimasta a guardarli mentre si spargevano, si rincorrevano, si burlavano l'uno dell'altro.Era come vedere svolgersi la mia vita sotto i miei occhi.Tutti i miei sentimenti, dalla rabbia all'esaltazione passando attraverso infinite sfumature, tutta la passione, tutte le lacrime, tutte le risate, tutti i momenti di estrema solitudine, quella solitudine bastarda che si prova anche se non c'è alcun motivo per provarla, la solitudine di essere Granata, e poi l'estasi, quell'estasi istintiva che si prova anche quando si son perse le speranze di provarla, l'estasi di essere Granata.Infine li ho raccolti... ora devo solo metterli in ordine.Per farlo devo leggerli (sì, lo so: le pagine andrebbero numerate...): le leggerò e magari imparerò qualcosa su di me.Forse non è una cosa buffa, sicuramente la faccia che ho fatto vedendo volare via tutti quei fogli era oltrefumettistica.Che cosa ti dicevo l'altro giorno? I luoghi sono importanti.Ogni volta che scenderò nel parcheggio la memoria andrà a quell'episodio.Ci sono luoghi che ricorderò per tutta la vita.I luoghi sono importanti.Anche se gli eventi sono piccoli.Ma poi, in fondo, gli eventi non sono misurabili... sono eventi. Punto.Ah, by the way... auguri Dario: oggi sei arrivato a quota quaranta. Lo so: non ci credi. Neppure io. Dentro la mia testa sei sempre il 'ragazzino' tanto più piccolo di me, in realtà sei un Uomo di cui sono molto orgogliosa. Keep up the good work...

Lunedì 12 aprile 2010

Caro Diario,

no, non sono in ansia pre partita, ho ancora quasi due giorni per pensarci.Che cosa ti dicevo qualche giorno fa? Se il futuro sarà di cadere di nuovo... oh be', ci si rialzerà.Pronti? Via.Provo a vedere il tutto da un punto di vista più ampio di quello contingente e quello che vedo sono teste bianche che non si sono lasciate abbattere sessant'anni fa.E anche teste per nulla imbiancate che sanno benissimo perché non restano a casa.Quindi... quindi brucio la pagina su cui è scritto che la Nemesi ha fatto gol di culo.Brucio la pagina che risveglia antichi terrori.E spiego le vele: l'oceano è e rimane ampio, così come Torino è stata e resterà Granata.Sai, la mitologia greca parla di tre deliziose fanciulle che venivano chiamate Moire e alle quali era assegnato il destino di ogni essere umano. Cloto filava il filo della Vita, Lachesi lo svolgeva sul fuso, Atropo lo recideva.A quanto pare non solo i luoghi sono importanti, anche i nomi (interi, frammentati... poco importa...). Dai, vado a prendere il mio fuso così mi distraggo un po'... e chi ha tempo per farsi venire l'ansia pre partita questa volta... io no di sicuro.A proposito di importanza dei nomi... venerdì mattina ho avuto l'ennesima prova provata del fatto che i nomi, talvolta, non si pronunciano ma si sanno.E' successo al secondo giro di caffè.Entro nel bar con Paolo, la signora al di là del bancone ci accoglie con un allegro "Buongiorno!" e poi aggiunge: "... e sempre FORZA!".Tanto il Toro era lei, il Toro eravamo noi e non c'era alcun bisogno di pronunciare quelle quattro lettere: risuonavano limpide.

Poi ti devo raccontare di aver visto mia figlia correre sull'erba del Fila e del fatto che la cosa non mi facesse nessun effetto se non ricordarmi che i sogni si realizzano, sono a portata di mano, sono NOSTRI e non ce li faremo rubare, ma non adesso, non adesso...