mondo granata

Nessuno si muova!

Nessuno si muova! - immagine 1
di Mauro Saglietti
Redazione Toro News

Dipendesse da me, manterrei la Fiera del Libro aperta tutto l’anno.Non solo per l’atmosfera che si respira, ma soprattutto per una serie di coincidenze che si verificano da tre anni a questa parte, quando il Toro gioca in concomitanza con l’avvenimento.

 

Adoro girare per la Fiera, talvolta da solo, più spesso in compagnia, a partire dal giorno di apertura.Giovedì giornata di scolaresche.Cerco di destreggiarmi tra una quantità impressionante di cloni tredicenni della Canalis, ma tutto quello che rimedio è qualche zainettata nello stomaco da parte di chi pensa di essere solo al mondo, o più probabilmente non ha mai avuto nessuno che gli spiegasse il contrario.In quel momento mi casca l’occhio su un testo che si intitola Tolleranza zero – Fa più danni uno zainetto o un truzzetto?, casa editrice Ogni pazienza ha un limite. Vengo a sapere che in una delle tante arene c’è un incontro con l’autore.Corro e mi faccio autografare il libro, dopodichè acquisto anche il suo primo lavoro Lo zen e il tiro con l’arco – una freccia nella schiena dei truzzi, caposaldo della letteratura filosofico-spirituale.Dicevo, il giovedì è giornata di scolaresche ed è comunque assi tenero veder girovagare per la Fiera gruppi di bambini non ancora mira del merchandising delle grandi aziende. Non bisogna farsi illusioni però. Hannah Montana è alle porte. C’è uno stand dedicato a lei, nel bel mezzo della Fiera. Il mio primo istinto è quello di dargli fuoco, poi però mi rendo conto che la tolleranza è un valore che va perseguito ad ogni conto, così metto via, riluttante, la tanica di benzina.

 

E il Toro alla Fiera?E’ giovedì, dobbiamo giocare a Napoli, abbiamo un piede in serie B.Ovviamente la situazione è molto dimessa.Ogni anno c’è qualche nuova uscita sul mondo granata.In questa edizione no. E’ come se stessimo aspettando l’ennesima catarsi per scrivere qualcosa di nuovo. I libri sono quelli di sempre. Si va dalla Storia del Grande Torino alle monografie dei singoli Campioni. Ma la distribuzione gioca un ruolo troppo importante in questo business. E’ incredibile che in tutta la Fiera non si trovi neanche una copia di Belli e Dannati.Oppure di Passione Toro del mio amico Michele, uno dei testi più belli e completi che siano mai stati scritti sul Toro.O ancora Pensieri di sola andata di Davide Lamberti, uno dei libri più interessanti che ho letto recentemente e che se esistesse una Giustizia Divina sarebbe in testa alle classifiche di vendita.

 

Toro, Toro, vedi molte facce da Toro qui dentro.La bellezza di questi avvenimenti culturali è che un certo tipo di soggetto resta fuori.Anzi, non prova e non pensa nemmeno ad entrare.Un soggetto per il quale i libri sono un fastidio, al limite una cosa da colorare, ma questo solo nei casi più evoluti.

 

Mi piace osservare la fauna che popola questo luogo.C’è il personaggio più o meno famoso che si guarda attorno sperando di essere riconosciuto.C’è l’immancabile standista che cavalca per i padiglioni cercando di essere guardata e ammirata, protagonista di un tiraggio che rasenta l’auto-parodia.C’è l’universitaria che dice di aver letto tutto Proust per darsi un tono e una cultura di facciata, ci sono stand dove una decina di giovanotti incravattati e impomatati cercano di venderti abbonamenti o tecniche di apprendimento.E poi c’è l’abitudine insopportabile e menzognera che consiste nel metterti in mano un segnalibro o un altro pezzo di carta, chiedendo in cambio dei soldi per bambini malati. Almeno è quello che dicono questi solerti operatori.Dal venerdì in avanti lungo gli stand della fiera sono comparsi cartelli a firma Direzione che invitavano i visitatori a non dare i propri soldi a queste persone non autorizzate, neanche in presenza di tesserini, al fine di non venire “raggirati”. Testuali parole.La questua diventa odiosa se si appoggia alle meschinità.

 

Giovedì scorre, seguo un incontro dove si parla della morte di Ilaria Alpi, avvenuta 15 anni prima, poi un altro dove si tratta di un romanzo che ha a che fare con la Banda della Magliana e la scomparsa di Emanuela Orlandi.La stanchezza però ha la meglio.Mi siedo nell’arena Lingua Madre cercando di leggere qualche parola.- Scusi, è libero?Per quanto tempo ho letto? Mi sembra di stare leggendo da 20 anni.Alzo gli occhi e sorrido. Certo che è libero.

 

Venerdì, la domenica è ancora lontana.Giro col mio borsello granata in modo sfacciato. Che provino a dirmi qualcosa.Vago con l’amico Max tra gli stand. I testi di edilizia non sono il mio forte ma vengo ipnotizzato da un testo con una ruspa in copertina.Come demolire la Curva Scireaeditore Il Paolino mascherato.Non è l’unica pubblicazione degna di nota di questo Editore…C’è anche un famoso testo scolastico del calibro di 29-2=27 sottotitolo, La matematica insegnata agli gnugnu.Non male. Ci faccio un pensierino e magari compro anche un libro senza titoli.Già, Zero Tituli.

 

Il sabato è giornata di pienone.Mentre noi siamo qui, però inorridisco alla notizia dei 50000 che sono andati in centro a fare clap clap al digitale terrestre e alla De Filippi.Ma come? – penso – Ti viene imposta una tecnologia antiquata, per la quale devi pure pagare un balzello che probabilmente ingrosserà le tasche di qualcuno… e tu vai a fargli clap clap contento?Il bello è che alla mandria tutto questo non interessa. Sono lì per i loro miti arroganti dai capelli a punta e la loro musica.Oddio, musica.John, Jimi, George e Rick lassù dal cielo mi perdonino per la bestemmia.

 

C’è molta ressa per l’incontro con uno scrittore americano, ma non voglio assolutamente perdermelo. Ha venduto vagonate di libri all’estero ed ora sta finalmente sfondando anche qui da noi.Si chiama M. Knowstheects, arriva preceduto da guardie del corpo e da biondone da paura.I suoi romanzi hanno a che fare con l’onirico, il mondo del paranormale e gli eventi inspiegabili.La cosa mi piace. E’ qui per presentare il suo ultimo Best-Seller Il tabellone maledetto, ma i lettori acquistano in massa anche i suoi precedenti lavori, Il fischietto impazzito e Il pullman del terrore.Il tabellone maledetto parla della storia della juventus che continua a segnare, ma il tabellone mostra incomprensibilmente sempre zero. Così, a forza di sconfitte, a fine anno la juve retrocede.Il fischietto impazzito invece tratta di un fischietto posseduto dal demonio, che fischia continui rigori contro la juve, nonostante gli arbitri siamo venduti, finché quest’ultima retrocede in serie B.Il pullman del terrore affronta il soprannaturale con stile: un autobus maledetto si rifiuta di far scendere la juventus una volta arrivata allo stadio, in modo tale che, perdendo tutte le partite a tavolino, essa retroceda.Li compro tutti e tre e me li faccio firmare. Le trame mi sembrano varie.Ha una calligrafia incomprensibile, ma mi fido.

 

Arriva domenica.Purtroppo o per fortuna ci siamo.Però la cabala è dalla nostra.Infatti non terrei la Fiera aperta tutto l’anno per capriccio.Piuttosto perché in occasione della fiera il Toro vince spesso in trasferta.

 

E’ il 2007- Ha segnato il Toro!!! Stiamo vincendo a Roma!- Che scherzi del cazzo. – dico. Poi metto giù. Era mio padre- Non sto scherzando, uccello! Il Toro vince veramente!!! – richiama lui incazzato.E’ proprio vero, stanno arrivando altri messaggi.1-0 a Roma, come minimo pareggeranno in un nanosecondo.Mi guardo intorno.Sono davanti a uno stand, non faccio attenzione al nome dell’Editore.Il destino ha voluto che mi trovassi lì quando Muzzi segnava… voglio forse turbare l’armonia universale? Voglio scatenare anche solo una minima variazione nel campo magnetico?No di certo.

 

Gol di Muzzi, quindi: nessuno si muova!Rimango fermo di fronte a quello stand, con lo sguardo rivolto lungo il corridoio, mentre la gente mi sfila accanto. Costringo i miei due amici a non muoversi da lì.Due ore così, roba da internati (i pazzi che usano internet).Soltanto dopo un po’ mi accorgo che è lo stand delle Edizioni Paoline.No, questa casa editrice non ha nulla a che fare con Pulici, si occupa di pubblicazioni religiose.Ci guardano incuriositi, mentre getto una distratta occhiata alle loro copertine.Pensano che io ne sia molto interessato, mi offrono addirittura il catalogo.Il tempo passa, anzi non passa. 15 minuti, dieci, cinque.Poi la telefonata liberatoria.Esultiamo davanti allo stand delle edizioni Paoline, il cui personale è allibito.

 E’ il 2008L’anno passato stessa storia. Durante i giorni della Fiera si gioca Livorno-Torino.Questa volta non voglio aggrapparmi a scaramanzie e preferisco passeggiare tra uno stand e l’altro fingendo indifferenza.Fin quando non arriva la telefonata.“Rosinaaaaa 1-0”!Bene, quanto manca? Manca tutto il pomeriggio.Infilato tra libri e gente alla quale non importa nulla dei miei pensieri, non sono a conoscenza del fatto che i tifosi del Livorno hanno fatto un po’ di casino.La partita finirà leggermente in ritardo.Ma io non lo so. Quasi muoio.Si va a bere una birra per brindare alla salvezza.

 

E’ il 2009Max alle 14:00 mi chiede – Quanto manca alla nostra fine?Allegria.Ho chiesto a qualche amico di informarmi, ma vorrei che il tempo fosse già passato.Come farlo trascorrere?La Fiera del libro è piena di avvenimenti, una valanga di incontri con personalità della cultura.Tra le quali scegliere con cura, però.Detesto infilarmi in una conferenza per il solo gusto di dire “io c’ero”. In sala rossa c’è un incontro con Antonio Scurati, che si dice vincerà sicuramente il Premio Strega con il suo libro. E’ intervistato da Sandro Veronesi.Mi aspetto un incontro interessante, ma l’inizio non è dei migliori.Non so nulla del libro e mi piacerebbe saperne di più, ma i due cominciano con discorsi compiaciuti e circolari.Il telefono lampeggia. Il Lecce vince a Bologna. Bene? Male? Non faccio in tempo a decidere che arriva il messaggio del pari.Tutto come prima, i minuti scorrono e io non ho ancora capito di cosa parla questo libro.Dopo una quarantina di minuti vedo che il display segnala improvvisamente tre messaggi.Ahi ahi – dico ad alta voce nel silenzio della sala. Qualcuno si gira.Napoli 1- Toro 0. E’ la fine. Mostrò il display a Max, che sussurra qualcosa coprendosi la mano con la bocca. Dopo quasi un’ora abbandoniamo questo incontro, senza aver minimamente capito quale fosse l’argomento di questo libro. Non è raro imbattersi in incontri sulla carta interessanti, nei quali però i relatori si parlano addosso compiaciuti, addobbati di intellettualità fine a se stessa.Questo libro vincerà anche il Premio Strega (secondo me sarebbe più giusto intitolarlo a Pino Strega), ma un minimo di umiltà non sarebbe stata sgradita.E il Toro perde, porco cane.

 

Usciamo dalla sala.Subito un paio di madonnoni per sfogarci, belli pieni.Trascorriamo un quarto d’ora inveendo a destra e sinistra.La gente probabilmente pensa che questa Fiera ci faccia schifo.Squilla il telefono. E’ il mio amico Alberto. Sta urlando.- Rolando Bianchi… Rolando Bianchi!!!- Bianchi, gol! – urlo a Max- Speriamo di non prenderne subito un altro – mi dice col suo puntuale ottimismo.Mi sento più sollevato, ma ormai il Salone è andato a farsi benedire… ci aggiriamo facendo calcoli mentali.Se il Bologna pareggia abbiamo sempre un punto...Non c’è tempo per gabolare. Una sosta in bagno prima di andare all’incontro con Jeffery Deaver.A quel punto nasce il dramma.Il cell. squilla. E’ di nuovo Alberto. Temo di sentire il tono dimesso della sua voce che…Sta urlando – Rosinaaaa….

 

Immaginate la scena ripresa dall’esterno.La telecamera si avvicina ai servizi, entra nei locali in soggettiva.Ad un certo punto si ferma fuori da una porta chiusa.Dall’interno si sentono delle urla. Staranno sicuramente scuoiando qualcunoNo, sono io che ho appreso la notizia.Avete mai sentito un uomo urlare “Gooooooooooooool “ in bagno?

 

Altra scena. L’ingresso dei bagni. Incontro Max e gli urlo – Rosinaaaa 2-1!!!!Due uomini che si abbracciano nei bagni.Una signora da fuori guarda, si ferma e dice – Fate schifo.Poi se ne va.

 

Ci mettiamo in coda per andare a vedere Deaver.Comincia il calvario.Fingo la solita indifferenza, ma guardo l’ora sul telefonino ogni tre secondi circa.Sono le 16:46, riguardo. Le 16:46. Riguardo. Le 16:46. Riguardo. Le 16:46. Riguardo. Le 16:46. Riguardo. Le 16:46. Riguardo. Le 16:46. Riguardo. Le 16.46. Riguardo. Le 16:46. Riguardo.Basta! Aspetto un po’ di più prima di dare un’altra occhiata.Le 16:46.

Max mi chiede l’ora. Le 16:46. Max mi chiede l’ora. Le 16:46. Max mi chiede l’ora. Le 16:46. Max mi chiede l’ora. Le 16:46. Max mi chiede l’ora. Le 16:46. Max mi chiede l’ora. Le 16:46…

 

Alla fine è Marco, un altro amico a chiamare.Urla anche lui. Urlano tutti oggi.La gente passa accanto ignara del nostro soffrire- Finitaaaaaa!- Quanto fa il Bologna? – grido mentre sono in fila. Molti si girano.- Fa 1-1, a tempo scaduto… aspetta che cambio canale e te lo dico in diretta…- Dai…! – incrocio le dita. Max mette le mani in tasca. Non servirà.- L’arbitro sta scodellando la palla… Ohu! Occhio…! Occhio…! Occhio!!!La sua voce diventa un lamento.- Gol del Bologna…- Come?- Gol del Bologna… lo sapevo, ‘sti b…- Ma come???Commetto l’errore di lasciarmi scappare due parole ad alta voce. AltissimaSi fa silenzio.Le luci si affievoliscono.Il cielo si oscura.Un tuono.Mi guardano tutti.Persino Max si allontanaChe vergogna.

 

Siamo ancora a + 1, penso, mentre Deaver parla. Il gol di Volpi è una mazzata incredibile, ma alla fine mi perdo nelle umili parole dello scrittore.Fossero in tanti così.Non c’è tempo da perdere, si corre a vedere la presentazione del libro di Giuseppe Culicchia.A questo tengo davvero e le aspettative non andranno deluse.E poi è del Toro.

 

Il lunedì c’è Pulici al Salone, ma questa volta non ho più un giorno di ferie da regalarmi ed arrivo all’uscita del lavoro, in tempo per vedere il Campione.C’è tanta gente, molti volti amichevoli e conosciuti, ma anche una sottile sensazione sgradevole, che ogni tanto si avverte anche in altri happening granata.Quella di chi si aggrappa al mito per vivere di luce riflessa almeno cinque minuti.Lui dice che è in giro da tre giorni e che deve avere firmato più di 2000 autografi.2000 autografi, 30 anni dopo, neanche domenica avesse fatto gol lui.Eterno campione.

 

Con Max ci si saluta con un po’ di malinconia.Anche per quest’anno la nostra fuga dal mondo è finita troppo in fretta.Sappiamo che faremo il possibile per esserci anche alla prossima edizione.Alle volte non occorre andare troppo distante per stare bene.

 

Appena fuori dal Salone notiamo alcune persone che si stanno recando alla Partita del Cuore.Premessa per i moralisti -ogni iniziativa con fine benefico è lodevole – fine premessa per i moralisti.Però questa partita mi ha fatto andare in bestia.Mi saltano i nervi quando si cerca di associare questa città esclusivamente a loro, agli altri.Ma ci pensate? Ramazzotti, Del Piero, Greggio, Pisu, Zidane, persino Chimenti!Ma che bella compagnia di simpaticoni! Sono andati a sceglierli con il lanternino?Il solo Chiambretti a fare da contentino in panchina?Per l’ennesima volta si cerca di far passare il messaggio che “Torino sono loro”, imponendo questo concetto di plastica come dato di fatto. E nessuno ha detto nulla, nessuno si è incazzato per questo.Si è data la cosa per scontata in maniera rassegnata.Non è più il tempo delle fusioni o del tentativo di farci sparire.Ci stanno lentamente sostituendo, anche grazie ai nostri disastri lunghi 20 anni.E ci stanno riuscendo.Scuoto la testa mentre mi allontano dalla Fiera.All’angolo due automobilisti si grugniscono addosso per una precedenza.Improvvisamente gli ultimi quattro giorni diventano lontani lontani- Bentornato nel mondo – mi dico tristemente - Minghia, ggjuve, facci un goals! – aggiungo. Così, tanto per sentirmi omologato a questa città.

Mauro Saglietti

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