mondo granata

Non buttiamoci giù

Non buttiamoci giù - immagine 1
di Silvia Lachello
Redazione Toro News

Mercoledì 20 luglio 2011, Torino-Sappada 12-0. Caro Diario,tacuma.Nonostante il mio disamore per i numeri pari, il 12 mi piace.Evidentemente mi ricorda qualcosa.Qualcosa che non c'è più e che, spero, ritorni.Sabato 23 luglio 2011, Torino-Feltrese 3-0Caro Diario,bene, dai.Domenica 24 luglio 2011Caro Diario,sono andata in montagna ed ho trovato un pezzo del mio cuore.Il mio cuore è spesso in frantumi e ogni singolo pezzo infranto è collegato all'altro da un filo che, seppur sottile, sembra essere abbastanza forte da reggere ai colpi del tempo e della storia.Sai, mi piace andare alla ricerca dei miei pezzi di cuore.Così... per dar loro un saluto, per chiedere loro come va, per sapere come sto.Dovrei avere il tempo e la pazienza per mettermi lì, un giorno, a tracciare una mappa dei luoghi... no, non dei luoghi del cuore.I luoghi del cuore sono quelli che ci portiamo dentro, i luoghi di cui parlo io sono quelli in cui ho lasciato un pezzo del mio muscolo cardiaco.Il mio muscolo cardiaco... è qualcosa di diverso da – appunto – un muscolo.È un motore, è un ritmo, è il suono che mi accompagna quando mi sveglio di notte.È carne viva e poi ancora energia.Sì, dovrei tracciare una mappa dei luoghi in cui ho lasciato un pezzo di cuore.Te ne dico alcuni: il Ring of Brodgar, il Connemara, Torino (sempre), St. Cado, Wearyall Hill e Chalice Hill a Glastonbury (il Tor è tutta un'altra storia, poi te la racconterò), Londra (54, Belsize Avenue: ci ho abitato, millemila anni fa), il Fila, (scontato, ma è così) le Bianche Scogliere di Dover, Fishguard, Erdeven, Kerzerho, Kerouriec, il Comunale, la mansarda (questa è roba da lessico familiare: ciao, mamma e papà :-) ), via Spano (la mia prima casa), la stanza dei pasticci nella casa dei nonni.Roba mia, tutta mia.In alcuni casi in condivisione con altre entità.Fondamentalmente roba mia.Seguo il filo e ricucio le ferite.Cicatrici: tante.Ognuno di noi è come la mappa di un tesoro... forse si perderebbe meno tempo ed energia vitale se si seguisse il percorso delle proprie cicatrici: sono i segni che portano al tesoro e il tesoro è dentro di noi. Sempre. Un po' come... te lo dico dopo.Lunedì 25 luglio 2011Caro Diario,al bar, decisamente dopo le 14:32.- Tre scosse, tre!- No, ascoltami, sono state due. Una più forte e una meno forte. Entrambe sussultorie.- Ah, non ondulatorie? Io ho visto Patrizia dondolare.- No, erano sussultorie. Hai mai pogato, tu? Era come pogare involontariamente, ergo non si ondulava, ma si sussultava.- Pagato? Che cosa devo pagare?- No, gioia, pogare, non pogare... poi ti faccio un disegno.- Ma l'hanno detto in tv che erano sussultorie?- Non guardo la tv e poi... hai la tv in ufficio, tu?- Ah, già... e allora come fai a sapere che non erano ondulatorie?- C'ero.- Anche io!- ["oca", ho pensato fra me e me] Brava. Buon resto della giornata, néh?D'ora in poi mi porterò dietro un termos e berrò i miei caffè in completa solitudine.Eccheccavolo... non si può manco prendere il caffè in pace.Niente da fare: insiste.- Ma tu ci vai ancora allo stadio?- Sì.- Io non ci sono mai andata.- ["echissenefrega", ho pensato fra me e me] Davvero?- Per carità! Tirano i mortaretti!- ["non sentivo dire 'mortaretti' dal 1822", ho pensato fra me e me] Ma no, dai... qualche bomba carta ogni tanto... bum e finisce lì...- Un po' come il terremoto di poco fa, insomma!["vabbe', curati, ma fatti curare da uno bravo", ho pensato fra me e me] Non esattamente, comunque... come dicevo prima: buon resto della giornata, néh?- Aspetta... voglio sapere ancora una cosa...- No.- Come?- Ho detto di no.- Ellapeppa, che caratteraccio!- Sì: ciao ["ti levi dai piedi?", ho pensato fra me e me, ma ho detto "ciao"]Capisci perché ho bisogno di allontanarmi, almeno per un po', dal mondo, dal mondo quotidiano, dal mondo noioso, dal mondo ignorante?Alla Dea piacendo, tra pochi giorni sarò in una terra in cui far sventolare la mia Bandiera e prendere tutta la pioggia che non ho avuto quest'anno.Come? È piovuto fin troppo? Balle: non piove mai abbastanza.Martedì 26 luglio 2011, Torino-Taranto 2-1Caro Diario,Torino-Taranto. Sembra uno scioglilingua. Sicuramente codesto risultato farà sciogliere alcune lingue. Vabbe'.Intanto diamo il via definitivo all'operazione Scozia.Cose da fare in viaggio:- nutrire occhi e anima di immagini, suoni e odori (uh, come si faceva allo stadio tanto tempo fa...);- nutrire la Bandiera di vento.Quindi... la Bandiera del Toro sventolerà a Thurso (repetita etc.), nel Kyle of Tongue, a Ullapool, su Lewis (le pietre di Callanish già fremono ed io con esse), Harris, North e South Uist passando per Benbecula, Barra e poi  Skye... e in qualche altro luogo che incontreremo per la strada.Perché saremo noi ad andare incontro ai luoghi, i luoghi sono lì ad attenderci, noi dobbiamo solo andare da loro e loro ci accoglieranno.Un po' come dovrebbero fare i Ragazzi: venirci incontro, noi siamo lì ad attenderli, loro dovranno solo venire da noi e noi li accoglieremo.A volte mi è capitato di pensare a parte della mia esistenza e di vederla raffigurata metaforicamente dall'autogol di Mozzini (quale autogol? Quello.), ma la mia indole, la mia indole vera, quella che alcuni vedono con i loro occhi e dicono "Apperò...", la mia indole è quella di andare a pescare una palla bassa, colpirla di testa e far ammutolire uno stadio intero per farlo poi esplodere di delirio.No, non è un delirio d'onnipotenza... è che funziono così.Male, ma funziono così.Più che male... funziono così e basta.Gli aggettivi, come mi è stato insegnato tanto tempo fa, spesso non servono a nulla.Il Toro può essere bello, brutto, orrendo, magnifico, fantastico, terrificante, mediocre, entusiasmante, disastroso, semplice, eccetera eccetera... sempre Toro è, che lo si voglia o meno.Lo si cerca sul campo nell'inconcludenza di tanti momenti, lo si cerca sui volti di chi ci sta intorno in momenti di alta densità Granata, lo si cerca nei ricordi di un passato diverso.E lo si trova inaspettatamente.In un moto dell'anima.In un gesto di condivisione.In un bollino sulla targa di quell'auto che ti sta davanti.In una scritta su un muro.In una maglietta Granata per le strade di Galway (viva l'Irlanda, tra l'altro).In un canto sommesso, inizialmente solo pensato, che sfugge al controllo ed esce dalle labbra.Il Toro si trova.Si pensa perduto e poi è lì esattamente dove doveva essere: dentro.Altro che mappe del tesoro...Per meglio prepararmi, ti racconto una leggenda scozzese: parla di una bandiera, la Bandiera dei MacLeod.Anzi... siccome non ho molta voglia di trascriverla, datti da fare e cerca un po' in rete.Se lo farai ti renderai conto di quanto la Bandiera Granata sia infinitamente più potente e forte.No, non è una gara: semplicemente un dato di fatto.Poi ti devo raccontare di quello che vedrò nelle prossime settimane, ma non adesso, non adesso, ça va sans dire...

 

"Caro Diario" va in vacanza insieme con me e ritorna, sempre con me (siamo indivisibili), verso la fine d'agosto.Buon tutto a tutti, anche a quelli che ho perso per strada, ma le strade sono fatte così: si percorrono. Quel che conta non è il numero di persone che c'erano all'inizio del percorso rispetto al numero di persone che ci saranno alla fine del percorso. Quel che conta è la strada e la voglia di percorrerla, solo così il viaggio, qualunque viaggio, avrà avuto un senso.A presto, dunque, e felice strada nel nome del Toro e di tutto ciò per cui vi va di sperare e/o delirare e/o perdere le notti e/o vivere i giorni.N.B. Titolo e sottotitolo di questo articolo sono suggerimenti di lettura per le vacanze (tutta colpa di un Amico che ha avuto la bella pensata di dirmi che stava leggendo Nick Hornby... m'ha fatto entrare in un vortice Hornbyano da cui non voglio assolutamente uscire: che sollucchero... solluccherate pure voi.