Soffro i grandi appuntamenti. Ieri, mi sono svegliato nel pieno della notte sudato e agitato dopo aver avuto l’ennesimo incubo alla vigilia di un’importante partita. Naturalmente nel sogno si incrociano fantasie e realtà. Ho sognato che il Torino affrontava l’Atalanta a Bergamo, che l’allenatore degli orobici fosse l’antipaticissimo Antonio Conte e che all’improvviso sul dubbio risultato di 2-1 a favore dei padroni casa mi ritrovavo in campo a seguito di un’invasione mischiato a tifosi sampdoriani e juventini. Come se non bastasse, a provocare la sconfitta del Torino era stato un rigore fallito da Rolando Bianchi che sparava il pallone in fallo laterale, nemmeno sulla linea di fondo campo, a seguito di un tentativo di colpirlo di esterno destro. Peccato che il portiere fosse della Juve Stabia e la partita sembrava non essere più quella di Bergamo. Insomma, mi sono alzato di soprassalto dal letto nel delirio più totale misto ad una forte sensazione di ansia e amarezza dettata dal fatto che venerdì sera ci giocheremo un match molto importante per dare credibilità e continuità a questo campionato. Mentre cercavo di riprendermi bevendo una mezza minerale trafugata dal frigobar della camera d’albergo di queste notti di trasferta lavorativa in Liguria, mi venivano in mente le parole dell’amico Roberto. “Quando è il momento di dare la svolta e sorprendere tutti con una vittoria, non ci riusciamo mai. Hai visto cosa è successo con il Brescia in casa due settimane fa. Abbiamo pareggiato e perso l’occasione di staccare di tre punti una diretta concorrente alla promozione. Vedrai che venerdì contro la Sampdoria non andrà bene. Metterei la firma per un pareggio o mi accontenterei anche di una sconfitta a patto che il Torino giochi bene.” Anche io la penso così, ma sotto sotto spero che accada il miracolo, che il Torino giochi bene e che vinca su uno dei campi più difficili della serie B di quest’anno. Magari vincendo come accadde nei primissimi anni ’90 quando la Samp dello scudetto di Vialli e Mancini perse per due reti di Giorgio Bresciani e a nulla valse il forcing finale nell’area granata con salvataggi sulla linea e parate miracolose..Comunque, l’attesa è emozionante. Torno in trasferta dopo lunghi anni, approfittando soprattutto del fatto che mi trovo già in zona, respiro il profumo di una sfida di altri tempi quando con i blucerchiati ci contendevamo sempre le finali o semifinali di Coppa Italia e soprattutto avverto nell’aria la tensione di una sfida tra due tifoserie che non si sono mai amate. Mancano due giorni ad un grande appuntamento con la speranza che sia di preludio a tanti altri grandi momenti da vivere su palcoscenici degni della nostra tradizione.
mondo granata