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mondo granata
di Giacomo Serafinelli
Buongiorno Toro...lo so, fa male leggere che il Novara, quest'anno, è più forte di noi.
Ancora più male fa scriverlo, credetemi, ma sedici punti non mentono, e la partita di lunedì sera
è stata solo una conferma.
Una conferma di come il Toro abbia imboccato una china brutta e pericolosa; brutta perché non c'è più gioco, non si vince più, non si fanno più punti, pericolosa perché non se ne vede la fine.
Di calcio non mi va di parlare, anche perché io non sono un tecnico, e sinceramente la polemica che va avanti da mesi sul modulo del mister mi ha stufato. A calcio si gioca undici contro undici. Tutto qui. Chi riesce ad amalgamare abilità tecnica, una buona tattica e una mentalità positiva fa risultato, mentre chi non ci riesce, regala amarezze e delusioni ai suoi tifosi.
Non voglio parlare neanche di fortuna o sfortuna: abbiamo colpito due pali, è vero, e storicamente siamo una squadra in credito con la sorte. Ma onestà intellettuale vuole che non ci nascondiamo dietro ad un dito: per come sta andando il campionato meritiamo la posizione che occupiamo e, sempre che quest'anno si disputino, possiamo ambire al massimo ai play off.
Il pubblico, invece, merita molto di più: un progetto, un allenatore con le idee più chiare, dei giocatori seri e responsabili.
Teoricamente siamo ancora in corsa ancora per un piazzamento utile, ovviamente dal quarto posto in giù, anche se abbiamo una concorrenza molto agguerrita.
Inoltre siamo ancora solo a febbraio e di tempo per rimediare ce ne sarebbe.
Io sono un sognatore e penso che la sconfitta nella partita (per favore, non chiamatelo derby) di lunedì non abbia compromesso il nostro cammino.
Ma prima ancora di pensare ad un piazzamento utile per tentare la salita, concentriamoci su quello che adesso è l'obbiettivo primario: torniamo a farci rispettare.
Il resto, verrà di conseguenza.
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