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mondo granata
Buongiorno Toro... e buona domenica.Lui era il mio Capitano, era il mio Capitano quando ancora non sapevo che l'Uomo era ancora più grande di quello che portava la fascia al braccio.Lui era il mio Capitano ed il suo nome veniva pronunciato tutto di un fiato, nome e cognome detti con orgoglio e legati in un'unica parola: giorgioferrini.Lo scrivo minuscolo perché la grandezza è altro.Lui era il mio Capitano anche quando il Capitano era diventato un altro.Lui era il mio Capitano anche quando lo scudetto lo vinsero altri giocatori (e che giocatori...) e lui stava in panchina e non avrebbe più giocato.Lui era il mio Capitano e quando se ne andò (era un lunedì) compresi il rumore del silenzio che già aveva invaso la città in un giorno di maggio ed in un giorno di metà ottobre di tanti/pochi anni prima.Fu da allora che presi a leggere avidamente i giornali che giravano per casa. Fu da allora che capii qualcosa in più della morte.Mi fu chiaro che non avrei dimenticato, mi fu spontaneo piangere per l'ingiustizia, mi fu normale entrare al Fila per mano a mamma per andare a rendere omaggio al mio Capitano.Fu come varcare una soglia, quella che separa l'innocenza dalla consapevolezza.Ognuno di noi sa qual è il momento preciso in cui gli si è conficcata nel cuore quella spina che sta lì a sottolineare continuamente la gioia ed il dolore che l'essere granata comportano.Il mio momento fu quello.Che cosa mi rimane di allora? Tutto. Compreso il far parte di qualcosa di talmente grande da non trovare le parole.E quindi, a questo punto taccio, guardo in cielo, sospiro e ti ringrazio, Capitano.E voi, mamme e papa granata, continuate a raccontare del triestino dagli occhi azzurri che tanto fece per farci volare: NOI, si sa, raccontiamo tante favole e - meraviglia - sono tutte tristemente ed orgogliosamente vere.Grazie, Capitano, per sempre.
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