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mondo granata
di Giacomo Serafinelli
Buongiorno Toro...è inutile negarlo, sono Toro-dipendente. I miei fine settimana sono organizzati in base al giorno e all'ora in cui gioca il Toro (a proposito: mannaggia al calcio spezzatino, al venerdì, al lunedì e alla domenica alle 12 e mezza) e l'umore dei lunedì mattina lavorativi dipende da ciò che è successo in campo. Beh che vi aspettavate? Quando cantiamo “questa è una malattia che non va più via”, ci sarà pure un fondo di verità, no? Detto questo, i risultati che il Toro sta ottenendo mi rendono, finalmente, ottimista. Ottimista perché si intravede la luce in fondo al tunnel, perché la sorte sembra girare dalla nostra parte, perché si vede armonia e voglia di impegnarsi e fare bene. Nessuno si monti la testa, sia chiaro, ma quanti di noi, dopo la stagione scorsa, si sarebbero aspettati un inizio di campionato simile? Chi si intende di numeri mi dice che stiamo sbriciolando un record dopo l'altro. Sono contento, ma non è una cosa importante. L'importante è avere un'identità, un gioco e la spensieratezza per metterlo in pratica. Tutto il resto viene di conseguenza. Simone, un gentile lettore, mi ha mandato una bella e mail, da cui estrapolo questo periodo:
“Il Toro è diventato forte, cavolo. Fino a pochi mesi fa le squadre pensavano: “Andiamo a Torino a prenderci i tre punti”. Cittadella, Varese, Crotone...Ma adesso sono tornate a pensare: “Cavolo, arriva il Toro...speriamo di non prenderle!” E puntualmente le prendono”.
In poche righe Simone ha riassunto ciò che sta accadendo in questo momento. Non c'è forse da essere ottimisti? Insomma: se è un sogno, non svegliateci.
Voglio dedicare questo cappuccino ad un mio carissimo amico, M., indomito e coraggioso cuore granata. Dopo una lunghissima degenza ospedaliera, ieri è finalmente tornato a casa. Nei momenti più difficili il Toro gli ha dato il coraggio e la voglia di lottare.
Te l'ho sempre detto, amico, tu sei forte come il Toro. La parola d'ordine? Ottimismo!
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