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Palo e contropalo di Roberto Muzzi

Palo e contropalo di Roberto Muzzi - immagine 1
di Guido De Luca
Redazione Toro News

Un gruppo di giocatori debole psicologicamente che non crede sino in fondo alle proprie capacità è uno dei tanti problemi che attanaglia la squadra granata in questo campionato.Un’altra chiave di lettura dello scarso rendimento del Torino può consistere nel fatto che gli stessi giocatori siano sin troppo consapevoli dei propri limiti. Se queste sono le premesse, l’approccio psicologico alla trasferta di San Siro dei nostri non può che essere ideale. Nel senso che la ragione porta inevitabilmente a prevedere una sconfitta, magari di misura, ma sempre con poche speranze di cogliere punti preziosi per la classifica. Di conseguenza, senza pressione per il risultato, non dovrebbe esserci alcun problema psicologico e, contro avversari di rango superiore, nessuna pretesa di uno scontro ad armi pari. Non rimane che l’entusiasmo e un pizzico di consapevolezza. L’entusiasmo di giocare in uno degli stadi più belli del mondo (un privilegio per qualsiasi giocatore e un sogno cullato magari sin da bambino) e la consapevolezza che potrebbe essere anche una delle ultime occasioni per calcare l’erba di Milano per i più “anziani” del gruppo. E allora, divertitevi: giocate con spregiudicatezza e con volontà. Prendete ad esempio chi vi ha preceduto anche solo due anni fa. Un nome su tutti: Roberto Muzzi. Un calciatore, ormai alle soglie della pensione  e al suo ultimo anno in granata, che ha fatto tremare i pali della porta del Milan nel dicembre del 2006 con un colpo di testa e una semirovesciata che ha imbambolato il portiere Kalac e la difesa intera di capitan Maldini. Con un pizzico in più di fortuna, saremmo qui a parlare di un’epica vittoria dopo che il rossonero Gilardino aveva sciupato un calcio di rigore a proprio favore. Era la partita successiva ai festeggiamenti del Centenario del Torino Fc e la trasferta di Milano era stata accompagnata dell’entusiasmo di diverse migliaia di tifosi al seguito.Dopo un primo tempo guardingo, Rosina e soci si erano scatenati nella ripresa e più volte con le discese di Comotto sulla destra avevano portato pericoli alla porta milanista. Una partita gagliarda, forse la migliore della gestione Zaccheroni, che aveva illuso sul buon prosieguo del campionato. Nulla è impossibile, basta crederci e ispirarsi a episodi anche del passato più recente. E allora domenica sera carichiamoli a testa bassa... che forse in questo momento ci riesce meglio.