Il Toro di ieri sembrava sfornato dalle vetrerie di Murano tanto era fragile e trasparente, e il cristallo del suo equilibrio si è leggermente incrinato al primo scossone. La tattica degli avversari non aveva bisogno di molte finezze: bastava buttare la palla in area granata e vedere l'effetto che faceva: qualcosa succedeva sempre. Insomma, l'errore di giornata è sempre fatale perché la sorte non concede clemenza ai recidivi, e la casistica degli svarioni è costretta a inventare neologismi per definirsi. In settimana GDB, fra i sorrisi e le battute del suo cliché, ha detto cose che quasi tutti hanno rimosso perché ipotecavano il futuro ... però le ha dette.
mondo granata
paREGGI NAscosti nell’oblio
Ha dichiarato che se il Toro riusciva a trovare sul campo la qualità e il temperamento allora poteva dire la sua e che grazie all’Albinoleffe i ragazzi erano tornati con i piedi per terra, ma il tono sembrava come quello di Prodi quando affermava di avere la maggioranza in Senato: ben altro profilo rispetto al muso duro di quando si imponeva il gioco a tutti.
Questo vuol dire che ha compreso i limiti attuali di una squadra che non ha saputo decollare, che non è riuscita a travolgere, che non ha saputo infilzare le sue frecce nel bersaglio. Insomma, una volta manca la concentrazione, l'altra la fortuna, oppure s'inceppano gli schemi, o c'è l'arbitro contro, o giochiamo in 10, ma ieri è mancata anche un po' di voglia. Il Toro della prima giornata ha giocato in Sol Maggiore; nelle amichevoli in Do Minore; ieri purtroppo lo spartito è stato in Mi Bemolle ... molto molle, quasi languido.
Gioco lento, sfinente, orizzontale e lanci lunghi ( comunque sempre sbagliati ), stimolatore di latte alle ginocchia. Ogni verticalizzazione tornava indietro come se avesse sbattuto contro un muro; cross non se ne potevano fare perché mancava l'ariete ( veramente c’era … ma chi l’ha visto? ), affondi neppure perché mancava il toro, rapine neanche perché non avevamo lo scorpione: dovevamo arrangiarci con un sagittario o un capricorno in giornata no, perché la Luna era entrata nel Leone, ma il leone Amoruso ahimè era uscito.
Il furore del Toro era rimasto sullo scintillante pullman dell'avvenire posteggiato fuori dal Granillo abbastanza deserto rispetto alla solita bolgia asfissiante dei loro tifosi: forse il magazziniere si era dimenticato di scaricarlo. Il Toro non ha saputo capitalizzare il vantaggio nel aver segnato prima e neppure quello del silenzio reggino, anomalo ma preferibile a una curva che con il suo urlo poteva condizionare un arbitro insicuro. Pratali inizialmente sembrava dormicchiare e solo le vibrazioni della traversa dei calabresi l'hanno un po' scosso, tanto da prendere le redini della difesa per il resto dell’incontro e per fortuna nostra, diventare baluardo difensivo attento e scrupoloso.
Dalla porta Sereni ripensava a quei goal della “vita” che da lontano gli fecero un po’ tutti lo scorso campionato, pensando che nella mitologia l’oblio era associato al fiume Lete che conduceva all’oltretomba e che forse lo stesso fiume quest’anno aveva cambiato corso. Pisano non è evaso scavando un sentiero sulla fascia come aveva fatto nella precedente partita l'impeccabile Rubin: ed in difesa, come in attacco lasciava un post-it con su scritto "torno subito. Zanetti lavora a cottimo ma non incide, e anche Saumel ha sgobbato pur senza entusiasmare.
Corini, oggi criticato, a me non è dispiaciuto anche se si è livellato alla scarsa brillantezza complessiva. Su Di Loreto sono prevenuta e taccio: un bello spunto con appoggio a rientrare e poi recita a soggetto "lo smemorato di Collegno. Diana ha tali meriti acquisiti che sarebbe ingiusto classificarlo oggi, però ha rasentato il disastro. Bianchi in attacco è stato evanescente e ha giocato ai 4 cantoni contribuendo alla paralisi di gruppo che ha contagiato il reparto. Se il danno di prima erano le palle gettate in mischia nella nostra area di rigore, ora il problema è la difesa inattiva, il centrocampo inattivo e l’attacco evanescente sulle palle in movimento, e tutto questo fa girare le “palle”.
La fotografia del loro goal del pareggio è un'istantanea da immortalare: un fantasmagorico flipper dove la pallina va sempre agli altri, fra luci che si accendono e campanelli che trillano, mentre un innocuo cross crea lo scompiglio in area e lo score cambia impietosamente: sogno di primato svanito e “game over” … quello del Toro, ovviamente.
Lo sfinente Abbruscato fa la sponda, ma restituisce sempre il pallone a chi gliel'ha passato, e come al Monopoli si deve tornare alla partenza senza passare dal via.
Se non è un fromboliere, perché gioca prima punta? Molto meglio il pelato Stellone.
Dicono che la Roma gioca all'attacco senza attaccanti ... sì, ma loro hanno Totti e Perrotta, noi Rosina a part-time.
Già … ammetto che il principino ( con tutto il bene che gli voglio ), ha un sinistro magico, ma ieri si è visto bene che qualcosa gli impedisce di calciare come sa. Tiri, corner, punizioni, cross, lanci lunghi, tutto era flaccido e spompato. Poi, sfinito, ha scelto di fare il Palo dell'Ortica azzardando passaggi di due metri.
Infine Amoruso: è l'unico imprevedibile, insieme a GDB che l'ha sostituito, ahimè! Con il suo passo da giaguaro usciva dalla jungla con sprazzi di vivacità, ma la fitta vegetazione del centrocampo lo inghiottiva di nuovo.
Se penso ai soli e sempre ottimi Sereni e Amoruso, oltre al buon Pratali, mi accorgo della relatività del tempo: sembrano passati anni da quando il gioco a terra del Toro brillava di luce propria.
E mentre il rosario degli "approcci errati alla partita" si snocciola fra i misteri dolorosi della domenica, l'allenatore dice che avevamo un buon possesso palla ( ?? ) e abbiamo peccato di ingenuità nel non cercare di chiudere la gara.
Io dico che avere la panchina lunga è un lusso che deve essere sfruttato. I cambi vanno fatti nei tempi giusti, quando era palese a tutti la giornata no di alcuni elementi in campo. E poi Rubin in panchina e la stellina Dzemaili addirittura in tribuna proprio non riesco a concepirlo.
E come direbbe "Quelo" a GDB ... "la seconda che hai detto; la risposta è dentro di te... epperò è sbajata".
In conclusione, per come si era messa la gara siamo riusciti comunque a portare a casa un buon punto che fa morale e classifica e ci si tocchi pure senza farsi troppi scrupoli ciò che va toccato in questi casi, perché, per chi non se ne fosse accorto, anche Monna Fortuna da qualche settimana sembra finalmente essersi accorta del Toro. Ma la dea bendata non è cieca, magari è solo un pochino miope, e per quanto visto con i quattro pali a favore in due partite è disposta anche a darti una mano, se può. A patto, però, di non nasconderti e che la si aiuti a vederti.E il Toro, domenica prossima contro lo “Special One”, è meglio che si faccia vedere. Eccome se è meglio!!. Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.
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