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mondo granata
di Giacomo Serafinelli
Buongiorno Toro...qualificarsi per i play off non è impossibile, anzi la classifica ci dice che siamo ancora padroni del nostro destino, ma la tendenza delle ultime settimane non permette facili entusiasmi. Nel calcio in cui la vittoria vale tre punti, il pareggio ha molto spesso (non sempre, ad onor del vero) il sapore dell'occasione persa. Certo, ogni partita ha la sua storia, ma ultimamente alle nostre storie manca il lieto fine.
Subiamo gol quasi sempre, indice, questo, di una evidente fragilità difensiva; rimane poi un mistero l'imbarazzo mostrato a più riprese dal portiere Rubinho nel disimpegnarsi con i piedi. L'ultimo esempio della scarsa confidenza col pallone ce l'ha dato proprio a Siena, quando un rinvio svirgolato ha rischiato di mettere gli avversari in un' ottima posizione per concludere a rete. D'altra parte l'attacco (dopo l'exploit di Ascoli, dovuto all'effetto del Lerda-bis) è piuttosto asfittico e ormai vede in Bianchi l'unico giocatore in grado di segnare con regolarità. Purtroppo lo stesso Bianchi non sta attraversando un ottimo periodo di forma, e questo può rappresentare un problema in vista di un trittico di partite in cui l'efficacia e la freddezza sotto porta (ed eventualmente dal dischetto) saranno fondamentali.
Al di là dell'errore che, ovviamente, ci può stare (anzi direi che ci “deve” stare, altrimenti saremmo tutto fuorché umani) quello che mi sembra grave è il reiterarsi degli sbagli e delle amnesie, siano esse difensive o offensive, che ci portano a concludere partite di cui non siamo mai soddisfatti a pieno. Il Toro ha collezionato sette risultati utili consecutivi, ed è proprio questa serie che ci ha fatto prima agganciare e poi mantenere la zona play off; eppure nessun tifoso granata è sereno, perché in tutti c'è la sensazione che si siano perse troppe occasioni, molte delle quali per approcci sbagliati sia dal punto di vista del gioco che della mentalità.
Se escludiamo il pareggio di Siena, di cui ometto di parlare per ovvi motivi, quelli interni con una Reggina tremebonda e sulle gambe, e con un Piacenza pericolante e sconfitto cinque volte nelle precedenti sei partite, gridano vendetta, soprattutto perché ottenuti giocando senza convincere.
Alcuni pareggi hanno fatto la storia del calcio, gli ultimi ottenuti dal Toro hanno lasciato l'amaro in bocca. Mi auguro che la partita contro la Triestina possa invertire la tendenza, perché abbiamo bisogno di un'iniezione di grinta e di punti: è questa la cura per tornare in serie A.
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