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Buongiorno Toro...risultato a occhiali, si diceva negli anni ruggenti e proprio gli occhiali indossava colui che, ripreso in seguito da Gianni Brera, parlò di questo risultato come dell'espressione della partita perfetta. Si trattava di Annibale Frossi, il famoso dottor sottile. Sia il centravanti occhialuto, che l'autorità del giornalismo sportivo (e non solo), amavano la tecnica e la tattica, l'estro e la razionalità. La fusione perfetta di tutti questi elementi non poteva che dar vita ad uno 0-0. Un bellissimo 0-0. Qualsiasi altro risultato, è frutto di errori. Di paradosso si tratta, tutti ne conveniamo,ma alzi la mano chi, dopo Sassuolo-Torino, possa affermare di aver visto una partita brutta, seppur scevra di emozioni.
Certo, il momento di studio iniziale, il tic toc tic toc declinato nei venti metri adiacenti il centrocampo, è stato un po' ampolloso, ma la restante parte di partita ha dimostrato che Toro e Sassuolo sono, allo stato attuale, le migliori squadre della serie B. Del resto si affrontavano le difese meno vulnerabili e proprio le difese hanno prevalso. Senza sbavature. L'unica incertezza della retroguardia granata è stata neutralizzata dalla manona di Coppola, finalmente decisivo, aperta per dire di no ad un tracciante a mezz'aria di Sansone, centrocampista dal cognome antifrastico e dall'invidiabile verve.
Per il resto, dall'una e dall'altra parte, ci si è proposti solo con tiri da fuori o con calci piazzati.
Pochi sussulti, dunque, perché gli allenatori, proprio come due scacchisti, hanno anticipato e neutralizzato ogni mossa dell'avversario. In casa Toro le considerazioni da fare sono essenzialmente due. Primo: il centrocampo granata non può prescindere dalle intuizioni di Iori. Ci si accorge della sua importanza quando c'è, ancor più quando manca. Secondo: questo tipo di partita può piacere o no, ma rimane il dato di fatto innegabile che un punto fuori casa contro una squadra brillante e in forma è tutt'altro che da disprezzare. Soprattutto quando ti fa aumentare il distacco dalle seconde.
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