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Passo, carezzo

Passo, carezzo - immagine 1
di Marco Peroni
Redazione Toro News

Una volta che ero un ragazzo di vent’anni, e d’estate facevo il bagnino in un villaggio per pagarmi l’università, succede che mi presentano un omone affascinante e che si chiama Corrado. Sempre a caccia di persone un po’ particolari, resto colpito dalla sua favella intensa e discreta, e pure dalla sua lunga coda di capelli bianchi. Io sono seduto sulla mia sdraio bianca e blu, lui si mette a nuotare ma scambiamo due parole tra una vasca e l’altra. Si finisce sulla musica e scopro che conosce a menadito tutto quello di cui io mi sto prendendo (che ne so: Cantacronache, la produzione meno conosciuta dei più grandi cantautori, ecc).Scoprirò più tardi che lui stesso era stato un cantautore, e aveva respirato il fumo del mitico Folkstudio: assieme, tanto per fare due nomi, a Rino Gaetano e Francesco De Gregori. Un incontro breve ma di quelli che si fermerà nella memoria, anche perché quell’uomo firma articoli di sport su un quotidiano nazionale e per anni incrocerai le sue parole...

Gli articoli che ho letto di Corrado Sannucci mi sono sempre piaciuti: spesso la carta stampata è la continuazione della televisione con altri mezzi, ma quello non era certo il caso suo. Sapeva scrivere, quella cosa che si fa solo dopo avere setacciato respirato afferrato qualche cosa fino in fondo. Aveva anche pubblicato un libro che vi segnalo, La notte del calcio (Editroce Zona), in cui manifestava insofferenza per il sistema che tutti sappiamo.

Ero al corrente della sua malattia, mi era arrivata notizia del suo modo di affrontarla a testa alta, senza abbassare gli occhi, e dunque portandosi via tutto quello che si poteva anche dagli ultimi anni. Così, qui insieme a voi saluto in punta di piedi un’amicizia solamente sfiorata e una grande penna. E lo faccio riportando alcuni passi del suo ultimo libro che con un colpo di classe in “zona Cesarini” aveva intitolato A parte il cancro tutto bene. Il segretoQuando camminiamo tra gli altri abbiamo un segreto.Quando compriamo una mozzarella di bufala abbiamo un segreto.Quando ci chiedono perché abbiamo tagliato i capelli abbiamo un segreto.Il segreto ci fa compagnia in ogni momento della giornata.È al nostro fianco mentre camminiamo con le buste della spesa in mano.Ci sussurra nell’anima mentre siamo fermi a un ingorgo.Il segreto è una nuova carta d’identità,una pietra miliare,un’antenna, un faro, è il nostro punto di riferimento.Il segreto è la nostra condanna e la nostra salvezza.Rende rilassanti i brevi momenti di tregua,un cappuccino caldo in un bar parlando di un viaggio.Rende più commoventi gli abbracci e gli scambi d’affetto.Il segreto è la tua nuova educazione.La cortesia che riversi su tutto ciò che ti circonda.E non riesci a ricordare come poteva essereNon avere un segreto…Si poteva essere così poveri?

 

Un abbraccio a tutti, Marco