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Claudio e Patrizio Sala, due grandi calciatori che hanno conquistato l’ultimo tricolore del Toro suonano la carica: "Adesso servono le persone giuste per il vivaio, quelle contano più dei soldi".
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Claudio e Patrizio Sala, due grandi calciatori che hanno conquistato l’ultimo tricolore del Toro suonano la carica: "Adesso servono le persone giuste per il vivaio, quelle contano più dei soldi".Si ritrovano insieme in al Club San Paolo-IMI ha raccontare i tifosi i loro ricordi e parlare del settore giovanile.Il primo a parlare è il Poeta, Claudio Sala: “Ho sempre invidiato Patrizio, perché è arrivato dal Monza in C2 nel 1975 e ha vinto subito lo scudetto.”“Però Claudio non dice – interrompe Patrizio – quante volte si arrabbiava con me se non lo servivo perfettamente. Pecci era più comprensivo. Io correvo come un matto, ma ero felice di giocare con loro. Alla fine della partita, ci abbracciavamo, e Claudio mi diceva di non arrabbiarmi, l’importante era vincere e noi allora vincevamo spesso”.“Ha ragione Patrizio – prosegue Claudio – eravamo un grande squadra, completa. C’era amicizia e rispetto. Pianelli è stato un grande presidente”.Dopo Pianelli, il Poeta parla di Cairo: “Dobbiamo tenercelo stretto, lui è uno di quelli che vuole fare il bene del Toro. Si prodiga e non si risparmia. Viene alle amichevoli è presente a tutte le partite, è un ottimo presidente”.Claudio Sala, possibile candidato alla guida del vivaio granata, analizza il settore giovanile: “È fondamentale ci vuole una vita per costruirlo e un giorno per distruggerlo. Non è semplice, una volta il settore giovanile si faceva con due soldi, adesso è un grande investimento. Quando arrivai nel 1969 al Toro dieci undicesimi della squadra erano cresciuti nel vivaio, questo fatto la dice lunga sul valore dei giovani. Una altra cosa che manca è il Filadelfia, quello era il luogo giusto per fare crescere i ragazzi e farli diventare calciatori”Patrizio Sala, anche lui si occupa con la sua scuola calcio di preparare i giovani al calcio, è di parere diverso: “Non ci vuole tanto tempo per creare un settore giovanile, ci vogliono i soldi ma non sono determinanti, serve capacità, saper scegliere le persone giuste e la voglia di credere nel vivaio. Sono sicuro che Cairo saprà scegliere le persone idonee”.
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