mondo granata

‘Per il tifoso del Toro basta poco, ma la pazienza ha diversi livelli’

Diego Fornero
Oggi, per la consueta rubrica 'Imprudentia', prosegue il nostro viaggio nella 'disaffezione granata', con un tifoso che ci pone il problema della 'scomoda' presenza di una squadra così vincente nella città del Torino..

Oggi, per la consueta rubrica 'Imprudentia', prosegue il nostro viaggio nella 'disaffezione granata', con un tifoso che ci pone il problema della 'scomoda' presenza di una squadra così vincente nella città del Torino..

Mi chiamo Beppe, ho 52 anni da sempre seguo  il Toro, prima spesso allo stadio, negli ultimi anni piu’ in tv con abbonamenti vari (mediaset/sky ). Personalmente  non credo ci sia una disaffezione verso il Toro perché chi è tifoso del Toro NON PUO' Disaffezionarsi a questa maglia e cio’ che rappresenta.

Penso invece ci sia un calo di tifosi che vanno allo stadio, frutto di componenti da non trascurare e qui viene il bello. Torino ha due squadre: una è stata gloriosa, la nostra, l’altra è una costola del piu’ grande gruppo industriale italiano, la Fiat, di cui la "Famiglia" è sempre stata una potenza economica e anche politica.

Nelle altre città con due squadre questa differenza abissale non c'è, non esiste. Le due società milanesi sono entrambe economicamente forti, hanno vinto e vinceranno entrambe; le due genovesi sono entrambe discrete ma simili, non vincono ma alternano campionati piu’ o meno simili; per le due romane stesso discorso, magari  economicamente piu’ forti delle genovesi ma comunque simili come vittorie come peso squadra. Tutto cio’ ha comportato e comporta negli anni ad avere piu’ o meno la stessa crescita  media di tifosi equiparabili nella  loro citta’. 

A Torino cè una voragine fra noi e la squadra della Fiat, loro potenti e ricchi hanno vinto e continuano a vincere (più o meno onestamente) e noi, fra momenti buoni di serie A, vedi lo scudetto e il secondo posto e non solo, e retrocessioni in serie B arranchiamo, lottiamo, combattiamo ma la musica non cambia, vittorie zero. In una città con questa enorme differenza societaria e di vittorie, negli anni la crescita dei tifosi certamente è diversa rispetto ad altre città con due squadre, per l’esempio che citavo prima. La squadra della Fiat ha tifosi che aumentano sempre a partire appunto dai ragazzini: il perché è chiaro. I tifosi del Toro, invece, crescono poco, e non certo per i risultati quanto piuttosto per una tifoseria che si tramanda da padre in figlio, o nipoti, o altro, ed ecco che se diventi un granata allora non molli più il toro anche se va male. Per cui la disaffezione in realta’ non c'è, anzi... se non fosse per questo amore granata con leggenda annessa probabilmente si che un'altra squadra, in un'altra città, con questa differenza avrebbe pochissimi ed esigui tifosi.

Invece  anche cosi, con tutte le delusioni passate e con questa differenza unica al mondo, i tifosi resistono: ci sono, ovvio che vorrebbero di piu’ è normale... la tradizione è anche un po dalla nostra parte.

Quindi tifosi negli anni che resistono ma diminuiscono come crescita, mentre crescono per l’altra squadra che continua a vincere.

Secondo: capitolo prezzi per me sono cari il toro non ha ingaggi da nababbo per cui è possibile mantenere prezzi piu’ accessibili e portare gente allo stadio. Con prezzi così alti, in periodo di crisi come stiamo vivendo, molti vanno a vedere solo  la partita di cartello, come quella con l'Inter, e sarà così anche per le altre big, con le quali facciamo l’esaurito. 

Dulcis in fundo: non sono poi così sicuro che la nostra realtà calcistica non abbia avuto problemi con il gigante Fiat dall’altra parte, troppi presidenti hanno preferito andare in altre città, qualcuno di loro, del resto, lavorava per la Fiat… possibile che nessuno voglia prendere la società granata qui nel regno Fiat ? Mah…

A far felice i tifosi del toro basta poco … Ma la pazienza ha diversi livelli per ognuno di noi.

Un affezionatissimo tifoso granata

Beppe

Buongiorno Beppe,

ho letto con attenzione la tua lettera e mi pare di poter sostenere che tu abbia individuato tre punti fondamentali del problema della 'Disaffezione granata' cui dedichiamo questa nostra, ormai consueta, rubrica. Il primo, a tuo parere, riguarda i risultati, soprattutto se comparati alla 'presenza scomoda' della seconda squadra di Torino e delle sue vittorie. Il secondo riguarda i prezzi dello Stadio, a tuo parere inaccessibili a molti. Il terzo non è un vero e proprio 'motivo', quanto piuttosto una riflessione sulla Società e sulla sua storica scarsa appetibilità verso imprenditori danarosi e lungimiranti.

Per quanto riguarda l'inevitabile dualismo presente in città, in effetti, è difficile darti torto. Basta dare un'occhiata ai ragazzini all'uscita da qualsiasi scuola elementare torinese per accorgersi di un dato difficilmente confutabile: la quantità di tifosi, o simpatizzanti, o aderenti di fatto, o qualsiasi cosa ti venga in mente, della seconda squadra di Torino è assolutamente preponderante. La scorsa estate, nelle settimane di 'boom' scudetto, la metà dei ragazzini era equipaggiata di maglietta bianconera, spesso e volentieri anche con qualche cifra sballata sopra e con un numero eccessivo di stelline dorate. Una mattina in particolare, attraversando una rotonda, ho notato un'intera scolaresca maschile (stiamo parlando di 10 ragazzini almeno) dotata dal primo all'ultimo, nessuno escluso, dotata di quella indigesta divisa da gioco. Parliamoci chiaro: fra figli di tifosi, figli di immigrati a loro volta divenuti tifosi, simpatizzanti ed opportunisti, la supremazia è netta fin dalla tenera età, e non escluderei nemmeno del tutto che fra quei giovanotti in maglia bianconera non ci fosse qualcuno dei figli di coloro che stanno leggendo queste nostre parole, magari preso da un comprensibile spirito di emulazione, difficilmente biasimevole a quell'età.

Del resto hai perfettamente ragione: il gap di risultati, qui a Torino, ormai dai primi anni novanta (ossia più o meno da quando ho iniziato ad interessarsene la mia generazione) è talmente imbarazzante che servirebbe una grande dose di autolesionismo per appassionarsi, all'improvviso, del Torino, senza che vi sia dietro un padre, un nonno, o un qualunque parente caloroso alle spalle, che ci trasmetta come un bene, scomodo e prezioso al tempo stesso, la fede per il vecchio cuore granata. Già dei miei coetanei, del resto, è pressoché impossibile trovarne uno che non abbia ricevuto questa passione in eredità, e possiamo dire che, per forza di cose, sui 'grandi numeri' qualcosina si sia perso e si continuerà a perdere per strada.

Questa, peraltro, è solo una sfumatura del problema e, paradossalmente, quella che ci interessa un po' meno: se il tuo discorso, infatti, vale per le nuove generazioni, è difficilmente applicabile a chi ha la tua età, e che, possiamo dirlo chiaramente, ormai può definirsi 'inguaiato' irreparabilmente. La fede calcistica, infatti, è un bene difficile da perdere per strada: può appannarsi, sbiadirsi, magari essere persino riposta temporaneamente in un cassetto, ma ben difficilmente potrebbe svanire del tutto. E allora? Dove sono finiti quei granata che pochi anni fa affollavano un 'Delle Alpi' con il doppio di capienza dell'attuale 'Olimpico' (purtroppo non si chiama ancora 'Grande Torino')? Vuoi dirmi che anche loro, dopo tutti questi anni, si sono fatti scalfire dai risultati o dalla scomoda compresenza degli strisciati vincenti? Ormai dovrebbero averci fatto l'abitudine, non posso credere che anche 'questi' tifosi si siano fatti sopraffare dallo sguardo nell'orticello altrui, del quale, sarò franco, poco dovrebbe interessarci. Il Toro è il Toro, e dovrebbe restare tale, con una tifoseria fiera pronta a non farsi scalfire da nessuno. Del resto tu stesso hai scritto: "se diventi un granata, allora non molli più il toro, anche se va male".

Questi granata che c'erano e non ci sono più sono proprio l'oggetto delle nostre attenzioni, quelli cui ci rivolgiamo con più attenzione per comprendere il fenomeno, e quelli che invitiamo a partecipare a questo spazio con le loro testimonianze. 

Sulla questione prezzi, avremo modo di tornare rispondendo a chi ci ha esposto questa tematica come principale, anticipandoti già come sia assolutamente condiviso, da parte della nostra Redazione, il tuo pensiero: abbiamo più volte invocato sconti e riduzioni, soprattutto per le famiglie, oltre alla previsione di formule a 'carnet' o a mini abbonamento, ma la Società non deve aver dato molto peso alle nostre osservazioni.

Per quanto concerne le sorti del Torino inteso come Club, inutile dirti che quello che tu hai ben sintetizzato in due righe riflette un problema storico piuttosto serio, e con un grande connotato di verità, relativamente al quale poco possiamo fare. La tua chiosa finale, però, è perfetta: "A far felice i tifosi del toro basta poco … Ma la pazienza ha diversi livelli per ognuno di noi". E' proprio così, ma continuiamo a sognare un 'popolo' di granata pazienti, che facciano proprio di questa caratteristica un motivo di orgoglio, come, in fondo, è sempre stato, salvo episodi sporadici, dal 1949 in poi. Ci riusciremo un giorno? 

Grazie ancora per la tua lettera, ed invitiamo tutti i lettori a fare altrettanto esponendoci il loro punto di vista.

(Foto Dreosti)