mondo granata

Per nulla al mondo

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di Silvia Lachello
Redazione Toro News

Sabato, 13 dicembre 2008. Caro Diario, la scorsa notte, complice la febbre ed una bella bumba di medicine, ho fatto un sogno, un incubo, non lo so ancora... te lo racconto: ho bisogno di pensare ad altro...Passavo da una realtà ad un'altra attraverso una sorta di 'tunnel spaziale'... forse dovrei lasciar da parte Star Trek per un po'... erano diversi piani di esistenza, universi paralleli, non so bene come spiegare.Il tutto inizia al Fila. Uso il presente storico perché è ancora tutto così nitido nella mia memoria...Sono con tanti (tanti!) amici, siamo lì per prenderci cura della nostra Casa: alcuni tagliano l'erba, altri ripuliscono i resti delle gradinate, io cucio le maglie rotte delle reti, altri ancora appendono ai pennoni enormi vessilli granata.Sembriamo uno sciame ebbro e gioioso e, a lavoro terminato, ci sediamo a centrocampo per guardarci in faccia, per guardarci intorno, per guardarci dentro.All'improvviso si apre un vortice di luce accecante sulle nostre teste e veniamo scaraventati altrove.Altrove? No, siamo sempre lì al Fila, ma i palazzi intorno sono diversi. Solo lo Sweet e la pizzeria di Davidone sono dove devono essere.Ci dirigiamo lentamente verso lo Sweet e lì giunti uno di noi prende a leggere un giornale sportivo. I titoli, i titoli sono strani. Manca qualcosa.Non si parla di Rubbentus. Non ce n'è traccia. Ci passiamo il giornale di mano in mano con gioia crescente finché il precisino della compagnia esclama: “Io non so dove siamo ma anche qui la Rubbentus c'è... in Lega Pro!”Boato della folla.

Ma dove siamo finiti? In fondo a via Filadelfia l'insegna di un internet point lampeggia suadente. Silenziosamente ci avviciniamo. I due più coraggiosi si fanno avanti e, sorpresa, nell'internet point campeggia un cartello: “I computer e la rete sono a vostra disposizione, lasciate tutto in ordine, per favore”.Un mondo estraneo ma sicuramente gentile.I due entrano in rete, funziona come nella nostra realtà, e vanno a consultare .Prima ricerca: Toro. Strano: è tutto come qui. Tragedie, gioie incredibili ed insperate, nuove devastazioni... per non parlare della storia recente... allenatori che vanno, vengono e vanno di nuovo... una girandola nota e familiare.Seconda ricerca: Rubbentus. Ed il sito recita così: “La Rubbentus, recentemente retrocessa in serie B per illeciti sportivi è stata di recente ulteriormente retrocessa per antipatia conclamata e brutta divisa. Per ulteriori informazioni vi rimandiamo al sito .”Ancora boato della folla.

Però siamo perplessi.Uno di noi avanza l'idea di tornare dentro al Fila sperando che accada qualcosa che ci riporti da dove siamo partiti... gli diamo ascolto e di nuovo veniamo accolti dalla stessa luce sfavillante di prima.Non appena in grado di riaprire gli occhi... be', sì, siamo sempre lì ma lo stadio è tutto intero, come se fosse sbucato fuori dal mio cassetto interiore dei ricordi dell'infanzia.Alcuni di noi lacrimano per l'emozione, altri spalancano la bocca perché l'avevano immaginato tante volte ma non così.Ma i lacrimanti, eh, i lacrimanti... loro si rendono conto di far parte di un sogno dentro ad un sogno... ed allora rivologono lo sguardo in cielo per richiamare la luce.Che arriva.E trasporta lo sciame granata... al Fila.Sembra non ci sia modo di uscire da lì. Quanto meno tutto è come è nella realtà: rovine e sterpaglie.

Di nuovo in avanscoperta. No, non è ancora il nostro mondo, lo si capisce dai colori delle case, sono colori sgargianti, niente a che fare con Torino... lo Sweet, lo Sweet è ancora lì, però.Stessa pantomima: giornale sportivo passato di mano in mano.Il Toro? Non ho manco voglia di dirtelo: tragedie, gioie, cadute, speranze, girandole di allenatori.La Rubbentus? C'è. Ma gioca in un campionato a parte con altre tre squadre... fammi pensare: due squadre di Milano ed una di Roma, mi sembra... hanno dodici stellette d'oro sulle maglie, quasi una parodia assurda della bandiera americana.Ah, sì, il Toro gioca con la maglia bianca: i tifosi hanno chiesto (ed ottenuto) che le maglie granata non vengano indossate fino a ritrovata dignità calcistica.

E avanti così: un susseguirsi continuo di luci e di Fila. Altre realtà si manifestano agli occhi con un'unica costante: NOI siamo sempre gli stessi, la nostra storia è sempre uguale.Sempre.Sempre c'è una collina di troppo, sempre c'è un'auto casuale e causale, sempre c'è una vena spezzata.

Aspetta, adesso mi torna alla mente... all'ingresso del Fila, sopra al portone granata, c'è una scritta in ferro battuto che recita: “Fai attenzione a ciò che chiedi agli Dei perché potrebbero dartelo”.Ce ne accorgiamo solo quando smettiamo di invocare la luce che ci avrebbe trasportato chissà ancora dove.E smettiamo di invocarla perché, tutto sommato, noi siamo come siamo e non potremmo rinunciare ad essere come siamo.Per nulla al mondo.E quella scossa ennesima di consapevolezza mi ha svegliata.Il sogno era finito.Ma saldamente inciso dentro di me.Come la frase in ferro battuto, che in quell'universo onirico arrugginirà ma ci sarà sempre una mano pietosa, sognatrice, testarda che la rimetterà a nuovo.

Anche se vacillo. Oh, come vacillo oggi. Cinque gol sul groppone sono troppi anche per me, quella che non si arrende mai.Continuo a non arrendermi ma vacillo.Che cosa vuoi che sia... un'altra buona notte di sonno e sarò di nuovo integra. Fisicamente e granatamente. E' come avere una sorta di potere autorigenerante.A volte vorrei che l'autorigenerazione non partisse spontaneamente, vorrei spezzarmi in mille pezzi e disperdermi, per avere un po' di quiete, così... e poi mi faccio la solita domanda: “Tu rinunceresti a tutto ciò?”.Conosci la risposta: PER NULLA AL MONDO.

E mentre ti racconto queste cose sento che la ferita si sta già rimarginando.Colgo l'ingiustizia, a livello cosmico, di questo destino ma è il MIO destino e lo curo con lo stesso amore e la stessa attenzione con cui curo i miei bambini. Lo guardo, li guardo crescere, sospiro un po' e via così.

Sai, da diversi (tanti) anni a questa parte vivo le vicende del Toro come i cittadini di Napoli nel film “Il Giudizio Universale” di Vittorio De Sica che sentono all'improvviso una voce tonante provenire dal cielo ed annunciare che “alle ore diciotto comincia il Giudizio Universale”.Rimangono in attesa delle ore diciotto, poi si mette a piovere ed infine spunta il sole.Per ora qui non si è ancora messo a piovere, non copiosamente quanto meno. Ho preso atto del fatto che alle ore diciotto comincerà il Giudizio Universale e guardo il cielo. Non so se con speranza o con rassegnazione.Forse con nessuna delle due.Perché comunque ho la chiara percezione e consapevolezza che le vicende del Toro e l'Idea del Toro sono disgiunte ed hanno vita propria.Più l'ultima, fra le due.Le vicende possono essere tenebrose, l'Idea risplende sempre.Oggi è un po' offuscata, almeno dentro di me.Domani sarà di nuovo fulgida.Come quella luce che, nel mio sogno, ci portava da un posto all'altro. Ma non ci allontanava mai dalla nostra Casa, da quello che eravamo, da quello che il Destino ci avrebbe portati ad essere.E allora FORZA TORO anche se con fatica. Anzi: con FORZA. Non potrebbe essere diversamente.

Poi un giorno ti racconterò di momenti migliori ma adesso... no, adesso mi riesce proprio difficile anche se quella luce... oh, quella luce... non si spegnerà. Per nulla al mondo.