mondo granata

Pesaro, tripudio granata

Ermanno Eandi
Pesaro – Venerdì la koinè granata si è riunita per tre importanti eventi: la giornata della Memoria Granata, la convention del Coordinamento dei Toro Clubs e per il primo incontro pubblico con Urbano Cairo. Sala gremita,...

Pesaro – Venerdì la koinè granata si è riunita per tre importanti eventi: la giornata della Memoria Granata, la convention del Coordinamento dei Toro Clubs e per il primo incontro pubblico con Urbano Cairo. Sala gremita, molti i tifosi in piedi, sono quasi in 250 a rappresentare i 37 Toro Clubs provenienti da ogni parte d'Italia. Ospiti dell’incontro Eraldo Pecci, Luigi Danova e il figlio di Aldo Ballarin. Ore 16,00, Mario Patrignani: “Molte squadre hanno avuto un passato glorioso, il nostro passato è leggenda”. Poi la sua voce snocciola come grani di un rosario, lentamente, i nomi degli invincibili di Superga. Si celebra anche la Santa Messa, rigorosamente in latino, in memoria di tutti i granata scomparsi. Nell’omelia Don Ugo sostiene che nel mondo ci suono due tipi di persone: quelli che “vincono con onore”, magari poco, con difficoltà e quelli che “accumulano” scudetti, coppe. Spesso, sostiene Don Ugo “coloro che accumulano sono ingobbiti dal peso della loro avidità, mentre nell’animo dei tifosi granata c’è la fierezza, quelli del Toro vincono anche moralmente, ed è questo spirito combattivo che ricordiamo in tutti coloro che hanno indossato la maglia granata”. Finita la celebrazione Patrignani s’infiamma, è il turno del Presidente: “Vi presento l’uomo che ha salvato il Toro dal potere tentacolare. Dopo tanti presidenti squallidi – dice - averne uno come lei di fede granata, con grandi disponibilità economiche e sganciato dai malefici poteri forti di Torino che tanto male ci hanno fatto, è come un sogno che si è avverato. I tifosi per lei hanno fatto una dura guerra di liberazione in agosto, pagando anche con la libertà”. La folla inneggia ad Urbano Cairo, che commosso dalla bollente accoglienza non può parlare, sovrastato dai cori. Poi inizia il lungo discorso, parla delle vicende estive, racconta le difficoltà affrontate per approntare la squadra e il settore giovanile. Patrignani torna alla carica e urla: “Il Toro senza il Filadelfia non è il Toro, ma un Robo qualunque. Il nostro tempio dovrà ritornare ad essere monumento nazionale. Vogliamo i nostri cimeli. Non vediamo l’ora di tornare al Comunale. Presidente: ci riporti in Europa!”. “Il mondo del calcio è difficilissimo – risponde Cairo –. Devi prendere decisioni importanti su cifre elevate in pochi minuti. Ricostruire il Filadelfia è una delle cose più belle e memorabili che possa fare un Presidente del Toro. Per realizzare un Filadelfia degno del precedente s'ipotizza un investimento di dieci milioni. Non voglio essere da solo nell'impresa: spero e credo che ci verrà in aiuto qualche fondazione. Per i cimeli stiamo trattando con il curatore e per il Comunale faremo il possibile. Io ce la sto mettendo tutta per costruire una squadra e riprenderci la nostra dignità. Vedrete, faremo delle belle cose”.Salutato con un'ovazione il presidente, si parla di coordinamento. Marco Montiglio, leader storico dei Leoni della Maratona: “Vogliamo raggruppare il popolo granata, organizzare i tifosi e riportare le famiglie allo stadio. Manterremo una netta separazione con la Società, se il Torino F.C. ci aiuterà ne saremo felici, se no andremo avanti da soli”. Oggi sono 40 i Toro club associati. Il presidente del club di Jesi legge lo statuto del che regola i rapporti tra i club e il dialogo con il Torino F.C. Si punta a risolvere i problemi dei tifosi (trasferte, viaggi e biglietti), promuovere iniziative culturali e tra gli obiettivi ci si pone quello di avere una piccola quota azionaria della Società in modo da portare la voce dei tifosi nel consiglio di Amministrazione.Ermanno Eandi