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- Redazione TORONEWS
La squadra riserve del Torino nel 1948. In alto da sinistra: Golin, Macchi, Bongiorni, Naretto, Audisio, Bersia. In basso da sinistra: Biglino, Giuliano, Francone, Operto, Dino Ballarin.
Era una delle più grandi ed interessanti promesse del calcio italiano, e non a caso il Torino - grazie a Mario Sperone - era riuscito a tesserarlo nell'estate del 1948 per dare il via a quella fase di inserimento di giovani talenti che avrebbe portato ad una progettata continuità di rendimento e di titoli conquistati: Piero Operto aveva stupito nelle due stagioni disputate con la maglia del Casale, un palcoscenico che l'aveva portato ad indossare la casacca granata.
Maglia che per la verità, il giovane terzino sinistro aveva vestito in sfide ufficiali solamente 11 volte: d'altronde, almeno per quella prima stagione, il suo ruolo era quello di riserva di un perno assoluto del Grande Torino quale era Maroso. Il futuro sarebbe stato tutto dalla sua parte, avendo comunque impressionato in maniera estremamente positiva in quelle poche chance che era riuscito a ritagliarsi. Il destino aveva tuttavia altri progetti, e quella prima stagione all'ombra della Mole sarebbe stata anche l'unica, ed ultima, della sua carriera: anche il giovane talento venne convocato per la trasferta di Lisbona, e perse la vita insieme agli Invincibili in quel maledetto 4 maggio 1949, all'età di soli 22 anni.
Oggi, Piero Operto di candeline ne avrebbe spente 96: il suo giovane volto, l'emblema di quello che avrebbe dovuto essere il glorioso futuro del Grande Torino, resterà immutato nella memoria del popolo granata, insieme a quello di tutti gli Invincibili.
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