Alzi la mano chi ha giocato veramente a pallone. Adesso, quelli con la mano alzata, provino a chiudere per un attimo gli occhi. Riuscite a ricordarvi bene cos'era, certe volte, a rendervi un po' più forti? Riuscite a ricordarvi cos'era, altre volte ancora, a rendervi invece deboli e vulnerabili? Che differenza passava, in certe domeniche invernali passate a pattinare sul fango, tra una sconfitta e una vittoria? Cosa faceva andare le cose in un modo o nell'altro? Era la faccia che si aveva, la convinzione, il tasso di agonismo nel sangue. Il sistema di gioco, la qualità degli allenamenti, persino la qualità dei giocatori – figuriamoci il colore della maglia! – possono a volte sottostare a queste semplici leggi. Non ci vuole molto a capire che, troppo spesso, quello che sta ci mancando è la faccia giusta. Quella che fa chiudere la partita quando è ora, per esempio. Quella che fa avere la reazione quando si va sotto, senza cedere alle paure e sbagliare le cose più facili. Cos'è “la faccia”? In questi giorni, ho trovato una definizione in una bellissima raccolta di storie a fumetti. Il libro, che mi permetto di consigliarvi, si chiama Esterno notte, scritto e disegnato da Gipi per Coconino Press. All'anagrafe Gian Alfonso Pacinotti, pisano classe '63, Gipi è uno degli autori di fumetto più conosciuti in Europa. La storia che ci interessa si intitola proprio “Storia di Faccia”. Si racconta di un incontro tra un cattivo finto e un cattivo vero. Sentite:“Non fare il cattivo con me. Io ti guardo negli occhi e lo vedo chi sei. Ora ti racconto una cosa che ho sentito in televisione in un bar: in Africa c'è un serpente che non è velenoso, non fa nulla, si chiama “falso serpente corallo”, perché è uguale al serpente corallo che invece è velenoso assai. Insomma, questo serpente è evitato da tutti gli animali, perché hanno paura che li morda. Ma sono dei brodi perché non gli farebbe mica nulla. E lui, capito, va in giro e fa il serpente velenoso. E lo fa, e ci gode. Lo fa fino a che non incontra qualcuno che lo riconosce per quello che è: un falso serpente corallo. E lo sai qual'è l'unico animale che lo riconosce al volo e lo mangia a morsi? Prova un po' a indovinare. Pensaci pure... non lo sai? Te lo dico io. E' il vero serpente corallo. Il vero serpente corallo lo riconosce subito. Lo vede subito che è un serpente buffone e un impostore. Ecco, oggi una cosa simile è successa a te. Sei andato sul muso a dei ragazzini facendo finta di essere uno cattivo, ma purtroppo per te uno cattivo l'hai trovato davvero. Sono io”.Il peso della maglia è una cosa che si sente quando non si ha la faccia giusta. Perché una resa vestita di granata brucia il doppio. Con la faccia giusta, invece, i fantasmi scappano, il peso della maglia sparisce e quella stessa maglia diventa come la tuta magica di un supereroe. Può ancora, addirittura, trasformare i fischi in applausi. Insomma, vale la pena lavorarci un po' su.Un abbraccio a tutti, Marco Peroni
mondo granata
Più che il modulo giusto
Alzi la mano chi ha giocato veramente a pallone.
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