mondo granata

Polvere

Polvere - immagine 1
di Mauro Saglietti
Redazione Toro News

Il Camminatore non fece fuoco subito. Si nascose dietro ad una delle colonne crollate, ma le api, erano intelligentissime e avevano sviluppato la capacità di volare silenziose per poi attaccare frontalmente.Si sporse in fuori con le braccia tese, già sapendo che l’avrebbe trovata lì, pronta a sferrare l’attacco.E lì era. Gli sembrò di scorgere un attimo di sorpresa negli occhietti dietro l’enorme pungiglione. Fece fuoco. L’ape esplose lasciando cadere a terra il suo liquido organico, acido e fumante, che il Camminatore si guardò bene dallo sfiorare. Gli restavano cinque proiettili, il resto era stato utilizzato durante il viaggio, ritrovato in una struttura non sbriciolata, quando ancora le sue mani non avevano assunto quella strana forma.Si guardò intorno. L’intera struttura era alle propaggini di una lunga distesa desertica, ricoperta da rovine e cenere bianca. Il cervello gli passò il concetto CASA. Le informazioni vecchie del cervello lo infastidivano.- Sei senza occhi per vedere e finirai nel primo baratro che ti si presenterà di fronte… - sussurrò.

 

Aveva imparato di nuovo a parlare quando aveva sentito sulla sua pelle il contatto con l’acqua vischiosa e grigia di un malsano ruscello color argento.Il cervello gli aveva passato l’informazione BERE, ma lui non aveva bevuto.Lui non aveva più sete né fame.Ora, che era vicino alla CASA, la mente funzionava ad intermittenza, come se il suo vecchio io fosse scosso da interferenze con quello che era stato.Si lasciò scivolare su di uno scivolo di lamiera e sgusciò via dal pericolo delle api.

 

Si accovacciò nei pressi di una vecchia cosa con le RUOTE, senza più ruote.Il cervello gli passò la parola STANCO.Non sapeva cosa significasse, ma lui non avvertiva fatica.La palla di fuoco nel cielo, si fece più BIANCA, nel suo arco da Ovest verso Est.Ne aveva paura, perché gli ricordava l’altra, quella immensa e distruttiva…Udì un fruscio nella propria testa, proveniente da quella parte di cervello che ancora gli inviava informazioni.Sembra incredibile, ma nonostante tutti i nostri avvertimenti, ci è stato riportato che la gente continua a ballare, ripetiamo… Questo è un avviso della massima importanza, non è uno spot pubblicitario, ripetiamo: NON è uno spot pubblicitario.Il fruscio cacciò via la voce dalla propria testa Cosa era stato, sembrava quasi provenire da una

RadioCos’era una radio?Da chi stavo correndo?Fretta fretta, devo fare in fretta…Ma per cosa?

 

Camminava da tanto tempo.La palla di fuoco lo aveva risvegliato in mezzo ai rottami.Aveva visto ed era rinato.Anche se era rinato diverso.Quanto tempo era trascorso?Il Camminatore poggiò quella che era diventata la sua testa su una lastra deforme.Pensò Ho voglia di volare.Poi disse una frase che ripeteva spesso - Sei senza occhi per vedere e finirai nel primo baratro che ti si presenterà di fronte…

 

Era una landa di polvere finissima. Non c’era altro se non quello che rimaneva di lontane costruzioni, ricoperte di bianco.Chiuse gli occhi. Ancora un’interferenza.Vide un volto familiare sorridente che lo accoglieva.E qualcos’altro che scorazzava per…

 

Casa. La visione terminò.Non ne aveva mai avute così nitide, gli sembrò quasi di percepire i profumi di quella scena.Come in un’altra vita.

 

Vagò, sotto il sole a picco, nel bianco riverbero.Vide quelle che dovevano essere state strade, invase dai detriti e da cocci frantumati che sembravano vecchi di decenni. Un oggetto lungo e freddo, di un colore che sembrava alieno, era adagiato nel mezzo di quella che una volta era forse strada una strada.La mente gli fornì il concetto VERDE.Verde, verde, cos’era il verde in un mondo fatto di bianco e grigiastro?Forse soltanto le cose laggiù in fondo contro il cielo, lontane, avevano la stessa tonalità del colore dimenticato, dell’oggetto metallico.Il cervello gli passò la parola: MONTAGNE.Percorse la spianata e scese verso il solco che si trovava ai piedi della collina marrone e viola spento.Ricordò la parola FIUME.Tutto era silenzioso all’interno di quel solco, che doveva essere stato colmo di ACQUA. Non c’erano rumori, non c’erano odori. Ora il liquido che scorreva era biancastro ed occupava soltanto una piccola parte del letto.Fluiva da quello che doveva essere il Nord, verso il Sud, tra due rive fatte di polvere.Si levò un qualcosa di indefinibile, che fece sollevare la polvere.Il cervello gli passò la parola: VENTO.

 

Il Camminatore avanzò nella parte centrale della spianata, dove dalla polvere emergevano scheletri sconosciuti.Ne aveva già incontrati lungo il suo percorso, ma mai così grandi. Il cervello passò nuovamente le parole CASA, CASE.Il vento soffiava tra di loro, e si infilava attraverso quelli che un tempo lontano dovevano essere stati ingressi e finestre.Il bianco fu tranciato da una visuale di fronte ai suoi occhi.Un Sorriso Amico che apriva la PORTA.Una domanda dopo un bacio - Dorme ancora la pargola?Un pacchetto aperto da un sorriso piccolo.Una paperella e un modellino di aereo – E’ come quello di papà…La sua mano che porgeva la paperella al visino sorridente.- Quando starai un po’ più a casa con noi? - la domanda del Sorriso Amico.Il flash svanì e fu di nuovo polvere e rovine.Per la prima volta sentì qualcosa dentro di sé che lo fece sentire completamente a disagio e in PERICOLO.Il cervello in successione passò i concetti BATTICUORE e ANSIA.- Devo fare in fretta - ripeté tra sé, riflettendo Avrebbe voluto volare, se solo avesse saputo come fare.

 

Annaspò nella direzione che riconosceva e si avventò verso l’origine dei suoi pensieri.Era lì. Doveva essere lì. Ma non c’era più.I palazzi in quella zona erano diventati macerie, battute dalla polvere.Soltanto poco più in là alcuni edifici erano rimasti in piedi.Ma lì no.CASA CASA CASA - ritmò il cervello - insieme a batticuore ed ansia.Arrancò affannato sopra il mucchio enorme delle macerie. Toccò con la mano un oggetto metallico.Come per folgorazione il cervello gli inviò la parola RADIO.Il cielo fu varcato dalle interferenze del passato.Sembra incredibile, ma nonostante tutti i nostri avvertimenti, ci viene riportato che la gente continua a ballare, ripetiamo, chiunque si trovi nella zona Nord Ovest deve trovare assolutamente riparo nelle strutture apposite o nelle cantine. Le esplosioni si stanno succedendo a catena e la situazione è ormai fuori controllo…- Incredibile, la gente sta continuando a ballare alle feste… Tutti stanno battendo le mani all’unisono e sembra non accorgersi delle sirene di allarme che…(fruscio improvviso elettrostatico) Le esplosioni nelle centrali si susseguono con effetto domino e (fruscio elettrostatico) abbiamo perso i collegamenti con le altre zone… (fruscio)… ci sono molti morti… (fruscio)…fino a nuovo ordine… (scarica finale).Il presente fu inondato di una nuova vampata di colori dal profondo della memoria.Non più un suono. Un’immagine.Stringeva i denti, la prua dell’aereo puntata verso la città.Doveva fare in fretta, doveva andare a salvarle.Il rombo del piccolo velivolo era un lamento portato all’estremo, che sovrastava anche il volume della radio, dalla quale ormai non usciva altro che fruscio.Vide arrivare la vampata bianca dietro di sé.Doveva farcela, doveva…Poi tutto fu bianco e il cielo si confuse con il fuoco.

 

La vampata del passato si esaurì.Il Camminatore gettò via la radio e si buttò più avanti.Spostò tonnellate di macerie con le sue mani possenti, diventate ormai altro. Alla fine la vide, in fondo a una buca.Si chinò a raccoglierla.Una vecchia paperottola gialla.Si inginocchiò, sulle sue gambe contorte e spinose e inveì contro quel cielo ostile.Era arrivato tardi, troppo tardi.La prese e se la strinse al CUORE.Il cervello gli passò in raffica DOLORE, SENZA FIATO.Qualcosa che era ormai sconosciuto, si posò su quelle terre ormai aride, nelle quali la pioggia era sconosciuta.Il cervello gli passò la parola LACRIME.

 

Non sapeva dormire, sapeva solo non pensare.Vagò lungo quella spianata, poi trascorse la notte svuotato e senza scopo, sotto quel cielo che non aveva più stelle.Quando la palla di fuco ricomparve a Ovest uno strano rumore catturò la sua attenzione.Proveniva da poco distante. Aveva passato la notte dentro un vecchio e lungo oggetto metallico pieno di polvere e il cervello aveva impiegato un po’ a comunicargli il concetto VAGONE.Doveva essere una FERROVIA, poco oltre arrivava un rumore sordo.Si avvicinò al luogo dal quale udiva provenire quel suono.In lontananza però, ne udiva provenire un altro, più fastidioso, che conosceva bene.

 

Vide una zona che non seppe definire, ma il colore era lo stesso dell’oggetto metallico trovato il giorno precedente. Era VERDE ed era un terreno. Il cervello gli fornì la parola PRATO.Portò il suo strano arto all’arma che teneva fissata attorno alla cintura.Sul prato una figura si stava muovendo velocemente, emettendo dei versi strani, ma non ostili.Il cervello gli passò l’informazione BAMBINO. Era un bambino… come lo era stata la sua bimba con la paperella, forse. Ma questo era più grande. Lo guardò CORRERE per il campo con CURIOSITA’. Stava RIDENDO. E colpiva ripetutamente un oggetto rotondo su quel prato verde. Era la prima creatura che vedeva dall’inizio del viaggio.Il camminatore rimase immobile e si confuse con la polvere, come spesso sapeva fare.Alzò la pistola, puntò, e quando ritenne che fosse il momento giusto, fece fuoco.Qualcosa cadde in mezzo al prato verde.

 

Si guardò attorno. Era un prato circondato da strane rovine. Non sembravano essere state provocate dalle esplosioni. Era un qualcosa che risaliva a PRIMA, forse opera dell’UOMO stesso.Quei monconi erano l’unica cosa rimasta in piedi nel raggio di CHILOMETRI. Il solo prato verde che avesse mai visto, da quando era un altro.Guardò ai suoi piedi. L’ape stava liberando il suo acido fumante, che però sembrava disperdersi nel terreno senza danneggiarlo.Il bambino dai capelli castani lo guardò serio.- Come sei strano - disse. Chi sei? Sei IL PIUC?- Non so chi sono - gli disse pacato - Ma non sono IL PIUC. Non so neanche chi sia.Il bambino scosse la testa. Aveva una maglietta di un colore che il cervello non aveva bisogno di comunicare.- Arrivi da lontano? IL PIUC è il nostro Dio, che verrà a salvarci e ridarà a vita a questo pianeta…Il Camminatore indicò l’ape al suolo. Dovresti fare più attenzione. Era già partita per colpirti. Se non avessi sparato… Mi restano solo 4 colpi adesso.Il bimbo disse - Le api sono creature del Re… Le usa per punire chi esce dai confini… - disse con apparente ingenuità.- Il Re? Chi è il Re? - disse il Camminatore, guardandosi intorno confuso.Parlare con quel bambino scioglieva i cardini della porta che dava sulla vecchia mente.- Il Re è quello che comanda. Ha fondato l’Associazione della Brava Gente Libera. Sostiene che ognuno dei sopravvissuti deve contribuire secondo il suo massimo per riportare l’Umanità a quella che era prima della Catastrofe. Dice che per fermare l’epoca del Contrario ognuno deve impegnare il proprio lavoro per la massima produttività…La testa del Camminatore pulsò. Gli parve di aver già udito quelle parole.- I sopravvissuti…? Catastrofe? Epoca del Contrario…? Io non… Io non so cosa sia successo… - Il Camminatore guardò il verde ed i ruderi tutti attorno.Era già stato lì. Nell’altra vita era già stato lì, ne era certo.Il bambino lo guardò corrucciato.- Da dove vieni? Come mai le tue mani sono così? E le tue gambe? Sembra quasi che tu… non sia un uomo… Chi sei?Il Camminatore distolse lo sguardo dal bambino.- Non lo so, disse… - Non lo so.Poi l’attenzione fu catturata dall’oggetto sferico che il bambino aveva colpito fino a qualche minuto prima.- E’ un PALLONE, vero, quello?Il bambino ridacchiò - non doveva avere più di sette anni, ma parlava con la saggezza di un adulto.- Sai… non è che mi restino molti anni da vivere… meglio divertirsi finché si è in tempo…- Perché dici così? Sei solo un bambino…Il bimbo sorrise.- Io ho 52 anni… amico mio! Siamo tutti bambini in questo mondo… - sorrise beffardo. - Ti ho detto che questa è l’epoca del Contrario, no? Ma… vedo che tu non sai proprio nulla. Forse è meglio che ti racconti tutto dall’inizio.

 

- Quando avvenne la Catastrofe, la maggior parte della gente preferì continuare a ballare e battere le mani.Tutti amavano andare a feste tristissime fingendo di essere felici, quel che era peggio, credendosi felici.Da tempo c’erano voci che si rincorrevano su qualcosa che non stava funzionando nelle nuove centrali. Si rincorrevano voci allarmate, nell’indifferenza generale, ma la verità venne nascosta fino all’ultimo momento.Quando alla fine venne dato l’allarme, era troppo tardi per tutto.Molti si diedero alla fuga, quando la situazione precipitò, gli altri preferirono continuare a guardare gli spot colorati, a battere le mani, a bere Mohito e ballare.Ricordo come oggi quello che avvenne. Fu un bagliore che scatenò una reazione a catena a livello mondiale… Il rettangolo verde sembrava ospitale ed il contatto con la morbida superficie permetteva al vecchio cervello del Camminatore, di essere inondata di immagini di una vita che era stata.- Tutto venne spazzato via – proseguì il bambino – da un vento radioattivo che valicò i monti e si disperse per il mondo. La nuvola rimase per molti anni sul nostro pianeta.Poi un giorno, un disco biancastro ricomparve nel cielo, in mezzo alla foschia.Per molti fu la prima volta…- … Molti anni? Ma da quando è successo? - La mente passò al Camminatore il concetto CONFUSIONE.Giorgio sorrise - Da molto tempo…- Ma… io mi sono svegliato da poco… credevo che…- E’ successo 45 anni fa - disse il bambino.

 

- Ero qui quando il mondo scoppiò, poco più che un ragazzino. Mio papà spesso mi portava su questo prato. Anche lui era uno di quelli che non credeva possibile una minaccia nucleare. Mi portò a giocare qui quella domenica pomeriggio. Quando udimmo in lontananza gli altoparlanti che dicevano di mettersi in salvo, mio padre mi condusse all’interno di questi muri diroccati. Diceva di aver lavorato all’interno di questo posto. Scendemmo all’interno di quello che una volta era uno spogliatoio, completamente diroccato. Lui conosceva un vecchio passaggio. Sollevò una lastra e mi indicò un cunicolo buio. Sarebbe tornato presto, mi disse. Doveva andare a cercare la mamma.Non lo vidi mai più. Né lui, né la mamma. Il mondo esplose sopra di me ed io svenni, piangendo nel buio. Mio papà mi aveva detto che se non fossi riuscito a tornare in tempo, avrei dovuto incamminarmi lungo quel cunicolo. Sarei sbucato in un luogo sicuro. Per nessuna ragione al mondo avrei dovuto tornare in superficie.Vagai, vagai per giorni e notti nel buio, piangendo per i miei genitori.Alla fine persi i sensi, vinto dalla fame, dal freddo e dalla paura. Quando mi risvegliai, ero in una caverna illuminata soltanto da alcune torce. I cunicoli erano popolati da altre persone che si erano rifugiate all’interno dei cunicoli. Tutti eravamo disperati… Ma questi cunicoli che risalivano a un tempo lontano, dovevano essere magici. Si diceva che fossero attraversati da canali di energia, che nessuna devastazione nucleare avrebbe potuto intaccare. Era la forza della Terra, quella che arrivava dal profondo. Vivemmo per anni in questi cunicoli, sostentati dal poco o dal niente. Non dovevamo essere più di un migliaio e quell’energia luminescente fu per noi salvezza e sostentamento.Esisteva una ragazzina, tra di noi, che sovente illuminava il nostro cammino con le sue premonizioni. Fu lei a redigere le Scritture, che parlavano di un Dio chiamato Il PUIC, che sarebbe arrivato dall’alto e avrebbe contribuito a salvare il mondo, insieme alla “Bimba Nuova”, che avrebbe posto fine all’Era del Contrario e ridato vita al mondo. Capimmo così che avremmo dovuto tentare di ritornare alla superficie, così risalimmo i cunicoli fino a dove la fonte di energia era più forte.Alla fine vedemmo qualcosa di grigiastro. Era il cielo sopra di noi senza più sole. Sbucammo tra le montagne, nei pressi di una sorgente. Acqua, capisci, acqua… cristallina, pura… La fonte di quell’energia.La chiamammo “La Fontana d’Argento”, per il colore delle sue acque incontaminate…Il cervello del Camminatore accolse i concetti STUPORE e SORPRESA.Era strano ascoltare le parole di quel bambino, che parlava come un adulto.- Il paesaggio era rigoglioso ed il clima mite, nonostante fossimo tra le cime. L’energia che ci aveva salvati, ora faceva da barriera contro la radioattività. Chiamammo quel posto “Altopiano dei Bambini”, come omaggio a quella che era la speranza della comunità. Laggiù, in basso, vedevamo squarci grigi della pianura. Tutto era polvere, devastazione, niente si era salvato…Il bimbo si mise a giocare per pochi istanti con alcuni fili d’erba. Poi riprese il suo racconto.- Purtroppo il veleno nell’aria era talmente alto che nemmeno l'Energia poté difenderci totalmente. Le persone più anziane morirono, solo i giovani sopravvissero, e anche così, il destino della nostra gente, che prese il nome di Terra Verde, era segnato…Il Camminatore era troppo scosso per riuscire a replicare subito. La sua mente passata stava fornendogli tutti gli elementi per riuscire a ricostruire quello che era avvenuto.- E’ una bella favola - disse - ma non riesco a crederti, piccolo amico. Hai detto di avere 52 anni… come è possibile, se ne dimostri 45 di meno? E come mai sei qui in questa terra desolata, lontana dalle montagne?Il bimbo lo osservò pacatamente. In qualunque forma il Camminatore si fosse risvegliato, non era più un uomo. Stava mutando, nella sostanza, più che nella forma, ma non avrebbe saputo dire in cosa.- Quando un giorno il disco bianco del sole sbucò dalla nube, quelli che ne avevano memoria, capirono subito che qualcosa non andava. Il sole era lento. I giorni duravano troppo e le notti anche. Fino a quando un giorno infausto, il sole non fermò la sua stanca corsa e cominciò a indietreggiare. Non ti ho detto che siamo nell’Epoca del Contrario? Il sole nasce ad Ovest e muore ad Est. I fiumi scorrono nella direzione inversa a quella originaria. E’ il tempo che sta tornando indietro, caro amico. E noi stiamo ringiovanendo, fino a morirne… - Il bambino sorrise ingenuamente.Il Camminatore conobbe il concetto di SBIGOTTIMENTO.- Quando il sole mutò il suo corso, erano trascorsi circa venti anni dalla catastrofe. Io avevo 32 anni, ed ero un giovane uomo. Il tempo, nel suo riavvolgersi, si è portato indietro le nostre vite. Siamo un gruppo di bambini ogni giorno più giovani. E ogni giorno che passa ci fa più ingenui e nello stesso tempo trasforma la nostra nascita in morte. Certo, le Scritture dicono che un Dio arriverà dal cielo a salvarci al compimento del quarantesimo anno dalla Catastrofe. Per questo perlustro la distesa. Per trovare Il PUIC e condurlo all’accampamento della Terra Verde. E ogni tanto vengo qui a giocare… C’è bisogno di gioco.Nessuno di loro parlò per un pezzo. - Qual è il tuo nome? – chiese il Camminatore.Il bimbo sembrò stupito. - Io… non ho più un nome. Nessuno di noi ne ha bisogno…- Ti chiamerò Giorgio, allora – l’unico nome che il Camminatore ritenne degno di quel luogo e di quel prato.- Hai detto che la Terra Verde vive sulle montagne?- Certo...- Mi ci porteresti?- Qual è la tua storia? Ho bisogno di conoscerla, prima.- Te la racconterò strada facendo – disse il Camminatore alzandosi. Si avviarono insieme verso le montagne, lasciandosi alle loro spalle quel luogo magico.

 

Anziché procedere attraverso i cunicoli, ma Giorgio decise che era più sicuro procedere all’esterno, in quanto la fazione rivale della Terra Verde, che viveva sul fianco di un’altra montagna, da tempo aveva fatto irruzione nelle loro pacifiche vite, mettendole in pericolo.- I pezzi della mia vita passata si stanno lentamente incastrando, anche se molto è ancora confuso – disse il Camminatore mentre transitavano, nel loro lungo cammino, attraverso paesaggi di vita spettrale.- La cosa buffa è che lavoravo per le Centrali, anche se mi occupavo soltanto del servizio logistico. Ero un ingenuo, uno di quelli che si illudevano che la costruzione di un tale complesso avrebbe significato pagare di meno la bolletta della luce – il Camminatore sogghignò amaramente, per quanto ne fosse capace.– Avevo una famiglia che adoravo. Una vita che dividevo con Sorriso Amico e con la piccola pargoletta, di pochi anni. E avevo la grande passione per il volo, che aveva accompagnato la mia vita. Spesso mi recavo all’aeroporto privato per volare su piccoli aerei, elicotteri e alianti, per i quali avevo preso il brevetto di pilota. Fu lì che conobbi uno strano personaggio. Si presentava come l'Ingegnere, ed era un industriale del ramo edile con agganci nel mondo economico, con la passione per l’aria. Fu lui che mi parlò per primo del progetto delle centrali e che mi coinvolse.Il camminatore liberò la strada da un detrito posto di traverso.Alla Cooperativa Statale avrebbe fatto comodo un pilota abile come me, che avrebbe dovuto all’occorrenza portare in visita ai lavori personaggi importanti e finanziatori. All’occorrenza fornitori o materiale.Accettai senza esitazione e l’Ingegnere divenne il mio capo.Stringemmo amicizia, era una persona affabile, faceva un mucchio di soldi e sulle prime sorvolai su alcune deformità morali che trasparivano dal suo carattere.Era un gran bastardo e se avesse potuto, non avrebbe esitato a vendere sua madre, pur di fare soldi.Ma io guadagnavo bene e dopo poco fui in grado di acquistare una bella e confortevole casa per Sorriso Amico e la piccola. Inoltre, mentre i lavori proseguivano, potevo volare tutti i giorni, alle volte lanciandomi anche in acrobazie che terrorizzavano i miei passeggeri.- Giorgio seguiva il racconto del Camminatore con dedizione assoluta, come se si trattasse di una fiaba.Quando gli impianti furono inaugurati, si tenne una grande festa alla presenza delle autorità e per l’occasione portai con me, dalla città, anche Sorriso Amico e la pargola. Fu un attimo di gioia nella mia vita indaffarata e quasi non feci caso alle manifestazioni di protesta, che al tempo consideravo soltanto delle seccature. Trascorrevo periodi di tempo sempre più lunghi in aeroplano. Talvolta dormivo alla centrale e la distanza dalla mia famiglia, sai, si faceva di giorno in giorno più pesante. Ogni tanto le portavo in visita alle centrali e si era cominciato a parlare di trasferire la nostra abitazione nelle vicinanze del mio posto di lavoro, quando una notte ricevetti una telefonata disperata da Sorriso Amico. La bambina gridava nella notte e pronunciava frasi sconnesse, parlava di cose che non poteva sapere, preannunciava un’Apocalisse e una vita diversa. La cosa si ripeté nelle notti successive, fino a quando, terrorizzati, la sottoponemmo a numerose visite specialistiche e neurologiche…Un turbine di polvere si alzò ed interruppe il racconto del Camminatore secondo.- Dopo mesi di angoscia e di cure senza esito, alcuni medici stranieri ci chiesero se per caso la bambina non fosse stata sottoposta a qualche tipo di radiazione. Nella sua mente stava avvenendo un mutamento indefinibile. La bimba poteva vedere cose che sarebbero accadute di lì a poco, senza che la sua età di 5 anni le potesse permettere di sapere o prevedere quegli sviluppi.Disperato, pensai alla centrale. Chiesi spiegazioni all’Ingegnere, ma lui mi tranquillizzò nella maniera più totale. L’impianto era tra i più sicuri al mondo, ma le sue spiegazioni non mi convinsero. Cominciai ad indagare, a sentire i pareri delle Organizzazioni che si opponevano a quelle realizzazioni. Indagai presso i fornitori. Scoprii così, con terribile sorpresa che l’Ingegnere e la ditta nazionale di cui faceva parte, aveva lucrato su ogni tipo di materiale, lavorando in economia. Come risultato, la zona presentava fughe radioattive costanti e crescenti, che le organizzazioni di controllo, come al solito ben unte dalle tasche dell’Ingegnere, facevano finta di non rilevare. Affrontai telefonicamente il mio ormai ex datore di lavoro, ma lui tentò di blandirmi con discorsi riguardanti la produttività massima al costo minimo corollari vari. Quando si rese conto che non stavo scherzando, allora rivelò il suo lato lato diabolico.- Cosa vuoi fare? Denunciarmi? Sei senza occhi per vedere e finirai nel primo baratro che ti si presenterà di fronte!- Decisi quindi di denunciare il fatto. Contattai tecnici e giornalisti che non facevano parte degli organismi allineati e li caricai sull’aereo, per dirigermi alla centrale. Ma lo spettacolo che trovai quella domenica fu spettrale. Il gruppo di Centrali era stato abbandonato, forse a causa del precipitare delle cose. La più ad Est esplose per prima, proprio mentre i tecnici la stavano ispezionando. Furono attimi terribili. Riuscii a salire sull’aereo. Il mio pensiero volò a chi avevo lasciato in città. Decollai nella assurda speranza di riuscire a salvarle. Puntai il muso dell’aereo a tutta velocità, ma il bagliore radioattivo mi raggiunse… e tutto finì con il mio pensiero del Sorriso Amico e della pargola.

 

Durante il racconto avevano percorso diversi chilometri e molta strada li attendeva ancora.La polvere turbinava e si era trasformata quasi in una tempesta di sabbia, che rendeva a tratti difficile il cammino.- Cosa avvenne poi? - chiese Giorgio, ansioso di udire il seguito della storia.Il Camminatore cercò di focalizzare quello che non ricordava ancora.- E’ stata la palla di luce nel cielo, da dietro una nuvola. Ho visto quello. Mi sono svegliato e credevo fossero passati pochi minuti. I rottami del mio aereo erano mezzi sommersi dalla polvere bianca - fece una pausa eloquente - Invece erano passati 45 anni…- Che hai fatto da quel momento? - chiese Giorgio.- Ho vagato a lungo, diretto in questa direzione. Ma è stato troppo tardi… Ho ancora un senso di inquietudine, come se il mio viaggio non fosse finito. C’è un’immagine che mi tormenta dal mio passato. Sono chino sulla pargola, e le dico - Ti ho portato una paperella - prima di poggiarla sulla mensola. Voglio capire perché… forse a Terra Verde c’è qualcuno che mi può aiutare…

 

Camminarono per quel pomeriggio, poi la notte si fermarono nei pressi di una vecchia struttura abbandonata, quindi il mattino seguente proseguirono per la loro destinazione.Quando cominciarono a calcare le propaggini delle montagne, improvvisamente qualche ciuffo d’erba iniziò a spuntare tra la polvere. Poi, via via, il verde divenne più fitto, fino a ricoprire fianchi di montagne e vallate di boschi e fiori.Si fermarono di fianco a un piccolo ruscello. Giorgio stava spiegando al suo compagno di viaggio che quell’acqua arrivava direttamente dalla Fontana d’Argento, quando si accorse di un rapido cambiamento nell’espressione del Camminatore.Con uno scatto, le sue braccia confuse afferrarono la rivoltella e fecero fuoco nella sua direzione. Una, due volte.Giorgio vide attorno a sé esplodere qualcosa di alieno.- Buttati giù! - gridò il Camminatore e Giorgio obbedì quasi come un automa. I pezzi alieni atterrarono poco più in là, fumanti di acido.Un’ombra scappo via addentrandosi in un bosco.- Ma che… che roba era quella? - chiese il Camminatore. Aveva fatto fuco contro qualcosa di informe che si stava scagliando contro Giorgio.- Sono serpenti volanti - disse il bimbo. Sono specie animali dal DNA modificato in seguito alle radiazioni. E’ stato il Re a lanciarmele addosso. Lui le alleva…- Quattro meno due uguale due… ancora due colpi… Ma chi è questo Re…? E perché ci ha attaccati?- domandò l’essere a forma di Camminatore.

 

Il villaggio era ormai in vista, alle propaggini dell’altopiano.- Una parte dei superstiti, non scese nei cunicoli, ma si espose comunque alle radiazioni e alla fine si rifugiò, deforme e irriconoscibile, sulle pendici della montagna opposta alla nostra. Lì iniziarono ad adorare una sorta di santone, che si fece chiamare Re. Egli chiamò il suo gruppo Brava e Libera Gente, ma in realtà rese schiavi tutti i suoi adepti, praticando culti quali quello della massima produttività ed efficienza. Sulle prime la popolazione ci ignorò, poi cominciarono gli attacchi. Quando il tempo iniziò a tornare indietro, il Re era già abbastanza vecchio, e il suo ringiovanire lo rese ancora più famelico di odio. La Brava e Libera gente ci attaccò perché il Re aveva bisogno di braccia per muovere i macchinari che tentava di costruire e per renderci schiavi.E in secondo luogo perché il Re aveva messo gli occhi sulla Fontana d’Argento e sull’energia sottostante, che avrebbe voluto modulare a proprio piacimento. Ma le profezie parlavano chiaro. Sarebbe stata la Bimba Nuova a fermare l’Epoca del Contrario e a riportare il tempo nella giusta direzione. A meno che… A meno che un uomo malvagio non l’avesse uccisa nei pressi della Fontana stessa.  Da tempo il re ci attacca, tentando di eliminare tutte le bambine che ancora vivono nella nostra comunità ridotta. Abbiamo subito perdite dolorose. E ogni giorno, tutti noi siamo più vicini alla morte…

 

L’Altopiano dei Bambini era un soffice manto erboso, con molte capanne adagiate sopra, separato dalla Fontana d’Argento da una grande spaccatura, denominata Grande Crepaccio.In tutto il paese era composto da bambini gioiosi, nonostante il pericolo incombente, che si dedicavano ai lavori più umili, alternando giochi chiassosi. Alcune sentinelle pattugliavano il territorio alla ricerca di possibili pericoli. Ma anche per cercare di avvistare IL PUIC, il Dio che avrebbe permesso alla Bimba Nuova, di riportare l’ordine.Il Capo del Consiglio dei Bimbi Saggi fu lieto di ricevere il Camminatore e di portarlo a visitare il villaggio.Non doveva avere più di quattordici anni ed era il più vecchio della comunità. Se il tempo andava al contrario da venticinque anni, doveva averne trentanove quando il sole aveva mutato il suo corso.- E’ il destino della nostra umanità - disse serenamente. Invece di invecchiare, ringiovaniamo, e moriamo con un sorriso sulle labbra. Forse questo mondo non è così sbagliato… - Il bimbo saggio lo condusse verso un lato della montagna, dove piccoli tumuli erano stati ricoperti con dei sassi bianchi e dei piccoli fiorellini.- Mi chiedo, se ancora c’è un Dio, il motivo per cui permette tutto questo… - disse il Camminatore con una PASSIONE che gli era sconosciuta - Chi è la Bimba Nuova? - chiese dopo qualche istante.- Non lo sappiamo… vorremmo saperlo. Non siamo rimasti in molti. E tre bambine ormai sono arrivate ai due mesi di vita…Il Camminatore chiese il permesso di vederle. Le prime due giocavano gioiose, con la famiglia di bimbi che le aveva prese in cura. La terza bimba era stata accudita dal Capo dei Bimbi Saggi stesso e da sua moglie, che ora aveva tredici anni. Il Camminatore entrò nella piccola stanzetta della capanna dove era stata adagiata la culla.La bimba emise un abbozzo di sorriso.Il Camminatore tentò di sorridere, ma la sua vista individuò per caso un piccolo modellino di aereo, legato a un filo sopra la culla.Al Camminatore mancò il FIATO. Era lo stesso modellino che le aveva regalato in una vita diversa.E’ il suo gioco preferito. L’ha sempre tenuto con sé e…L’EMOZIONE lo avvolse.- E’ mia figlia. È mia figlia… è mia figlia… - disse ripetutamente con la sua strana bocca.

 

- Quando arrivarono qui, la mamma era già gravemente malata - Era sera nel paese e le fiaccole illuminavano l’Altopiano dei Bambini. Il Capo del Consiglio e il Camminatore stavano discorrendo presso una finestra - Non furono tra le prime a raggiungere i cunicoli. Avevano aspettato qualcuno a lungo, restando esposte alle radiazioni mondiali. Quando la mamma passò ad abitare i pascoli del cielo, la bimba venne affidata a noi.- Indicò la moglie. - Eravamo una coppia giovane all’epoca. Lei crebbe fino all’età di venticinque anni e non smise mai di scrivere le Scritture, riguardanti l’avvento della Bimba Nuova.Il Camminatore ripensò alla capacità della sua pargola di prevedere gli avvenimenti futuri e comprese il racconto fattogli da Giorgio durante il viaggio.- Poi anche lei ricominciò a ringiovanire. Fino ad oggi. Purtroppo non resta più tempo. Siamo disperati e nello stesso tempo sereni.- Voglio salvarla - disse il Camminatore - dobbiamo trovare la Bimba Nuova…- Nel villaggio restano dodici bambine… magari sapessimo chi è. Non sappiamo nemmeno chi sia IL PUIC…Il Camminatore espresse il desiderio di visitare la tomba del Sorriso Amico e il Capo del Consiglio dei Bimbi Saggi fu lieto di indicargliela. Passò la notte lì, mentre un’ombra lo spiava da non troppo lontano…

 

I giorni trascorsero e ogni giorno si portava via un pezzo di speranza. Il Camminatore trascorreva le giornate con la pargola, ma non c’era verso di eliminare la maledizione che gravava sul mondo.Un giorno, mentre il Camminatore ed il Capo del Consiglio stavano discutendo con Giorgio, nei pressi della capanna di quest’ultimo, un urlo straziante lacerò la quiete del paese.La moglie del Capo dei Bimbi Saggi, arrivò gridando. Un’ombra nera era penetrata nella capanna e aveva rapito la pargola.Non c’erano dubbi su chi potesse essere l’ombra nera.Tutti i bambini gridarono impauriti - E’ il Re, è il Re… e si riversarono ai bordi del Grande Crepaccio.Il Camminatore si fece largo.E finalmente lo vide. Lo vide di spalle oltre il la spaccatura.Teneva la bimba sotto il braccio e arrancando baldanzoso sulla Grande Rupe, verso la Fontana d’Argento, sorgente dell’Energia. Il Camminatore poteva sentirne le risate soddisfatte che si infilavano oltre il rumore della cascata.I bambini si ammutolirono per il timore di nuove e future angherie.Giorgio era impietrito, cercava con lo sguardo il Camminatore. Lo vide poco più in là, sulla rupe a ridosso del baratro.Sembrava sporgersi nel vuoto. Il suo viso era diventato sporgente, le braccia erano confuse con il resto del corpo e le sue gambe…Le sue gambe meno che mai erano… umane.Nessuno parlava, tranne il vento.Fu allora che il Re si voltò e rivelò il suo volto al Camminatore.Era l’Ingegnere.

 

Il Camminatore doveva averlo sempre saputo. Nella sua mente si fece largo la parola ODIO.Il Re rise di una risata animale e beffarda. Le radiazioni lo avevano sfigurato, benché fosse più in forma che mai.Era convinto che la pargola fosse la Bimba Nuova e si accingeva a svolgere quello che le Scritture avevano indicato come possibile.Adagiò la neonata sulla rupe e alzò verso il cielo il suo vecchio pugnale, che brillò alla luce del sole.Aveva un ghigno beffardo di onnipotenza sul suo volto spavaldo e demoniaco.- Fermo! - Si udì una voce e i bambini sobbalzarono tutti insieme. Era il Camminatore, che aveva parlato con una voce profonda, lontana dall’essere umana.Puntava la pistola contro il Re.Solo allora Giorgio ricordò che gli restavano due proiettili.- Lei non è la Bimba Nuova, lasciala!Il Re sollevò lo sguardo sorpreso e beffardo, e avvicinò il pugnale alla gola della bambina, mentre lei emetteva gorgheggi ingenui, inconsapevoli della morte ormai incombente.L’odio orgoglioso gli riempì il volto stravolto.Il Camminatore fece fuoco.Ma il colpo andò a vuoto.La risata del Re quasi frantumò il suono della cascata.- Che ti succede Camminatore? Hai ancora paura al momento decisivo, come tanti anni fa? O forse sono le tue strane mani a non poter reggere più bene la pistola? Hai ancora un colpo, no? Ah ah ah! E allora usalo! Facci vedere il lieto fine di questa storia…!!! Goditi lo spettacolo ora… Ti faccio vedere come si uccide... la tua piccola creatura… Molti bambini si nascosero dietro le schiene dei bambini più grandi per non vedere la scena.Il camminatore strinse la pistola. Ma il Re aveva ragione. Le sue mani, erano mutate a tal punto da non poter più reggere l’arma, che scivolò dai suoi arti, rimbalzò sul terreno e precipitò nel Grande Crepaccio.Soltanto dopo qualche secondo si avvertì il lontano e profondo suono dell’oggetto che colpiva l’acqua.- Che peccato… disse il Re sogghignando beffardo.La sua impressione mutò improvvisamente.Nello spazio di un istante alzò il braccio per colpire.Fu un attimo.

 

Quasi una fitta squarciò il cielo del Camminatore.Tutto si fermò attorno a lui, i bambini, i suoni, i rumori, la lama che stava per colpire la figliola.Il tempo si era fermato.Le immagini pulsavano, inviate dal cervello, senza più freni.

 

Lei aveva pochi giorni.Lui e Sorriso Amico la guardavano dormire. - E’ bellissima - disse lui sorridendo.- E’ un peccato che tu debba andare - disse il Sorriso Amico… ma se il tuo destino è volare… allora…Vola…!Allora vola!Vola!La salvezza sarebbe arrivata dal cielo… Il PUIC l’avrebbe portata…

 

Il Camminatore spiccò il volo, spalancando le braccia e saltando verso il Grande Crepaccio.Rivelò i suoi arti che erano diventati due ali dal piumaggio variopinto, che oscurarono il cielo.La mossa fu talmente repentina che tutti trattennero il fiato.Il Re, non fece tempo a calare la lama.Quelle che erano state le gambe del camminatore, diventati due enormi artigli piombarono sul su di lui e lo spinsero con violenza contro le rocce, facendo volare via il pugnale, che si perse nelle profondità del Grande Crepaccio.Il Re si rialzò pronto ad affrontare quell’essere, ma la sua ombra, enorme, gli si parò davanti.Vide quegli occhi iniettati di sangue che bramavano vendetta e giustizia.Un enorme e minaccioso becco si protese verso di lui.Il suo cuore non ebbe tempo di spaccarsi in due per la paura.Il Camminatore gli fu addosso.Con una forza spaventosa, mentre gli artigli lo gettavano e lo tenevano fermo al suolo, si gettò con il becco contro i suoi occhi, cavandoglieli uno dopo l’altro e lasciando le vuote orbite specchio della sua nera anima.Il Re urlava, una devastata maschera di sangue, un bulbo ancora goffamente trattenuto sulla guancia da nervi. Si divincolò, urlando per il dolore e per la rabbia, cominciando a dimenare le braccia a destra e sinistra per cercare di colpire chi non poteva più vedere.Si dimenò selvaggiamente, avvicinandosi, nella sua furia cieca, al limitare del Grande Crepaccio.Il suo urlo, quando vi precipitò dentro fu terribile e si perse nelle profondità dell'orrido.Tutti percepirono il rumore del suo corpo che rimbalzava contro le pareti della gola, fino a quando un colpo secco di ossa maciullate annunciò che la sua caduta, così come la sua inutile e dannosa esistenza, aveva raggiunto il capolinea.- Sei senza occhi per vedere e finirai nel primo baratro che ti si presenterà di fronte… - disse il Camminatore a bassa voce.I bambini sull’altro lato della gola esultarono abbracciandosi timidamente.In molti sussurrarono E’ “IL PUIC”!. Così avevano detto le scritture, li avrebbe salvati arrivando dal cielo. Il camminatore si avvicinò alla bimba sulla roccia. La raccolse delicatamente con l’ala, avvolgendola contro il proprio piumaggio.Spiccò il volo e atterrò oltre il Grande Crepaccio, nell’Altopiano dei Bambini.Il gruppo di bimbi si aprì per permettere il passaggio di IL PUIC, che, portò la bimba, nella casetta del Capo dei Bimbi Saggi, dove la adagiò sul lettino.

 

I giorni trascorsero sereni dopo la morte del Re.I suoi seguaci della Brava e Libera Gente abbandonarono lentamente le montagne, riversandosi verso la pianura polverosa, cercando di impiantare sulla cenere il proprio universo d produttività, fino a quando non se ne persero completamente le tracce.Un giorno Giorgio entrò nella casetta del Capo dei Bimbi Saggi. Dal momento del duello presso il Grande Crepaccio, il Camminatore, o IL PUIC, come tutti lo chiamavano, non aveva smesso di vegliare la bambina, senza più uscire all’aria aperta.La pargoletta, si dimenava, ogni giorno più piccola. Ogni giorno i piccoli gorgheggi assomigliavano a deboli vagiti.Giorgio gli si sedette accanto.- Non è bastato portare pace e giustizia su queste montagne per far cambiare il corso delle cose - disse il Camminatore - Il sole continua a procedere nel suo corso verso Est. E lei… - disse rivolgendosi alla piccola senza indicarla – lei morirà. Giorgio scosse la testa sconsolato, impossibilitato ad aiutare il suo amico.Il Camminatore chiuse gli occhi. Ancora una volta la sua vista venne soverchiata dall’immagine che lo aveva perseguitato fin dall’inizio.Si chinava sulla bimba, dicendole – Ti ho portato una paperella, piccolina… - appoggiandola su una mensola. Che senso aveva quella visione continua? Perché gli si riproponeva…?Tutto a un tratto i suoi nuovi occhi lo aiutarono a comprendere la verità.Alzò lo sguardo di fronte a sé.E vide la mensola.Si drizzò accanto al letto, intimorendo Giorgio.Quello non era mai stato un flashback.Quella era una visione del futuro.Solo allora comprese.Prese la paperottola gialla, che aveva raccolto tra le macerie della sua vecchia casa e che da allora portava sempre con sé.Disse alla bambina, con tutta la dolcezza di cui era capace - Ti ho portato una paperella, piccolina…E l’appoggiò sulla mensola.La piccola rispose con un abbozzo di sorriso, il più tenero che i suoi giorni le permettessero.Forse in quel momento il cervello le passò il pensiero PAPA’.Tu sei la Bimba Nuova – pensò il Camminatore, col cuore colmo di commozione.Tu sei la Bimba Nuova.

 

Le urla del piccolo matto del villaggio furono udite fino ai margini della montagna.- Il sole si è fermato! Il sole si è fermato!Nessuno ci fece caso più di tanto, all’inizio, abituati alle sue stranezze, ma dopo un po’ un capannello di bambini si radunò nello spiazzo del villaggio.Era vero. Il sole era a picco sul villaggio e non si era più mosso da un’ora buona.Poi, lentamente, tra sospiri ed esclamazioni di meraviglia, tornò ad inclinarsi verso Ovest.Il tempo aveva ripreso il suo corso, l’Era del Contrario era finita.I bambini fecero festa attorno al fuoco per tuta la notte.

 

Il tempo trascorse nel verso giusto ed i bambini ripresero a crescere, nel loro viaggio verso l’adolescenza. Le gesta di Il PUIC, che aveva salvato la gente, fecero il giro delle montagne e molti altri bambini giunsero dai monti circostanti, per unirsi alla comunità Terra Verde dei Bimbi Saggi.Gli anni passarono, la Bimba Nuova crebbe, saggia delle esperienze di più vite, sotto la guida attenta del Capo dei Bimbi Saggi e del Camminatore, che aiutava i bambini nei lavori più pesanti. Lei avrebbe saputo, un giorno, come incanalare l’Energia e far rifiorire il pianeta, a partire dal rettangolo verde laggiù sulla pianura, che aveva resistito contro tutto e tutti.Un giorno Giorgio andò in cerca del camminatore ma non lo trovò.Lo individuò dopo lungo cercare, accovacciato sulla rupe più alta, sopra il villaggio.- Che fai, amico mio? – gli chiese dopo essersi arrampicato fin lì –- Ho bisogno di volare… - rispose lentamente il Camminatore.Giorgio sapeva quello a cui stava pensando, ne avevano parlato spesso.Il Sorriso Amico, che lo rendeva spesso malinconico.- Ti manca molto? – domandò ingenuamente il bimbo.Il navigatore fissò l’orizzonte. – Non passa un solo giorno senza che io non senta la sua mancanza. Non un solo giorno… Devo andare… a cercarla…- Tu pensi che sia…Non lo so, piccolo amico. No lo so. Forse era lei ad inviarmi le visioni per salvare la bambina. Forse è stata lei a svegliarmi… Diceva sempre “Se il tuo destino è volare… allora… Vola…!” Voglio andarla a cercare, magari è dall’altra parte delle nuvole. Ho bisogno di lei.- La Bimba Nuova ha bisogno di te…- No, piccolo amico. La bambina ha bisogno di un papà. Di un vero papà. Non di qualcuno diventato un altro essere. Fidatevi di lei. Lei saprà rimediare al male.Il camminatore chiuse gli occhi. Pensò alla bambina. Penso ai giorni felici trascorsi su quell’altopiano. Pensò al Sorriso Amico.Il cervello gli suggerì la parola AMORE.Si alzarono.Giorgio fece per tendergli la mano, poi la ritrasse confuso.- Ci rivedremo?Il Camminatore gli sorrise, per quanto le sue sembianze gli permettessero di farlo.Poi spiccò un balzo e volò via, verso il sole che tramontava lontano.Giorgio restò a guardarlo, mentre il mondo si inondava di turchese e di arancione e le ali del Camminatore si stagliavano contro l’enorme disco rossastro.Pensò alla fortuna che aveva avuto nell’incontrarlo.Sperò di poterlo incontrare di nuovo, un giorno.Il cuore gli regalò la parola 'AMICIZIA'

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