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Prendi il mio amore, il mio dolore…

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di Silvia LachelloGiovedì 26 agosto 2010Caro Diario,certo che la vita è strana... il Toro ancor di più.Sei lì che tenti di smaltire le scorie di un lunedì sera così così, sei lì che ti...
Redazione Toro News

di Silvia LachelloGiovedì 26 agosto 2010Caro Diario,certo che la vita è strana... il Toro ancor di più.Sei lì che tenti di smaltire le scorie di un lunedì sera così così, sei lì che ti proietti verso il sabato sera e verso un nuovo carico di speranza, quando ti piomba addosso l'incredibile.La prima reazione è quella di pensare di essere in un universo parallelo in cui tutto NON va come dovrebbe andare.La seconda è quella di guardare il calendario e verificare che non sia il Primo Aprile... eppure anche il colore della mia pelle conferma inequivocabilmente che è la fine di agosto: sono color cappuccino e non verdastra, come quando sto lontana dal sole.La terza è quella di partecipare emotivamente ed empaticamente a quella che, potenzialmente, è una tragedia.Quest'ultima reazione mi ha fatto mettere da parte il Toro.Accade talvolta (e meno male...).Sì, sì: ti sto parlando di Marco, il giocatore che ha deciso di non essere più giocatore perché sprofondato in un abisso, l’abisso del non voler essere.Chissà quanti Marco ci sono intorno a me e non lo so.Marco e basta, perché di fronte a certi eventi passa in secondo piano tutto il resto, innanzitutto il fatto di avere sulle spalle un cognome ed un numero. Passa in terzo, quarto, quinto piano il fatto che il cognome e il numero siano incollati ad una maglia Granata.Lascio passare qualche ora e affiorano prepotenti alla coscienza i momenti in cui, in passato, ho percorso parte del mio cammino al fianco di persone cadute nel gorgo oscuro della depressione.Che smarrimento.Dieci giorni fa ero ancora in Bretagna e la dolce, tenera, indifesa Claudine, mentre ci apprestavamo a salire in auto per andare in spiaggia, ci si è fatta incontro.Si sfregava le mani, camminava con le spalle curve, come se stesse portando un peso più grande di lei e di tutto.“Tutto bene, Claudine?”“No... oggi non c'è niente che vada bene...”Per un istante abbiamo temuto che fosse successo qualcosa di terribile al marito Gilles o alla figlia Amélie: Claudine aveva la gestualità ed il tono di voce del lutto.Ci ha tolto lei dall'impaccio, lei insieme con un'amica che era lì.“La depressione... ogni tanto torna a visitarmi... e lo fa all'improvviso...”Bon, son tutti vivi..., è stato il mio primo pensiero, quasi automatico, e poi...E poi.E poi quella gestualità e quel tono di voce.Lutto allo stato puro.Era come vedere una persona toccata dalla Morte.Senza il 'come'.Era vedere una persona toccata dalla Morte.La depressione è così.L'abbiamo abbracciata per comunicarle un po' di calore umano, per dirle silenziosamente che sarebbe ritornata alla vita... la sensazione che ne abbiamo ricavato è la stessa che avremmo avuto se avessimo abbracciato una roccia o un albero.Con la differenza che una roccia può essere liscia, ruvida, calda, fredda, un albero può essere nodoso, scorticato, coperto di muschio.Claudine era priva di qualsiasi tipo di energia vitale.Anche se camminava, respirava, parlava.La depressione è così.Chissà quanti Marco e quante Claudine ci sono intorno a me e non lo so.E non ho davvero voglia di pensare al Toro, non ne ho davvero voglia, non oggi.Venerdì 27 agosto 2010Caro Diario,voltiamo pagina, tanto i pensieri e le preoccupazioni e i dolori rimangono lì.Mi immergo di nuovo nel mio microcosmo e ritorno a pensare anche al Toro.Salgo in auto per andare in ufficio, butto l'occhio su quella roba Granata che tengo appesa allo specchietto retrovisore, faccio un sorriso (amaro?) e... l'auto non parte.Fantastico.“A son propi dal Tor...”, mi viene da dire, poi scaccio il pensiero perché... perché sono così annoiata dalla retorica del “Solo a noi possono succedere certe cose.”.Io, io che sono la Regina della Retorica (lo dico spesso perché è vero, lo dico spesso perché mi è stato insegnato a guardare a quello che sono e non a guardare ciò che gli altri fanno o non fanno per tentare di trovare nei miei limiti un bersaglio... e meno male che ho dei limiti...), io che della retorica – talvolta – faccio una ragione di vita e di scrittura, e contestualmente faccio della scrittura una ragione di vita, io che sono la Silvia, quella che tifa Toro, io mi annoio facilmente.Mi annoio, mi infastidisco, mi tedio a sentir ripetere allo sfinimento “Solo a noi possono succedere certe cose.”.Punto.C'è sempre qualcosa di positivo anche nelle situazioni più disperate, sempre.Non so neppure spiegartene il perché, ma è così.Come dici? Sono troppo sicura di me stessa? Le belle balle... solo che non mi piace soffrire troppo a lungo.Sabato 28 agosto 2010, sera, Cittadella-torino 2-1Caro Diario,non mi piace soffrire troppo a lungo.Eppure tifo Toro.Anche quando è torino.Lo scriverei a caratteri microscopici, ma viene fuori così.Vabbe': avanti con la prossima.Dopo la partita sono andata in collina con la Stefi per mangiare e bere qualcosa.“Sarebbe possibile avere due bicchieri, solo due bicchieri, uno per lei ed uno per me, di Barbera?”, ha chiesto la Stefi.“Certamente!”, ha risposto il cameriere.Eravamo sedute ad un tavolo rotondo, un po' defilato dagli altri, l'illuminazione era scarsa.Siamo rimaste a guardarci in faccia per qualche minuto, fino a che una delle due, non ricordo chi, ha dato il via alla girandola delle lamentazioni.Ho proposto un brindisi e, senza metterci d'accordo preventivamente (la Stefi ed io, talvolta, ci muoviamo nella vita con straordinaria sincronia di pensieri e movimenti), ci siamo alzate in piedi ed abbiamo fatto tintinnare i bicchieri al suono di “Russ cume 'l sang...” e “Fort cume 'l Barbera...”.Poi si è parlato di cinema, di film da vedere e di cui discutere, come a lanciare ganci nel futuro, come a confermare che ancora ci saremo e tante sono ancora le cose da condividere.Con la stessa sincronia, dopo qualche minuto, improvvisamente ci siamo di nuovo trovate in piedi, una di fronte all'altra, a far tintinnare i bicchieri.“Al Toro...”“Al Toro...”Il Toro è uno dei nostri ganci nel futuro, carico di passato, carico di significato, carico di nebbia soffocante, carico.Carico. Punto.Siamo passate a parlare di calciomercato e poi siamo scivolate su “Cent'anni di solitudine” e sull'etimologia della parola “nightmare” e dopo sulle origini del Negroni.Di nuovo in piedi per l'ultimo sorso di Barbera, tintinnio di bicchieri: “A te e a me...”, “A me e a te...”, “E anche a Lerda, dai...”, “Ma sì: un brindisi non si nega mai a nessuno...”La notte, intanto, era calata: era ora di tornare a casa.Perdere la prima di campionato fa male, ma evoca trionfi del passato (però... che noia...), perdere anche la seconda anestetizza.Buonanotte.Domenica 29 agosto 2010Caro Diario,ero davanti al PC a cercare di infilare una parola dietro l'altra e in sottofondo i bimbi guardavano i cartoni in TV.Io avevo gli occhi rivolti verso il monitor, le dita che danzavano sulla tastiera, le orecchie che ascoltavano distrattamente dialoghi assurdi e sconclusionati.Guardavano un cartone i cui protagonisti si chiamano Billy (un bambino idiota), Mandy (una bambina crudele e cinica) e Tenebra (il cupo mietitore, la Morte, insomma).A Tenebra veniva rubata la falce e se ne sentiva sollevato (Tenebra è maschio nel cartone, che roba strana). Quando il ladro gli restituiva il maltolto, egli pronunciava queste parole: “Prendi il mio amore, il mio dolore e tutta la mia rabbia.”.PRENDI IL MIO AMORE, IL MIO DOLORE E TUTTA LA MIA RABBIA.“Tenebra è del Toro”, ho pensato.Ma... se Tenebra è del Toro e Tenebra è la Morte, allora... allora... allora il Toro è la Morte?Bella domanda... lascio che si spenga insieme a questo giorno.La risposta è: NO.La risposta è anche: SÌ.La risposta è pure... boh.Il Toro è il Toro.Il Toro ERA il Toro.Perdere anche la seconda di campionato anestetizza? Una bella cippa.Che domande e risposte si spengano insieme a questo giorno.Click.Lunedì 30 agosto 2010Caro Diario,faceva freschetto questa mattina, eh?Bella, questa stagione di mezzo: mattina e sera manifestano i presagi dell’Autunno, in mezzo sorseggiamo gli ultimi scampoli dell’Estate.Non amo l’Estate: troppo sole, troppo caldo, troppa luce.L’Estate è barocca, ma di un barocco volgare, quasi pacchiano.Anche l’Autunno ha un ché di barocco ma, caro mio… quel trionfo di colori, quelle nebbie, quell’aria frizzante… si fa il pieno di energia e ispirazione e si può meglio procedere per i sentieri bui dell’Inverno, fino ad arrivare a spasimare per la Primavera, la stagione in cui, solitamente, si agitano speranze, paure, dubbi, timori.Paure, dubbi e timore sono già in piena tempesta nell’Universo Granata… ed è ancora Estate.C’è spazio per la speranza?Ma sì, dai… lo dico con convinzione, una convinzione che sembra essere debole.È forte, credimi, ed è salda.Quando tutto intorno crolla, è necessario posare lo sguardo su ciò che è fermo, stabile, fisso.Io poso gli occhi sulla speranza.Verrà distrutta?La ricostruirò.Non ci vuole poi molto… e, d’altra parte, se non fosse così non sarei più qua a parlarne.Sì, un po’ mi sento anestetizzata… ma anche no.Se mi adagio, se la mia anima si adagia per una sola, piccola, irrisoria frazione di secondo, sento un suono provenire da dentro.È quella specie di grugnito, quella strana vibrazione che il toro emette contemporaneamente da naso e bocca prima di far rullare gli zoccoli sul terreno e poi caricare.Chissà… forse un giorno sentirò quel suono, quella vibrazione, provenire di nuovo dal campo e allora, quando accadrà, si sprigionerà fino al cielo quella luce che ho conosciuto in passato.Accadrà.Punto.Si chiama speranza.Niente a che fare con la certezza.Mi piace giocare a poker con il futuro, ma senza bluffare.È vero: chi vive sperando, muore eccetera eccetera.Meglio così: vuol dire che tutto funziona entro i normali parametri.Martedì 31 agosto 2010Caro Diario,fine del calciomercato, inizio dei giochi.Queste sono le carte che abbiamo in mano: spero vengano giocate nella migliore delle maniere e, ça va sans dire, senza bluffare.E domani darò il benvenuto al mese di settembre, quello che corre veloce verso l’Autunno… simbolicamente mi butto alle spalle il mese di agosto, la parte di mese di agosto finora occupata dal Toro, e vado avanti.Che la strada sia in salita, in discesa, buia, illuminata, sconnessa, perfetta o cos’altro, ha ben poca importanza: sempre strada è.