mondo granata

Profondo Rosso

Profondo Rosso - immagine 1
di Mauro Saglietti
Redazione Toro News

Credete di sapere tutto su Profondo Rosso, il film cult che Dario Argento girò in parte nella nostra città sul finire del 1974, e diventata pellicola famosa in tutto il mondo?Ne siete sempre stati catturati? Avete percorso Corso Giovanni Lanza avanti e indietro alla ricerca di una finestra che un tempo era stata murata?Ogni volta che passate da Piazza C.L.N. date sempre un’occhiata alla famosa finestra, non sia mai che ci sia qualcuno che si becca un colpo di mannaia?Vi sedete al Blue Bar lì sotto, per ingannare l’attesa, tra i tavolini immaginari?

Sia che abbiate risposto sì o no, seguiteci in queste righe e potreste magari venire a conoscenza di cose che non conoscevateScoprirete ad esempio che recentemente sono venuti a galla spezzoni scartati del film ed un sorprendente finale alternativo.Premetto, per chi non l’avesse mai visto, che a distanza di 37 anni, qualche spoiler (rivelazione sul finale) ci sarà.Far finta di nulla sarebbe come rimanere dubbiosi sull’esito del viaggio del Titanic.Quindi siete ancora in tempo.Se volete, e farete ottima cosa, potete correre in videoteca e provvedere.Poi esistono altre soluzioni, se non vi piacciono le videoteche naturalmente, che non credo sia il caso di menzionare…

 

Fine anni ‘80, Piazza C.L.N.

- Ma tu pensi che alla fine David Hemmings abbia capito chi è l’assassino?- No, guarda, lascia stare. L’ho visto prima, è ancora lì che gira, che guarda su verso la finestra e dice “No, eppure non può essere andata così…”- Eppure Dario Argento gliel’ha già detto. Continua a spiegarglielo. “Guarda, è andata così, così e così….”. Niente da fare, lui non è ancora convinto, è lì che gira.- Ahahahaha

Siamo due scemi.Ogni volta che il mio amico ed io passiamo in Piazza C.L.N., durante una delle nostre interminabili e perennemente infruttuose “vasche in Via Roma”, non possiamo fare a meno di recitare la scenetta del povero David Hemmings, il protagonista del thriller, che ancora a distanza di più di dieci anni, non è ancora riuscito a capire chi sia l’assassino.Prendiamo ovviamente spunto dalla sequenza finale del film, nella quale Hemmings (Marc Daly) si guarda attorno e comprende che no, la morte di uno dei personaggi, non ha risolto affatto la questione dei delitti.

L’amore (o l’inquieta attrazione) per Profondo Rosso, nasce in maniera poliedrica e quelle passeggiate in Via Roma non sono che uno degli aspetti.Tutto potrebbe risalire al 1975 stesso, quando il film esce nelle sale con il divieto ai minori di 14 anni. Naturalmente in quegli anni sono ben distante da quella fatidica età, ma ricordo benissimo il vicino di casa, di 15 anni più vecchio, raccontare per filo e per segno tutta la trama a mia madre (che ovviamente non andrà mai a vedere nessun film horror. Anni dopo l’ho trascinata a vedere The Ring con l’inganno, dicendole che si trattava di un film fantasy).Ricordo due cose del racconto del mio vicino, nonostante i tanti anni trascorsi.La prima: - ...l’assassino ha un medaglione, che rimane incastrato nelle maglie di un ascensore. Allora lui preme il tasto che rispedisce l’ascensore al piano terra e…Vi lascio immaginare il resto.La seconda cosa è che il vicino è arrabbiato come una bestia.Cosa è successo? Profondo Rosso a Torino è proiettato al cinema Vittoria. C’è una gran folla che va e che viene, si fa la coda per entrare e si aspetta che tutti siano usciti.Ecco.Lui si trova nella fila che sta per entrare.Qualcuno, qualche disgraziato della fila che sta uscendo, grida - L’assassino è la….Per poi mimetizzarsi nella folla.Bastardi.Fosse capitato a me, credo che avrei girato qualche scena live, con o senza mannaia.Ma questo fu quanto capitò al povero vicino di casa.- Non devo pensarci, non devo pensarci, non devo pensarci..L’assassino è la m….Nondevopensarcinondevopensarcinondevopensarci!!!L’assassino è la m…Niente da fare.Film rovinato.Provate voi a vedere un film di Dario Argento con il nome dell’assassino che vi rintrona in testa.

 

Questo fu l’inizio dunque.All’inizio degli anni ‘80 la Tv commerciale sdogana finalmente le opere di Argento, che già avevano avuto un primo passaggio Rai all’inizio del decennio.Quella è la genesi delle nostre camminate in Via Roma.Il film, visto in bianco e nero, su uno schermo che sembra uno spioncino, rivela comunque tutto il suo valore.Un momento, però!Quando lo guardo la prima volta mi torna alla mente il racconto del mio vicino di casa, risalente al 1975.L’assassino è la m…Oh no.L’assassino è la ma…Nondevopensarcinondevopensarcinondevopensarci!!!L’assassino è la m… di…Ma vaff…Niente da fare.L’effetto farfalla di chi quel giorno gridò dalla fila in uscita, è stato devastante.

 

La visione del film negli anni ‘80, genera un altro aspetto della poliedria.Ricordo un freddissimo pomeriggio del gennaio 1986 trascorso con un amico percorrendo la caratteristica Corso Giovanni Lanza.Sembriamo due pazzi indemoniati e nulla può fermare la nostra determinazione.- La villa deve essere da queste parti!E la villa è veramente lì, abbiamo avuto la soffiata di pulcinella, soltanto che quel giorno non la troviamo.Sarà lo stesso vicino di un tempo a rivelarci l’esatta ubicazione (l’aveva già cercata lui).

 

L’ultimo tempo della poliedria si ha nel 1990.Al cinema Massimo è in programma una rassegna di film girati a Torino.E’ l’occasione per vedere Profondo Rosso a colori e sul grande schermo.Ci vado con la compagnia di amici di allora, sono il più anziano di loro.Nessuno lo ha mai visto.Ah ah ah, comincio a pregustarmi il dopo film.Escono dal cinema sconvolti.- Dai, ragazzi, hanno aperto una birreria nuova in collina, ci andiamo? Ci rilassiamo un po’…- Dai, davvero..- Andiamo!E via, due macchine verso il pre-collina.Bastardo.

 

Si posteggia in un posto apparentemente isolato, ho già macchinato il tutto.- Ma sei sicuro che sia qui? Non si vede nulla?- Abbiate fiducia… - e indico l’altro lato della strada per far sì che non guardino a destra.Davanti ad un cancello mi fermo.- No, mi sono sbagliato. Qui non c’ nessuna birreria - poi cambio tono e divento drammatico - E ora guardate che cosa avete dietro.La villa del bambino urlante.Nera come la pece per il buio.Due secondi per accorgersene.Poi partono gli insulti e l’irrazionale vince - Via, andiamo via da qui!Gli aspetti della poliedricità.

 

Profondo rosso viene girato a Torino nel settembre 1974, per quanto sono riuscito a ricostruire.Argento, e qui apriamo il portone delle cose fin troppo note, era attratto dalla Torino di quegli anni ed i giornali non mancavano di riportare il momento in cui il regista romano dava l’azione per una nuova avventura cinematografica.Prima di Profondo Rosso, anche Il Gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio erano stati girati in parte nel capoluogo. Argento sarebbe ritornato nella nostra città sul finire degli anni ‘90, trovandola comunque molto cambiata nella sostanza e molto più involgarita.Curioso che un romano come luisia riuscito ad afferrare più di altri una certa energia sotterranea della Capitale sabauda, una eterna ambivalenza che in quegli anni trovò modi espliciti di manifestarsi e della quale la divisione sportiva era la punta di una divisione sociale.

 

Profondo Rosso in quei giorni in realtà senza titolo.Arriverà in seguito, in fase di produzione o di montaggio.All’inizio il quarto film di Argento avrebbe dovuto essere un nuovo capitolo della saga degli animali (L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code, Quattro mosche di velluto grigio) e si pensa a La tigre dai denti a sciabola.Non sarà così.

 

In realtà Argento ha pensato di ritirarsi dal mondo del cinema, di cui è cultore appassionato.Nel 1973 dichiara di voler girare un ultimo film e poi di volersi ritirare su un’isola (che dice di aver acquistato). Non manterrà fede agli impegni presi, anche perché sull’isoletta, a sentire lui, è tutto un viavai di troupe televisive. Se cinema deve essere almeno che sia in casa.E così Argento si presenta ai nastri di partenza il giorno 9 settembre ed il giornale cittadino rende un ampio servizio a questo soggetto misterioso, scritto con Bernardino Zapponi.Il cast è di tutto rispetto.Il protagonista avrebbe dovuto essere Lino Capolicchio, ma un incidente non gli consente di prendere parte alle riprese.Così, e non è un ripiego, il ruolo di Marc Daly va all’inglese David Hemmings.L’attore è stato il protagonista di Blow-up di Antonioni ed ha avuto a che fare col genere mistery nella pellicola Voices, del 1973, film dal finale incredibile, giunto da noi col titolo di Voci, traduzione letterale, oppure con l’inquietante E se oggi fosse già domani.Consiglio a tutti questo gioiello del mistery paranormale, che fa ancora una discreta paura anche oggi, qualora riusciate a trovarlo.Gabriele Lavia e Glauco Mauri sono affidabili attori teatrali, che vengono affiancati da una giovane Daria Nicolodi, presentata ad Argento dallo stesso Zapponi, e che vedremo sul piccolo schermo in un enigmatico e misterioso ruolo, in Ritratto di donna velata.Argento ha da poco rotto la relazione con Marilù Tolo e affida la parte della rompiscatole co-protagonista alla Nicolodi.Tra i due nascerà un’intesa.E non solo.L’anno dopo nascerà anche Asia Argento.Completano il cast l’algida attrice tedesca Masha Meril, Giuliana Calandra ed Eros Pagni.Dimenticavo.Nel cast, casomai ve ne foste scordati, c’è anche una certa Clara Calamai, attrice di spicco degli anni ‘40, a cui si deve uno dei primi seni nudi del grande schermo.Ritirata da anni, Argento la rivuole sulle scene per affidarle una piccola parte.Non proprio secondaria.

 

Bene o male conosciamo la trama.Profondo rosso è IL film del regista romano, che squarcerà di impatto visivo, come detto e stradetto, lo schermo con le sue mannaiate che sembrano in 3dimensioni.E’ un film sadico, ma è ancora un giallo, nonostante tutto, che si sostiene grazie al mistero, ad alcuni momenti leggeri, ma anche grazie ad una freddezza perfida e spietata.Il film unisce lampi di mannaia visivi e sonori.Argento si affida al jazzista Giorgio Gaslini, che compone gran parte delle musiche.Ma la sua realizzazione pratica non sembra soddisfare il regista, che affida i pezzi ai giovanissimi Goblin, capeggiati dal figlio del Maestro Enrico Simonetti (in quegli anni famoso per la pubblicità degli organi Bontempi).Che altro dire, se non che a distanza di 37 anni la title track è ancora attualissima ed è una delle suonerie più scaricate (!).

Nella mia ricerca ho cercato di analizzare quali siano stati i momenti chiave delle riprese.Sinceramente credevo che il giornale cittadino avrebbe seguito passo passo l’avvenimento, ma nei giornali dell’epoca si riscontra una certa sobrietà, non solo di stile.E’ il settembre del 1974 dunque.Tenete a mente questo mese, perché ha una valenza non credo casualmente simbolica nel film.E tu di Claudio Baglioni è in testa alla Hit Parade (versione piemontese E ti… e mi…), seguita da Innamorata dei Cugini di Campagna e Piccola e Fragile di Drupi.Il Toro ha appena battuto la Roma per 1-0 e si appresta ad impattare per 1-1 sul campo dell’Ascoli, in quella che sarà la seconda giornata di campionato.Le riprese dunque hanno inizio il giorno 9, due giorni dopo il compleanno del regista, festeggiato a Torino in un locale nei pressi del Po, a quanto si dice.Si dice questo e si dice anche altro sul tipo di festa che c’è stata, ma nessuno riporta i pettegolezzi sul giornale.La prima scena ad essere girata è quella del convegno di parapsicologia.Per chi non lo sapesse, girata all’interno del teatro Carignano.

I giornalisti sono stati ammessi a questa prima scena, che durerà tre giorni e riportano fedelmente la recitazione della Meril, interrotta da Argento che le suggerisce le movenze atterrite.Le riprese al Carignano durano tre giorni (il primo deve essere stato soltanto di allestimento) per spostarsi in una “curiosa costruzione” che si trova in Piazza C.L.N.E’ l’unico riferimento che i giornali fanno al celeberrimo Blue Bar, che è rimasto nell’immaginario collettivo.Venne costruito tra i portici ed il marciapiede esterno, e qualche passante lo scambiò realmente per un bar.A questo punto occorre fare una precisazione.Spesso si gira di notte, è stato così per il teatro Carignano.Nonostante quel settembre sia abbastanza fresco e nonostante le riprese mostrino una via Roma atipicamente deserta, ai margini della zona di ripresa c’è molta gente che si ferma semplicemente per curiosare, nonostante le ore piccole.Quindi, se la nostra ricostruzione è corretta, è lecito pensare che le scene più importanti del film siano state girate dal 13 settembre a pochi giorni più tardi - la troupe non si fermerà troppo a Torino, il film, come vedremo è stato girato anche altrove.Sebbene la Nicolodi nella sequenza di Torino compaia brevemente (in 500 di fronte al Blue Bar, e al’esterno della famigerata Villa, sequenza nella quale Marc rinviene dopo essere stato colpito alla testa, la sua presenza a Torino è costante, anche se poco trapela ancora sulla sua relazione col regista.Immaginiamo dunque le sequenze della finestra, di Piazza C.L.N., la camminata di Marc e Carlo in Galleria San Federico, la carrellata sulla stanza di Marc mentre lui suona, quella di Hemmings nel finale quando sale un‘ultima volta nell‘appartamento, girate proprio in quei giorni.La troupe dopo pochi giorni (o nelle ore diurne) deve essersi spostata nel precollina, per filmare alcune delle sequenze più famose del cinema giallo Italiano.

Sappiamo tutti oramai che la Villa del Bambino urlante è una delle più belle e famose Ville Liberty di Torino, situata in CorsoGiovanni Lanza.All’epoca del film la villa ospitava una comunità di suore, alle quali Argento pagò una villeggiatura a Rimini per tutta la durata delle riprese.Oltre agli esterni, è lecito supporre che anche molti interni siano stati girati nella villa.Molti se non tutti.Argento la invecchiò notevolmente, si prese la briga di murare una delle finestre e la “incendiò” dopo il ritrovamento della stanza segreta.Visti con gli occhi di oggi gli effetti fanno sorridere, ma all’epoca gli effetti di Carlo Rambaldi (E.T. - Talute!) erano all’avanguardia.Ora.In molti nel corso degli anni si sono spesso lamentati perché gli attuali proprietari della Villa non abbiano mai acconsentito ai tanti curiosi di riprendere gli interni.Però, immaginiamo che non debba essere molto divertente vivere in un luogo (già di per sé inquietante da far spavento), dove ti si fermano davanti a casa frotte di curiosi a qualsiasi ora del giorno e della notte, anche a distanza di 37 anni dal misfatto.Pensiamo un po’ che bello sia trovarsi uno lì fermo sul marciapiede che cerca come un pirla una finestra murata che non è mai esistita.Dopo un po’ devono girare le scatole, e non poco.Quindi possiamo soltanto supporre che alcuni degli interni siano quelli della villa, mentre altri (parete che rivela il disegno) furono girati in un teatro di posa.Villa Scott non è l’unica villa che viene inquadrata nel film.Quando Marc si mette alla sua ricerca, passa in rassegna Villa della Regina, Villa d’Agliè e due ville che si trovano in Strada Valpiana.Notare poi come Marc, sulla sua Lancia Beta, imbocchi Corso Giovanni Lanza in contromano, nella sua ricerca che lo porterà alla Villa.Non è l’unica contraddizione fisica del film.Marc afferma di abitare sopra l’appartamento di Helga, la prima vittima.Sappiamo che ciò non è possibile, in quanto il “mezzanino” che collega la Chiesa di San Carlo con i palazzi di Piazza C.L.N. non ha piani superiori.L’appartamento di Marc si trova invece nel primo mezzanino e lo vediamo in una carrellata che viaggia in senso opposto alla finestra dell’omicidio (anzi, probabilmente ripresa proprio da lì), nella quale si intravede l’insegna dell’Hotel Nazionale.Le sequenze girate a Torino si concludono qui.Tutto qui? Direte voi?A quanto pare sì, anche se molto si è discusso su alcune location dubbie.Anni fa si vociferò sulla Stampa che una sequenza fosse stata girata in Corso Umbria, ma la cosa non trova conferma specifica.Una breve sequenza venne invece girata in Via San Pietro in Vincoli (la via che “divide” il Cottolengo a metà). Una scena notturna nella quale Marc si imbatte in alcuni uomini al lavoro per ripristinare un camion ribaltato.

 

A Torino sono state girate le scene più memorabili del film, forse un 40%.Tuttavia il resto degli esterni e pressoché la totalità degli interni, furono girate altrove.Ad esempio: il cimitero dove si svolgono i funerali di Helga non è il monumentale di Torino, ma il Civico di Perugia (!), zona ebraica.E la villa di Amanda Righetti?Per gli appassionati è stata la location più difficile da individuare, ricerca andata a buon fine dopo anni di tentativi.Si tratta di una villa che si trova a breve distanza da Roma, in Via della Giustiniana, a poca distanza dalla Via Cassia.Attenzione però. Solo gli esterni sono della villa. Gli interni furono girati nei teatri di posa.Grossa delusione per il Liceo Leonardo da Vinci, che non si trova in città, bensì a Roma. Si chiama Liceo Mamiani ed è in Via delle Milizie 30, nel quale però sono state girate molte scene d’interno.Idem dicasi per la strada dove Carlo viene prima trascinato da un camion, quindi sbergnaccato da una vettura, scena che fu girata nella via adiacente il liceo.Curiosa la storia di questo shot.Argento voleva che la vettura, guidata da uno stuntman, passasse a sfiorare la testa di Lavia, il quale non ci pensò minimamente.Come disse a “La Stampa” molti anni più tardi, una ruota avrebbe potuto forarsi ed il guasto meccanico era dietro l’angolo.Fu lo stesso Lavia a suggerire ad Argento come uscire dall’Impasse.La scena infatti venne girata al contrario, con la macchina in retromarcia, e quindi rimontata nel film in senso inverso.Ce ne si può accorgere dal sangue sulla testa di Lavia, che sale anziché scendere.Per quanto riguarda poi la scena del trascinamento, il povero Lavia poté usufruire di una rinforzo di acciaio, mentre il marciapiede contro il quale si fracassò la crapa era in realtà di gomma.

La scena di apertura del film (Marc che suona con altri musicisti) venne girata nel mausoleo di Santa Costanza a Roma, così come si trova a Roma il Museo dove Marc cerca il libro della Righetti (Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari ).

Gli interni furono girati nei Teatri di posa De Paolis, situati in Via Tiburtina a Roma e ora demoliti.So di dare un dispiacere a molti aficionados del film, così come l‘ho dato a me stesso. Tuttavia il corridoio dello specchio, gli interni di casa Righetti, la stanza del disegno, la casa dell’amico gay di Carlo, la mitica sequenza di Casa Giordani, e soprattutto il pianerottolo con fatal ascensore, furono tutti ricostruiti all’interno.La ragione per la quale i registi preferivano girare buona parte dei film in interni, era legata ad un discorso di costi, e di illuminazione.Molto più facile tenere d’occhio le luci su di un set che in un luogo esterno.Curioso e sorprendente il fatto che la scena nella quale Marc si reca in casa di Carlo e trova la madre (Atensiun!), furono girate nella casa della stessa Calamai.Due curiosità.La Nicolodi in casa di Marc getta nel cestino una foto di Marilù Tolo, ex del regista.Tutte le mani guantate del film… sono di Argento stesso.

 

Dunque questa è la storia di Profondo Rosso, un film cui sono state perdonate leggerezze nella trama, con le quali Argento avrebbe inseguito spesso abbondato.Come mai l’assassino (o chi ne copre le tracce) non uccide Marc nella villa e lo stordisce solo?Bestiale poi il fatto che la Righetti trovi un bambolotto che penzola in casa ed, anziché fuggire all’esterno a gambe levate, si chiuda in casa.Curiosa coincidenza che una sensitiva capace di scovare una storia vecchia e sepolta da anni, riguardante un bambino shoccato, abiti proprio sopra il bar dove costui suona.A parte qualche leggerezza, il film rimane memorabile e, se ne siete appassionati, spero che la storia, fino a questo punto vi abbia interessato.

 

Ora, prima di parlare del clamoroso finale alternativo, vorrei mettere alla prova la vostra conoscenza del film con un piccolo questionario, che mette in luce una sceneggiatura particolare, poi abbandonata, ma che verteva su argomenti ben precisi.

Come fece Argento ad ottenere questo effetto di disperazione nella Meril?

1) Le disse di immedesimarsi in un contatto con una mente perversa2) Le rivelò in anticipo la fine del film3) Poco prima del ciak le sussurrò che la domenica l’avrebbe portata in curva filadelfia a vedere la juve. L’orrore, misto ad angosciosa disperazione, non tardò a dipingersi sul volto della povera attrice tedesca.

 

Quali parole pronuncia la Meril nella sceneggiatura originale, e chi indicava nella platea?

1) Tu! Hai già ucciso… e so che ucciderai ancora… -  indicando l’assassina in quinta o sesta fila2) Tu! Hai già rubato, e so che ruberai ancora - indicando Marcello Lippi seduto tra le comparse.

 

Nella scena seguente, in soggettiva, l’assassino si reca nei bagni del teatro, dove apre un rubinetto e vomita.Da chi e dove fu girata questa scena?

1) Da un aiuto regista di Argento, nei bagni del Teatro Carignano2) Da Argento stesso, nel teatro di posa De Paolis3) Da Argento stesso con una telecamera montata in testa. Per avere un effetto più realistico si recò la domenica in curva filadelfia e dopo cinque minuti corse nei bagni dello stadio a vomitare.

 

Argento incontrò altri inconvenienti, in seguito ai quali la produzione subì alcuni rallentamenti.Nella sequenza nella quale Marc sta suonando il pianoforte da solo in casa, si vede un taxi che si ferma sotto casa sua dal quale non è difficile intuire che scenda qualcuno con intenzioni poco pacifiche.Ebbene, Argento aveva in mente di girare la scena esclusivamente riprendendo una Fiat 132, condicio sine qua non alla buona riuscita del lavoro.Apriti cielo.Non se ne trovò una a pagarla oro in tutta Italia.Argento si intestardì e volle andare a fondo della vicenda.

Per quale motivo dovette ripiegare su una Lancia Beta? 

1) La Fiat aveva da poco dismesso la produzione della 1322) Le 132 erano tutte guaste3) Le 132 erano tutte intestate agli arbitri.

 

La nenia infantile è uno dei marchi di fabbrica di Profondo Rosso.Sembra tuttavia che la simpatica canzoncina non fosse stata la prescelta.Cosa aveva utilizzato Argento per ottenere un effetto sinistro, macabro e spaventevole e terrificante, che suscitò tale sconforto e paura da far fuggire in massa tutta la troupe e da far dire ad Hemmings  che se avesse ancora ascoltato una sola di quelle note avrebbe abbandonato il set? Un disgusto tale  da far ripiegare il regista su qualcosa di meno orrendo?

 

1) La compilation di Amici2) juve, juve… il Comunale grida già…3) Una canzone dei Modà

 

 

A cosa si deve questa espressione della Calandra?

1) Le avevano appena schiantato la faccia contro le piastrelle2) Le era caduto in testa un pezzo di acciaio dello Juventus stadium3) Aveva appena saputo dell’acquisto di Masiello

 

Perché la stanza venne murata?

1) Per nasconderci dentro un indizio importante2) Per nasconderci dentro un cadavere3) Per nasconderci dentro Meggiorini

 

Per quale motivo il disegno del bambino era così spaventoso da dover essere coperto da uno strato di vernice?

1) Il bambino aveva riprodotto l’omicidio del padre2) Il bambino aveva scritto il nome dell’assassino3) Il bambino aveva disegnato Anastasi

 

Come fece Argento a rendere così realistica questa scena, nella quale la testa di Lavia viene sbergnaccata?

1) Fece leva sulla professionalità dello Stuntman2) Girò la scena al contrario.3) Motivò lo stuntman dicendogli che Sergio Brio era scivolato per strada.

 

Per quale motivo Clara Calamai era così incazzata?

1) Aveva capito di essere l’assassina2) Non le funzionava la password di Toronews3) Aveva incrociato Chiellini nel teatro di posa

 

C’è chi assicura infine che la sceneggiatura prevedesse un finale differente, nella memorabile scena finale nella quale la collana dell’assassino rimane impigliata nel fatale ascensore che, messo in moto, lo decapita.Sembra infatti che Clara Calamai (massì, lì’assassina) fosse stata scelta soltanto in un secondo momento e che le scene principali fossero già state girate con un attore sconosciuto.La sceneggiatura prevedeva che non fosse la collana a rimanere impigliata nelle maglie del micidiale ascensore, bensì i capelli dell’attore.Tuttavia, con gran rabbia di Argento, la scena, nonostante vari tentativi, non riuscì mai in quanto i capelli del malcapitato, anziché trascinare l’attore verso le maglie infernali dell’ascensore, si staccavano tutti in un colpo solo, neanche si fosse trattato di un tupé.La scena così dovette essere abbandonata, la sceneggiatura subì una sferzata verso la versione che tutti conosciamo,

 

Per concludere, due curiosità.Quella fu l’ultima interpretazione di Clara Calamai, che in seguitò dichiarò.- Da quando ho fatto Profondo Rosso, mi sono stati offerti almeno quattro film nei quali facciola parte dell’assassina.Ho rifiutato naturalmente. Non voglio terminare la mia carriera con questa specializzazione.Settembre è un mese importante per il film, casualmente ma non troppo, molti personaggi sono nati a ridosso di quei giorni. Macha Meril, ad esempio, o lo sceneggiatore Zapponi. E non solo.Dario Argento è nato il 7 settembre.Clara Calamai era nata il 7 settembre.Vi pare una coincidenza il fatto che il regista abbia scelto proprio un’attrice nata il suo stesso giorno, per il ruolo dell’assassina?

David Hemmings è morto il 3 dicembre 2003, colto da infarto mentre si trovava su un set, in Romania. Aveva 62 anni.

Clara Calamai è scomparsa il 21 settembre 1998 a 89 anni.

Lo sceneggiatore Zapponi si è spento nel 2000 all’età di 73 anni.

Gabriele Lavia e Glauco Mauri sono due dei più acclamati attori di teatro degli ultimi 40 anni.

Dario Argento ha aperto un negozio a Roma, che si chiama come il suo più grande film, Profondo Rosso. Mauro Saglietti

tutte le notizie di