mondo granata

Prova di maturità

Redazione Toro News
di Fabiola Luciani

Totò, Peppino e …la "Malafede". Non è un refuso. La "Malafemmina" qui c'entra solo come estensione negativa di un concetto positivo: la colpa è del prefisso "mala". Perché, diciamocelo francamente, la "fede" e la "femmina" sono, in astratto, parole che definiscono delle positività. Qualcuno si starà chiedendo che cosa mi sia fumata stamattina, per cui, senza tentare di fornire a voi, e a me stessa, delle spiegazioni troppo complicate, cerco di ritornare a "Totò, Peppino e...". La "Malafede" appunto.

Innanzitutto, tengo a precisare che c'è una bella differenza tra fare una critica e fare invece polemica. Fare una critica significa aiutare a migliorare una situazione, accertare che ci possono essere dei difetti da correggere e lavorare tutti insieme per farlo al meglio, nell'interesse di tutti. Fare polemica invece, significa solo mettere zizzania, creare un ambiente difficile, fino a rendere problematico lo stesso andare avanti in qualunque direzione. Insomma, una è positiva, l'altra assolutamente negativa. Una nasce dall'amore, l'altra dall'astio, quindi è giusto farne un distinguo.

 

Eccoci quindi, di nuovo costretti a lucidare le baionette.

L'attacco al cuore del popolo granata è cominciato; l'ombra degli sciacalli si staglia nitida all'orizzonte, sono sempre loro gli amici degli amici, i soliti noti, quelli che mai hanno fatto niente per niente, quelli che ancora oggi si guardano stupiti perché il loro piano ben congeniato è desolatamente franato di fronte all’orgoglio e alla solidità del popolo granata.

Eppure avevano fatto conto che dopo gli ultimi avvenimenti, gli attacchi più o meno mirati, il lamento di Rosina, pur condivisibile nelle sue esternazioni, ma sicuramente fuori luogo per tempi e modi, il fronte comune si sarebbe sgretolato ed il popolo granata in ordine sparso sarebbe stato più semplice da condizionare. E invece la nostra risposta è stata unitaria; se all’arrivo di Ronaldinho ci sono state 4000 persone ad attendere l’asso brasiliano, alla Sisport, ieri e l’altro ieri, hanno assistito ai primi due allenamenti oltre 2000 tifosi, con tanto di bandiere e fumogeni ad incitare i propri beniamini, compreso il capitano, e visto le premesse, direi che non erano assolutamente pochi.

Insomma, non ci sono state defezioni, né ci saranno, semplicemente perche noi difendiamo il Toro a prescindere dalle persone. E’ il nostro diritto a sognare che non potranno mai toglierci.

Lo sappiano gli sciacalli che c'é un intero popolo a guardia di una fede, e la fede non è categoria, né classifica, né uomini, la fede è il senso di appartenenza, la gioia di ritrovarsi con i tuoi fratelli a qualunque partita del Toro in qualunque stadio del mondo, la fede è quella che ci ha permesso di sopravvivere quando tutto complottava per farci sparire, la fede è quella che ci dice che siamo nel giusto e che senza di noi il loro piano sarebbe stato perfetto. Mi dispiace per loro, ma noi ci siamo, anzi, ci saremo in eterno pronti a sbattere fuori dalla porta e dalla finestra quello che rientra dalle fogne. I nostri nemici sono molti, alcuni subdoli, altri dichiarati, ma a tutti vorrei dire che non ci avranno mai come ci vogliono loro. Mettano pure in atto tutti i loro sporchi giochi sulla pelle del Toro, tanto ci saremo sempre noi a lenire quelle ferite con un amore che non conosce limiti o confini, immortale come la nostra storia, e irraggiungibile come il nostro orgoglio.

Il Toro dunque, non si è squagliato ai tanti piccoli fuochi sempre accesi e alimentati dal malumore che serpeggiava. Che a me pare quasi sempre anche se non sempre, malumore piromane, cioè di chi accende la fiamma solo per il gusto e il vizio di veder bruciare. Poi, se serpeggia del malumore in qualche giocatore della rosa e se ci fosse qualcuno che volesse cambiare aria, è libero di farlo. Non ci stracceremo certo le vesti e se capiranno che scaldare una panca a Milano o chissà dove, forse non è meglio che correre sotto la Maratona ( e che i loro veri interessi non coincidono necessariamente con quelli dei loro procuratori ) qualsiasi obiettivo allora diventerà possibile. Chi univocamente antepone il denaro alla carriera, non sarà ricordato se non per il talento sprecato.

 

Noi ci giocheremo il nostro campionato dignitoso, nella serie che ci compete, e se a qualcuno questo dovesse parer poco, se per qualcuno sul Toro non resta che piangere o intonare un digrignar di denti, se per qualcuno, pochi o tanti che siano, non c’è che da nutrir rammarico, disperazione, sconforto, se un Toro come quello che c’è o ci sarà non vale il prezzo di un biglietto, di un abbonamento allo stadio o in tv, allora è l’accidia, bellezza, e non puoi farci niente. Accidia, mi piace ricordare per esteso e da vocabolario il significato del termine: noia del ben operare che nasce da cattiva disposizione della volontà, svogliatezza, indolenza, pigrizia del pensiero e dell’animo.

E’ un fatto però, che questa mala disposizione della mente e della volontà non si sia ancora insinuata in casa del tifo granata, nonostante una campagna acquisti in sordina e quella leggera brezza che soffia su qualche nome di enorme utilità per la causa granata, vagando tra nomi altisonanti ed emeriti sconosciuti. Se non ci sarà Eto'o e Drogba, pazienza. Ci siamo accontentati di parecchi scarpari, onesti mestieranti, e qualche sparuto campione nel corso della storia recente. Ma abbiamo sempre apprezzato e riconosciuto chi ha onorato la nostra maglia con impegno e dedizione nonostante i limiti tecnici, innamorandoci anche di giocatori che fuori dal Toro, nessuno si ricorda forse manco i nomi.

Però una divagazione sul tema permettetemi di farla. A dire il vero, nella rosa ci manca ancora un difensore centrale, un centrocampista e un centravanti, ovvero tutta la spina dorsale. Ne deriva, anatomicamente parlando, che siamo fortissimi nelle braccia e nelle gambe, ma manchiamo di cervello, di cuore e di intestino.

Però… “stanno lavorando per noi”.

Ma è “accidia” anche questa?

Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.