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Quando il Toro lo temono tutti

Matteo Baricco

L’imbattibilità del Toro F.D. si è interrotta ieri dopo il 4 a 3 subito dall’Orange Cervere. Grandissimi i Ragazzi che, nonostante la sconfitta, hanno onorato la maglia granata fino all'ultimo minuto. È stata...

L’imbattibilità del Toro F.D. si è interrotta ieri dopo il 4 a 3 subito dall’Orange Cervere. Grandissimi i Ragazzi che, nonostante la sconfitta, hanno onorato la maglia granata fino all'ultimo minuto. È stata una partita strana, dove i ragazzi di Barucco si sono dannati l’anima per tutta il tempo e dove non sono bastate neanche le tre reti di Romeo a cambiare volto alla partita.

Gli infortuni di Vincenzo Orefice e del capitano Alessandro Genta alla vigilia dello scontro hanno ridotto al minimo la rosa, ma non hanno impedito al Torino F.D. di affrontare a testa alta il match e di passare in vantaggio. L’Orange, però, infila tre tiri da fuori area sotto la traversa, dove Bertola, incolpevole, non può arrivare. Sotto di due gol il Toro si agita, diventa una furia e inizia il secondo tempo aggredendo e dominando ogni pallone. La rete arriva grazie al solito “Tony” Romeo che calcia prepotentemente in porta sorprendendo il portiere avversario. Dalla rete in avanti c’è solo granata in campo, ma le assenze si fanno sentire e la lunghissima panchina dell’Orange ha consentito un continuo ricambio di giocatori. Per Cervere era l’impresa della vita e hanno preparato il match per due settimane di fila: hanno portato in panchina chiunque potesse giocare, consentendo un numero di sostituzioni più consone al Rugby che al Calcio.

Romeo tenta un’incursione in area, riesce a penetrare ma il difensore arpiona visibilmente il pallone con la mano: “È rigore!!!” Invece no, l’arbitro non vede il tocco e non concede il tiro dagli undici metri, negando il meritato pareggio alla squadra granata.

Il 4 a 2 è arrivato inaspettato, colpendo i ragazzi nell’orgoglio. Lo scossone arriva dalla panchina, dove le grida di Barucco rimbombano nello stadio e caricano i granata: “Crediamoci…così gli ho urlato” - interviene il mister telefonicamente - “Non ci stavamo a perdere così: i ragazzi si sono dannati l’anima in campo, hanno sudato, tornavano acciaccati in panchina e poi riprendevano subito a correre. L’Orange ha avuto dalla sua un portiere in grado di parare almeno 15 tiri e il 4 a 3 è arrivato troppo tardi, quando il tempo era ormai agli sgoccioli. Ormai è così: vista la nostra imbattibilità internazionale, battere il Toro è come autoproclamarsi Campioni. Ho visto dei ragazzi coraggiosi in campo e questo mi da fiducia perché per un Cuore Toro l’importante non è vincere, ma dare l’anima. Ringrazio calorosamente l'amministrazione locale ed in particolare il signor Paolo Carena della Protezione Civile, per la perfetta organizzazione dell'evento”.

Questa squadra sembra uscita dai tempi passati, quelli dove il Toro era temuto e dove i giocatori incornavano a testa bassa, un periodo dove il Tifo era caldissimo e la squadra, nonostante la sconfitta, meritava la passerella sotto la Maratona.