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Quella sporca ultima meta

Redazione Toro News
di Steve Della Casa

Burt Reynolds, dopo essere stato un campione, si trova in galera e in piena crisi esistenziale. Ma in galera i rapporti tra detenuti e guardie, come è noto, sono pessimi. E quando una squadra di detenuti e una squadra di guardie stanno per affrontarsi, il sordido direttore del carcere non esita: cerca di corrompere Burt, di non farlo giocare come sa. Ma la vita ti pone di fronte a mille ricatti, e se hai dentro qualcosa che vale (ad esempio il cuore) prima o poi gli effetti si vedono. E infatti andrà così. Con grande scorno del direttore.Dopo una battaglia come quella di Modena, vedere i giocatori in lacrime e in mutande gioire sotto la curva dà finalmente l'idea che il cuore granata attraversa davvero questa squadra. Una squadra che quando nacque (a gennaio) suscitò mille ironie e vide qualcuno pronosticare la serie C e il cambiamento di nome (da Toro a Cairese). Adesso si vede che avevano sbagliato. Morello che va a dirne due allo svizzero che goffamente lo investe mentre prende il pallone. Scaglia che è l'ala più vera e più forte dai tempi del grande Antonino Asta. Garofalo che non butta via un solo pallone. Ogbonna che insegue il pallone che rimpalla affrontando tre giocatori diversi. Sono tutti atteggiamenti che danno forza e epos a chi li vive ma anche a chi li guarda. E il povero Pioli, in maniche di camicia, ripensa a quando disse che se rigiocava con il Toro avrebbe vinto venti volte. Non fu profeta. Il profeta è stato Bianchi annunciando un suo goal a Modena. Di profezia ne ha fatta anche un'altra. Speriamo che, a scorno dell'odioso Baiocco, si avveri anche questa.