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Ora tocca a noi. Possiamo vantare dei crediti con i nostri fratelli viola ed è giunto il momento di farli valere. Devo dire la verità: sono un po’ allergico ai gemellaggi. Tutto quanto molto bello: lo scambio di bandiere e di sciarpe, il clima di serenità che si respira allo stadio. La possibilità di vedere la partita con il tifoso della squadra avversaria senza rischio di litigare. Non sono d’accordo però con l’eccessiva non belligeranza, non certo sugli spalti, quanto più sul campo. L’anno scorso la Fiorentina è giunta a Torino con un solo risultato a disposizione per qualificarsi in Champions League: la vittoria. E vittoria è stata. Meritata, certo, ma con la palese sensazione che a un quarto d’ora dal termine, se a Milano il Milan non fosse stato in vantaggio, a Torino la gara poteva finire tranquillamente in parità. A maggior ragione se si pensa che proprio i granata erano passati per primi in vantaggio con gol di Diana, annullato per un inesistente fuorigioco che non è stato nemmeno contestato, nonostante l’evidenza della decisione ingiusta dell’arbitro. Insomma, perché rovinare il sogno ai nostri amici di Firenze. Al loro gol, a pochi minuti dalla fine, abbiamo festeggiato tutti insieme sugli spalti, ed è stato molto bello, ma ora tocca a noi!Il 30 maggio del 1993, alla penultima di campionato, la Fiorentina si gioca a Torino una delle residue chance per salvarsi da un’inaspettata retrocessione. I viola pagano gli errori di Vittorio Cecchi Gori che ha sostituito alla presidenza della squadra suo padre Mario. Alla fine del girone d’andata, la Fiorentina è addirittura nelle prime posizioni di classifica, poi, l’esonero dell’allenatore Gigi Radice la fa piombare nel baratro dei bassifondi della classifica. Nonostante giocatori di calibro come Batistuta, Effenberg e Ciccio Baiano, i toscani non vincono più partite. Sono in lizza con altre 3-4 squadre per non retrocedere e risulteranno decisive la classifica avulsa e la differenza reti a parità di punteggio tra più formazioni. Il Torino non ha più nulla da chiedere al torneo. Anzi, i giocatori sono già mentalmente distratti dalla gara di finale di Coppa Italia contro la Roma. Il divario non tanto di valori, quanto di serenità d’animo nell’affrontare la partita è evidente. I granata passano in vantaggio con Aguilera dopo un quarto d’ora e gestiscono il vantaggio sino alla fine. In una delle ultime azioni, l’argentino Batistuta segna il pareggio e regala un’altra domenica di speranza ai tifosi viola. La rete giunge in mischia e appare evidente come il nostro portiere Luca Marchigiani non si affanni nel tentativo di evitare il gol. E’ festa sugli spalti; dalla curva Maratona si levano applausi e cori d’incitamento proprio come è accaduto lo scorso maggio. Per la cronaca, a nulla valse quel punticino racimolato al Delle Alpi. La domenica successiva, infatti, nonostante il roboante successo contro il Foggia, la Fiorentina conoscerà la serie B.Fu comunque piacevole condividere insieme quei momenti, come è piacevole vedere ogni anno la partita insieme sulle gradinate. Non me ne vogliano i tifosi di Firenze, ma ora tocca a noi risollevarci, magari anche grazie a una non impeccabile partita dei loro beniamini. Ecco, oltre ai tre punti per la vittoria che ci spettano, se magari l’ex bianconero Mutu durante la partita non simulasse di essere stato falciato in area di rigore come spesso gli capita e se anche Gobbi, che forse non giocherà per infortunio, modificasse il cognome sulla maglietta, noi vi saremmo ancora più grati e ci sentiremmo uniti ancora di più da un forte legame di amicizia. Non me ne vogliano i tifosi di Firenze, ma ora è il nostro turno. Ne abbiamo bisogno e forse ne avremo bisogno anche alla prossima partita a Firenze, nel girone di ritorno, dove non vinciamo dagli anni '70.
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