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Ragazzi, dovete capirlo

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di Marco Peroni  "Cari" giocatori,vi scrivo che fuori è ancora buio, i vetri sono appannati e lo stereo è basso per non svegliare la mia ragazza (tra mezzora si alza anche lei e comincia a correre dietro al treno,...
Redazione Toro News

di Marco Peroni

 

"Cari" giocatori,vi scrivo che fuori è ancora buio, i vetri sono appannati e lo stereo è basso per non svegliare la mia ragazza (tra mezzora si alza anche lei e comincia a correre dietro al treno, passando per la colazione e i vestiti preparati sul divano ieri sera). Pochi minuti fa ho sentito la Stilo del mio amico Paolo mettersi in moto giù nel cortile, destinazione Cuneo, o Alba, o Alessandria, in giro a piazzare saggi di psicologia e filosofia nelle librerie che già scoppiano di brunivespa e lucianelittizzetto per Natale.Lui è mio amico da sempre e siamo finiti per caso ad abitare uno di fronte all’altro. E' parte della macchinata che ogni due domeniche parte da qui sotto in direzione Toro… siamo in cinque, ovviamente granata, abitiamo tutti qui vicino e siamo insieme da una vita. Nessuno potrebbe cambiare il frigorifero così alla leggera, mi spiego, e non è perché ce la siamo presa comoda. Sapete com’è, fuori dai vetri fumé delle macchine sportive succede così: ci si fa il mazzo, capita di incontrarsi a volte il mattino presto con gli occhi ancora un po’ gonfi e se non è troppo tardi riusciamo anche a scambiare due parole su di voi, la macchina che borbotta e fuma lì di fianco nel buio, in folle, che almeno il motore si scalda un po’ e a noi sembra di poter trovare in quei tre minuti una soluzione alle vostre amnesie, ai vostri cali di concentrazione, alla rabbia che proprio non volete tirare fuori. In mezzo al particolato alle sette e un quarto del mattino.

Non fraintendetemi, non siamo messi così male da non aver altri argomenti che le vostre sovrapposizioni, ci sono delle volte che veniamo allo stadio e abbiamo tante di quelle cose da raccontarci che della partita si comincia a parlare girando nel tornello, e sono le volte che forse ci divertiamo di più: ci venite in mente solo quando spuntiamo in curva e, vedendovi fare il riscaldamento, indoviniamo la formazione. Avevo ragione io, Bianchi lo fa giocare, oppure aveva ragione Dimo, Rosina sta fuori anche oggi. Cose del genere, da bar, che però a noi fanno divertire e dimenticare tutti i casini per due ore. Io sono quello più ottimista (ingenuo, penserete voi), che crede sempre siate in buona fede e stiate facendo tutto il possibile per la Causa. Due settimane fa ho persino scritto un articolo che si intitolava “Va tutto bene, tranne i punti”, e quando mi è capitato di andare in tv a parlare un po’ del mio libro mi ero dissociato dal pessimismo generale perché, insomma, “il gioco e l’impegno non è mai mancato”… Se non fossi l’ultimo pirla della consorteria granata, avrei pensato che da Siena in poi avete giocato non contro il Mister, ma contro di me! Porca miseria, vi siete fatti rullare da tutti con una mancanza di orgoglio impressionante, e io mi sono ricacciato in gola una parola dopo l’altra.

Ma vedete, il punto non è quello. Non è che vi dovete dare una sveglia perché guadagnate bene e c’è gente che per venirvi a vedere tira la carretta. Quella è una buona ragione, certo, ma che potrebbe riguardare qualsiasi altra squadra del mondo. Il fatto è, ragazzi miei, che IL TORO NON E’ UNA SQUADRA COME LE ALTRE. Ve lo dico in totale buona fede, fuori da ogni retorica e pure con un po’ d’affetto. Qualcuno di voi magari è troppo giovane e ha la testa chissà dove (anche se i ragazzini mi sembrano quelli che ci stanno più dentro fra di voi, alla faccia di ogni luogo comune sulle ultime generazioni), forse qualcuno è troppo vecchio e ha le motivazioni che ha (anche se a casa mia, gli ultimi colpi sono quelli che si sparano sempre più volentieri), forse qualcuno arriva da altri ambienti e crede ingenuamente di essere lui il protagonista del mondo del Toro, in quanto giocatore, con noi a pendere dalle sue giocate (ma qui è esattamente il contrario, dovreste essere voi a chiederci l’autografo quando ci incontrate in giro con qualcosa di granata addosso.. qui siete ospiti di una Cosa Più Grande, dove quando si vince invece di imbrattare i muri partiamo in pellegrinaggio).Ragazzi, per tirarvi/ci fuori da questa situazione dovete capire che noi non siamo gente come le altre, questa piazza è un’altra cosa, qui valgono altre regole. Qui avevamo Scifo e Casagrande e sballavamo per Bruno e Policano. Qui da noi di una bella triangolazione di prima non ce ne fotte niente (si fa per dire, se ve ne entrasse qualcuna va bene lo stesso…), qui andiamo di fuori per un fallo laterale o un calcio d’angolo conquistato facendo pressing con la bava alla bocca. Non sentite cos’è che fa esplodere la curva? Cos’è che può riaccenderci e rimettere le cose sui binari giusti? Vogliamo vedere come siete fatti dentro, non ce ne frega niente del resto. Qui siamo a teatro. Voi dovete interpretare il copione a modo vostro, ma non un altro copione, non quello che pare a voi.Qui siamo retrocessi e abbiamo fatto una marcia di 50.000 persone, qui eravamo i più forti del mondo, riscatto sociale della parte sfruttata della città, contro la squadra dei padroni del vapore ma mai dei nostri cuori e nemmeno del prato verde; qui eravamo così forti che l’Italia in ginocchio dopo la Guerra vedeva nel nostro colore, così come in Coppi e Bartali, un simbolo di riscatto e dignità; qui siamo caduti tutti insieme in un aereo precipitando su una Basilica progettata da uno che si chiamava Juvarra; qui ci siamo rialzati e quando abbiamo potuto innamorarci di nuovo, l’artista col sette sulla schiena è finito sotto una macchina, la macchina di un tifoso che c’aveva la sua foto sul parabrezza; qui succede che il tifoso ha provato a riscattarsi, è diventato Presidente e ha fatto un altro casino, facendo morire il Toro a un passo dai cent’anni; qui succede che quando tutti volavano su di noi come avvoltoi, ci siamo messi di traverso e siamo rinati; qui succede che quando il vostro e nostro Presidente ci ha comprato all’asta i cimeli, il giorno dopo attraverso il Lotto era arrivato un ringraziamento dall’alto (4-5-49-10 sulla ruota di Torino... cioè la data di Superga e la firma di Capitan Valentino).Qui vi state mettendo addosso un colore più grande di voi. Questa non è una tifoseria, è una setta, dio bono, io non so più come dirvelo che VI E’ CAPITATA UNA FIGATA PAZZESCA, potevate finire a giocare in una società normale ed essere carne da Lucignolo, con la camicia aperta e lo champagne a rispondere a domande per deficienti cerebrolesi.Qui vi è capitata una figata pazzesca e adesso avete il tempo per rimediare.La soluzione non è difficile, anzi è la cosa più facile del mondo, come giocare a pallone con il cuore nelle scarpe. Oggi quando andate all’allenamento lavorate meglio che potete, e sabato quando scendete in campo con quei brocchi del Bologna (non raccontiamoci cavolate) correte come dei pazzi, correte come dei pazzi, correte come dei pazzi, difendete la porta come se fosse tutto quello che avete.Perché noi adesso non veniamo più soltanto a fare il tifo, veniamo anche a controllare.Un abbraccio a tutti, Marco