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Razzismo fuorigioco. Gli altri siamo noi

Redazione Toro News

ALESSANDRO DE MARCHI

Proprio a Torino, lo sfogo del giovane Edgard, calciatore brasiliano del Cenisia -ampiamente ripreso dalla cronaca locale e dalla tv nazionale (Gene Gnocchi a ”Quelli che il...

"ALESSANDRO DE MARCHIProprio a Torino, lo sfogo del giovane Edgard, calciatore brasiliano del Cenisia -ampiamente ripreso dalla cronaca locale e dalla tv nazionale (Gene Gnocchi a ”Quelli che il calcio”) - ha riportato alla ribalta il grave problema del razzismo nel calcio. D’altra parte il fatto che non se ne parlasse più tanto, non voleva dire che questa piaga fosse stata sconfitta. In Europa la solidarietà del mondo calcistico e l’indignazione di quanti amano questo gioco è stata risvegliata dal giocatore del Barcellona Samuel Eto’o: per svariati mesi bersaglio delle tifoserie con cori razzisti e lanci di noccioline, minacciò di abbandonare il campo.Cosa che in Italia un anno fa fece il giocatore messinese Zoro, insultato dalle tifoserie avversarie esclusivamente per il colore della pelle. Clamoroso fu nel 2001 il trattamento riservato ad Omolade, che in seguito avrebbe indossato anche la maglia granata: il giorno del suo debutto a Treviso, l’intera curva trevigiana abbandonò lo stadio in segno di protesta per la sua presenza in campo. La partita successiva contro il Genoa, la sua squadra scese in campo col volto dipinto di nero per solidarietà col giovane nigeriano.E in casa granata? Vent’anni fa, quando i tifosi di una squadra di cui, per dirla come Gramellini, ora mi sfugge il nome, “dedicarono” uno striscione al grande Leo Junior, i tifosi della nostra curva non trovarono niente di meglio che portarsi in trasferta, fino a Verona, dei ragazzi africani per far loro reggere lo striscione di risposta: “Meglio negri che bianconeri”…Se è vero che il mondo dei tifosi è uno spaccato della società, per cui troviamo il tifoso civile e quello teppista, quello intelligente e quello becero, non dovremmo farci illusioni: il razzismo nel mondo del calcio esiste. Ma ci piace invece pensare al mondo del calcio e più in generale dello sport come fattore di educazione e di cambiamento.La Campagna “Razzismo fuorigioco” non solo si propone di lanciare un importante messaggio, ma vuole che questo sia fatto dai tifosi, molto spesso, tra l’altro, discriminati per la violenza o l’imbecillità di pochi. Invitiamo pertanto tutti a partecipare al forum appositamente creato su TORONEWS. L’obiettivo è di riflettere insieme sul razzismo nel calcio, magari partendo dal nostro vissuto di tifosi. In concreto vogliamo arrivare a produrre un messaggio contro il razzismo, che sarà diffuso attraverso i media e consegnato anche alla nostra squadra.Il forum servirà inoltre a raccogliere idee per uno slogan che faccia sapere a tutti quanti che la tifoseria granata rifiuta il razzismo: ogni partecipante potrà infatti indicare uno slogan che abbia come soggetto i tifosi del Toro e la lotta al razzismo. Lo slogan che una giuria riterrà il più convincente e significativo, sarà stampato su magliette che saranno poi distribuite gratuitamente ai tifosi, e l’autore sarà premiato.L’iniziativa è proposta dal CISV, associazione di cooperazione internazionale per la quale quest’anno Diaw Doudou ha fatto da testimonial sostenendo un progetto di sviluppo in Senegal.Per saperne di più visitate il sito www.cisvto.org“Razzismo fuorigioco” rientra nell’ambito della campagna internazionale “Stand up, Speak up”, campagna della Fondazione King Baudouin promossa in Italia da VITA Consulting