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Il fatto è che quel che mi è rimasto impresso dell’ultima partita (partita?) è stato il dito medio di un bocia verso di me, più o meno quando Colombo invece di tirare ha passato e l’unica grossa opportunità di pareggio contro il Crotone è andata in fumo. E’ stato allora che in tanti abbiamo emesso un lungo “NOOOOO" prima di essere fanculati da quelli di sotto, bocia compreso. E allora vorrei dirgli affetuosamente: non è che l’anfibio e il jeans attillato ti facciano più caldo e appassionato di me, tanto da alzarmi il dito mentre soffro per la squadra (per fortuna non siamo messi così male, che il tifo si misura in occhiaie e bestemmie: che poi, anche se così fosse, la partita è tutta da giocare).
Così mi sono venuti in mente alcuni versi di Guido Catalano, poeta e attore torinese che da anni si aggira per locali, piazze, teatri suscitando fra i presenti qualcosa di bello e complesso, tra divertimento e commozione. Un artista che sa ancora prendersi in giro e campa d'autoirnonia, virtù dei forti altro che la pazienza.
Rispondo a quel dito medio con questa poesia che Guido Catalano ha scritto contro uno che, invece, lo accusava di essere “soltanto” un cabarettista e non un “vero” Poeta... (guarda cose deve fare uno per giustificare che, se Colombo segnava, era contento...).
Ah, dimenticavo: simpaticamente, la poesia si intitola Il fatto, fratello, è che non sai neanche di cosa stai parlando.
Parli di Poesia e di ImpegnopoeticoE di Struttura e di Metrica.E reciti…Tu reciti la tua roba…Reciti e ti agiti (…)Mi dai del cabarettista credendo di insultarmi(…)Impara che i cabarettisti è genteChe combatte in prima lineaTutti i giorniTutte le oreTutti i secondi che ci sono in un minuto.Come se fosse lo sbarco in NormandiaCon i maledetti naziChe li falciano a mitraglia (…)Fai un po’ di cabaretMangia tanto panePoi torniE ne riparliamo.Un abbraccio a tutti, Marco
P.S. Il libro di Guido Catalano, da cui ho tratto questi versi, si chiama Motosega (SEEd editore).
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