mondo granata

Scaramanzie

Redazione Toro News
di Silvia Lachello

Sabato 9 maggio 2009. Caro Diario, siamo alla frutta ma a me viene da ridere lo stesso.Voglio parlarti della scaramanzia, anzi delle scaramanzie. Ognuno di NOI ha la sua, ognuno di NOI segue un suo particolare rituale atto a volgere gli occhi della Dea Fortuna verso il campo e a distrarre momentaneamente l'oppositrice Dea Sfiga, ognuno di NOI fa o non fa qualcosa perché “quella volta in cui ho fatto (non ho fatto) così è andata bene.”Premetto che non credo nella Sfiga... fondamentalmente perché ho le prove scientifiche (sic) che credere nella sua esistenza sia l'unico modo per farla esistere ed alimentarla.Prove scientifiche, mica pizza e fichi.Credo nella Fortuna nel senso latino del termine ove per Fortuna si intendeva parlare della Sorte, qualunque fosse la sua connotazione. E ciò non finirà mai di turbarmi.Se per Fortuna si intende sia quella buona sia quella che inizia per S... non c'è più religione, siamo in balìa degli eventi, non abbiamo il controllo su alcunché, il libero arbitrio va a farsi friggere, è una tragedia, moriremo tutti!!!Ciò detto... sono arcistramegasicura che non esista nessuno immune da riti scaramantici.E la parte bella di tutto ciò è che tali riti si ripetono infiniti nonostante tutto.Ricordi i miei pesci rossi? Vabbe', ce n'era uno solo rosso, si chiamava Rossa, gli altri tre erano Giallo (indovinane il colore...), Nero e Amichetto (questo era argenteo ed arancionello).I pesci rossi non hanno lunga vita, ahimè, ed i miei non fecero eccezione... ma accadde qualcosa di particolare.La mattina dello scorso otto novembre Giallo iniziò a nuotare in modo strano: era lento, ogni tanto rimaneva incantato in un recesso dell'acquario... boh, pensai, forse è arrivata la sua ora. E pensai bene, accidenti. Poco prima di uscire di casa per andare a vedere Toro-Palermo mi toccò il triste compito di tumulare Giallo.Tornata a casa dallo stadio ero molto felice: il legionario austriaco aveva compiuto una sorta di piccolo miracolo.Analoga sorte toccò a Rossa. Poco prima di Toro-Milan.Che ci fosse una relazione fra gli eventi? C'era.Amichetto morì poco prima di Toro-Napoli, Nero resistette più a lungo ma si arrese prima di Toro-Udinese.Se fossi scaramantica (e ribadisco SE) avrei comprato montagne di pesci rossi ed avrei passato buona parte dei miei giorni ad osservarli sperando (Crudelia) eventuali segni di cedimento, chiamiamoli così, nel loro guizzare nell'acqua.Per fortuna (ahia, ho scritto QUELLA parola) non la sono e così si concluse la mia avventura di 'madre' di pesci rossi. Certo che però... no, non sono così crudele... però è incredibile... ok, va bene, sto esagerando.D'altra parte io non sono scaramantica (tzé). Altri lo sono. Tutti lo sono. Io no. Altri sì. Mentre io... figurati!Gabriella allo stadio porta sempre con sé un santino di Padre Pio, lo mette dentro un calzino. Dice che Padre Pio e Paolo Pulici hanno le stesse iniziali e quindi... ne ha parlato con il prete della sua parrocchia perché temeva di starsi macchiando di blasfemia ma il prete, granata fino al midollo pure lui, ha benedetto il santino ed ha chiosato il colloquio con una forte stretta di mano ed un “Sempre forza Toro, figliola...”. Gabriella è quasi sicura di avergli sentito dire anche “Signore, perdonami...” ma era già sulla soglia della chiesa e non è tornata indietro.Enrico allo stadio fa le scale al contrario. Non si fa notare fino a quando è davanti alle scale per accedere nel solito settore dei Distinti. Lì giunto si volta e sale al contrario, appunto. Arrivato in cima, come se nulla fosse successo, si volta verso il campo, sospira e va a cercare il suo seggiolino. Dice che porta (buona) fortuna.Donatella allo stadio non occupa mai lo stesso seggiolino e pretende rigorosamente che alla sua destra ci sia un uomo ed alla sua sinistra una donna. Spesso le è accaduto di spostarsi a causa del non rispetto di tale coreografia, peraltro nota solo a lei. Spesso le è accaduto di alzarsi e rivolgere frasi indispettite ai suoi ignoti ed ignari fratelli e sorelle di tifo. Spesso le è accaduto di non riuscire a trovare la sistemazione a suo giudizio adeguata e alla fine della partita non aveva più unghie da rosicchiare, più per il nervoso causato dal non aver potuto rispettare la sua ritualità che per l'eventuale risultato infausto.Lorenzo allo stadio va con la barba di tre giorni. Il suo volto conosce il rasoio dal lunedì al giovedì e poi il nulla. Il venerdì si presenta in ufficio con la stessa ombra delle guance di Fred Flintstone e viene accolto da sonori yabba-dabba-doo piuttosto che da normali saluti. Il sabato la moglie approfitta di lui in qualità di strumento per levigare le superfici su cui ella s'adopera per dilettarsi con il decoupage. La domenica la faccia di Lorenzo è minacciosa (Lorenzo e barba sono due entità che, per motivi estetici, coesistono in malo modo). Tempo fa si distrasse e si rase il venerdì mattina. Prendemmo sei gol.Antonella allo stadio porta sempre con sé due palle magiche, tre castagne, una matita dell'Ikea, un sacchetto di lavanda seccata, un burro cacao risalente alla Prima Guerra Punica, un orologio rotto, la chiave della cantina della nonna. Senza di essi non si muove da casa. Sono facilmente immaginabili i momenti di panico con il cambio di stagione: quando Antonella passa dalla giacca vento al giubbotto di jeans o viceversa è crisi isterica garantita poiché nella traslazione qualcosa viene immancabilmente e momentaneamente smarrito.Giovanni allo stadio indossa sempre la stessa t-shirt qualunque sia la temperatura. A volte mi chiedo se non indossi sempre la stessa maglietta... le medaglie che essa presenta farebbero pensare di sì ma in alcuni casi è bene non approfondire. A forza di mordersi le labbra sanguina perennemente acquisendo così l'aspetto di un vampiro che abbia appena terminato di pasteggiare. Una sola volta ha assistito alla partita senza la sua t-shirt e non è successo nulla di eclatante. A parte il fatto che le persone intorno a lui stentavano a riconoscerlo essendo lui privo dell'usuale pletora di macchie.Io allo stadio vado sempre con la Stefi e basta per cui posso asserire di non essere preda di rituali scaramantici. D'altra parte se te li raccontassi perderebbero di efficacia. Non avendone non corro nessun rischio. In ogni caso non te li racconterei mai e poi mai. A proposito... chissà dov'è finita la collana portafortuna della Zia Ugo: lei diceva che portava un'immensa fortuna... ma io non credo a queste cose... ed anche se ci credessi... ma chissà dov'è finita quella collana...Lunedì 11 maggio 2009Caro Diario,ieri mattina la Stefi ed io abbiamo portato la Nonna Olga a Superga. Era la prima volta per lei: meglio tardi che mai.Dolce Nonna Olga... ha tirato fuori il fazzoletto (le nonne hanno sempre un fazzoletto nascosto da qualche parte) e si è asciugata le lacrime. Per il dolore della rievocazione, perché il tempo era passato così in fretta, perché sessant'anni sono una vita.E poi allo stadio, allo stadio... allo stadio ci ha messo grinta e voce. La sua schiena delicata e che sta insieme per miracolo... il Toro (perché ieri, sai, per qualche minuto il Torino è stato il Toro) ha tirato fuori la ragazza che c'è in lei nonostante i capelli bianchi e le rughe di bellezza.All'uscita dallo stadio si è presentata con orgoglio agli amici miei e della Stefi e mi sembrava di vedere accanto a lei un'aura luminosa che null'altro era se non il senso dell'esserci comunque e sempre.Ho passato una buona domenica, in ogni caso. Cioè... vabbe'... insomma... FORZA TORO, ne?