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mondo granata
Quella di domenica è stata una partita giocata con intelligenza senza rischiare nulla e, dopo la rete del vantaggio di Balestri, abbiamo controllato la gara con assoluta tranquillità. All'inizio la mitica Maratona si è superata facendo una coreografia meravigliosa e un tifo incessante come sempre. Domenica voglio vedere lo stadio esaurito in ogni ordine di posti e con qualcosa di granata addosso in modo per far tremare le gambe ai giocatori del Mantova. Mi piacerebbe che il Comune di Torino si organizzasse per mettere uno schermo gigante in città, tale da permettere a chi non ha la fortuna di andare a Mantova di vivere la partita come allo stadio. E’ bello soffrire e gioire con lo stesso pathos e tifo di quando si gioca in casa, così da condividere con gli altri le stesse emozioni, preoccupazioni, fare festa tutti insieme per un goal.
Da lunedì è iniziata una settimana forse decisiva per chi ha commesso questo scandalo del calcio, spero che nel giro di un mese si possano avere le prime sentenze sportive senza aspettare la fine del Mondiale, in modo da non farci condizionare dal risultato per avere condoni e finire tutto in tarallucci e vino, come al solito. Questa volta però ho fiducia nella giustizia, chi deve giudicare è fuori dalla mischia del calcio e non si farà di certo condizionare da persone che fino a ieri hanno fatto il bello e cattivo tempo in tutte le situazioni. Ho visto che la Procura di Torino vuole riprendersi l'incarico per riaprire l'inchiesta sul doping. E’ possibile addirittura sperare che la Cassazione si riunisca nuovamente per emettere il verdetto definitivo che, secondo me, potrebbe ribaltare l’ultima sentenza. Il dubbio è che anche in questo caso ci siano stati degli imbrogli, come dice il buon Gianni Minà, è impossibile che atleti di trent'anni non si ricordino i farmaci che prendevano regolarmente, senza mai rifiutarsi di farne uso. Ci aspetterà un'altra estate bollente, ma questa volta per l'altra squadra del Po, che per la prima volta nella sua storia rischia veramente di fare una brutta fine.
Carlo Gribaudo
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