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Scusa Ameri…

Scusa Ameri… - immagine 1
di Mauro Saglietti
Redazione Toro News

Sapeste, cari amici, quanta voglia avrei di parlarvi di attualità, della partita di domenica, delle cose che so e che non so, dello squallore di altre vicende sotterranee che provocano nausea e vomito, e di come vorrei che il nostro Toro facesse due mezzi miracoli.Il compito di questa rubrica però è anche quello di tentare di fermare il tempo, mentre le ore scorrono inesorabili verso quella che dovrebbe essere la resa dei conti.E permettere così, a chi ancora ha voglia di tifare Toro nel senso classico del termine, di avere un quarto d’ora di ristoro, interrompendo la partita che stiamo giocando in anticipo mille volte con la mente.Facciamo finta di essere per una volta tifosi gnu-gnu, quelli che altri credono ingenui e manipolabili, per il solo fatto di essere sognatori. Facciamo finta di non riuscire a capire e vedere le cose lampanti che abbiamo sotto il naso.Ma sì.Dai, facciamoci passare la nausea per dieci minuti.Anche se non sarà facile.Fiato alle trombe, Turchetti.

 

PIOVEVA.Pioveva quella domenica a Perugia, non aveva smesso un attimo.A volte capita che con la juve il cielo si scateni.Ma a Torino no.A Torino non poteva piovere.A Torino non ha piovuto, anzi è stata una bella giornata di sole.Pulici ha segnato dopo soli otto minuti, contro il Genoa.La televisione dipinge immagini in scala di grigi.Un tempo di una partita di serie A, che sta per andare in onda.Quella del tuo Toro.Poi… Poi senti quel nome.E non ci credi. Sullo schermo stanno andando le immagini, ma non riesci più a seguirle.Cos’ha detto Martellini?

Non ce la siamo sentita di mandare le ultime immagini…

Come? Cosa? Le ultime immagini?Come è possibile?

 

FLASH.Non si sa più neanche chi abbia scattato questa foto, quella di copertina.I diritti si sono persi negli anni e forse l’autore non credeva fosse così importante.Una foto a colori, fermati nel loro impercettibile sbiadire dalla salvezza digitale.Si potrebbe ritoccare, riportare alla lucentezza originaria, ma non sarebbe corretto.

FLASH, anche se il flash non c’è.Una foto a colori in un tempo nel quale quelle sportive erano ad appannaggio del Guerino.Una macchia rossa, tesa.Un numero 8 che quasi riempie l’obbiettivo.La palla calciata di destro non lascia intuire niente dello sviluppo precedente dell’azione.Sullo sfondo, un giocatore con la maglia rossa è a terra.Alla sua sinistra un giocatore con la maglia a strisce, appena fuori dal campo, guarda preoccupato.FLASH.

 

UN BOATO.Un boato magnetico.Proviene da una vecchia radiolina Philips, di quelle che captavano ancora soltanto in onde medie.E un regalo che ti è stato fatto qualche mese prima e ha già cantato imprese ed epiche gesta. Il boato ti fa vibrare la radiolina tra le mani.Sei seduto sulla sediolina verde, la solita, la gamba destra messa sulla sinistra.Non la senti più da un pezzo, probabilmente sei quasi in ischemia.Ma il tuo rituale di bambino prevede anche quello.E’ già capitato nelle settimane precedenti. Quando la radiolina ha cantato che il Toro aveva fatto gol, ti sei catapultato in tinello, per urlarlo alla mamma.Ma la gamba, priva di sensibilità, ha traballato paurosamente, prima che tutte quelle formiche ti immobilizzassero per qualche minuto.Ogni tanto fai il cambio con la gamba sinistra, giusto il tempo di risvegliare l’altra, per poi rimetterla daccapo.Ma adesso, con la gamba addormentata, sai che se capitasse sarebbe molto pericoloso.Ma che importa?La mamma è lì di fianco a te.E’ venuta a trovarti per chiedere come sta andando la partita.

UN BOATOE’ un’interruzione di transistor.Una voce profonda si mette a parlare, interrompendo il collegamento con il Comunale di Torino.Temi di sapere chi è.

 

HAI PIANTOHai pianto la prima volta che il Toro ha perso, qualche mese prima in quel di Perugia.Segui il Toro, non il calcio, dalla fine del 1975, c’è anche la data precisa di un Cagliari-Torino.Non seguivi ancora con sufficiente intensità quando il Toro ha perso a Bologna, alla prima di campionato.Quel giorno ti sei steso sul letto per ascoltare la partita, forse è stata quella la cosa sbagliata.Quando accendi, perché tu ascolti sempre e solo i secondi tempi, la partita Perugia-Torino è già sull’1-1. Sembra che Pulici abbia fatto un gol stratosferico, una legnata al volo che non avrebbe parato neanche il Papa. Però, dopo sette minuti, è capitato qualcosa.C’è stato un batti e ribatti insistito in area del Toro, un’uscita sbagliata di Castellini, un salvataggio sulla linea con il Giaguaro fuori porta a fare il matto, come sempre.Poi, poco dentro l’area, prende palla un piccoletto. E’ alto appena 1.65, il giocatore più basso del campionato, si dice.Ha lasciato partire una castagna che ha sbattuto contro il palo destro della nostra porta ed è finito in gol.1-1, dunque, marcatori Paolo Pulici e Renato Curi.Curi.Sentirai ancora parlare di lui.

HAI PIANTOFino a quel momento avevi pianto per molte cose.Per la fame, per le piccole arrabbiature.Per le numerose cadute e sbucciature.Per una figurina rubata.Per quella strana nostalgia che ti prendeva, benché piccolino, quando dovevi abbandonare un luogo amato.Ma non avevi mai pianto per qualcosa di diverso, che fosse legato alla palla che rotolava.Così non ti è sembrato vero di trovarti di fronte al Toro in svantaggio. Un passaggio filtrante di Agroppi, che tu sai aver giocato nel Toro, ma che adesso gioca negli umbri e Scarpa ha toccato in uscita, anticipando Castellini. 2-1.Manca ancora molto, ma il Toro non ce la fa.

HAI PIANTOE lo farai altre volte, ricordandotele tutte.Dalla sconfitta interna col Borussia, allo scudetto bianconero a Marassi contro la Sampdoria, alla follia della notte col Bastia.Fino a quando, dopo un Torino-Pisa casalingo, capirai di essere diventato troppo grande per le lacrime.Le lacrime che hai versato ieri per il Toro, non le verserai per me quando morirò! Ha tuonato tuo padre.E allora no, meglio trasformarle in rabbia e farle diventare ira o delusione, spesso repressa.Niente ti potrà far dimenticare la purezza delle lacrime della tua prima volta, e quell’accoppiata che brucia ancora così tanto, nei ricordi di quel 2-1 patito a Perugia.Scarpa e Curi.

UN BOATOTua mamma è di fronte a te.Anche lei sente questo suono metallico di transistors.No, non è il Toro.Stava parlando Ameri dal Comunale deve essere qualcun altro.Sono spezzoni di istanti, nei quali il pensiero fugge più veloce di qualsiasi suono.C’è un boato, ma può essere benissimo la juventus, con tutti i tifosi che ci saranno Perugia.Sono frazioni di emozioni.Probabilmente avrà segnato la juve.Sì, purtroppo sarà così.

 

SCUSA AMERI…Il boato non è durato più di un decimo di secondo.Si intromette la voce profonda di Ciotti, che temevi di sentire.

Scusa Ameri, intervengo da Perugia…

Basta un attimo.Tu e la mamma vi scambiate uno sguardo alzato verso il cielo.Ecco, inevitabile.Ha segnato la gobba, ovvio.Non poteva che essere così.Non è trascorso che un altro decimo di secondo.Ciotti dice il resto, finisce la frase, col boato di sottofondo.

Il Perugia è passato in vantaggio… rete di Curi su cross da destra di Novellino… niente da fare per Zoff…

Gli occhi si spalancano in segno di gioia.La bocca fa appena in tempo a socchiudersi, mentre stai per fare tutto e non farai niente.Senti la voce di Ciotti che va a terminare, mentre i brividi ti squassano.

Siamo adesso al…

Una voce si intromette. E’ quella di Ameri, con un altro Boato che si confonde al primo.

Scusa Ciotti, Scusa Ciotti…

Ma Ciotti va dritto per la sua strada…Perugia 1 - Juventus 0, a te la linea.

 La linea è raccolta all’istante da Ameri, quasi soffocato da un urlo che sa di marea inesorabile.

Scusa Ciotti… questo è l’urlo del Comunale di Torino, che ha appreso in questo momento la notizia che tu hai dato… Ecco l’urlo del Comunale di Torino, sventolio di bandiere del Torino… la linea a…

Non senti più niente. Stai già saltando con la radio in mano.Ha segnato Curi.Quel Curi che pochi mesi prima aveva contribuito a farti piangere.La Juventus perde, questo è fondamentale.E tu… E tu così piccolino stai per diventare Campione d’Italia.

 

FLASHChissà chi ha scattato questa foto.Se immaginava che sarebbe diventata una foto storica.I colori sembrano davvero sbiaditi di un nulla, ti accorgi che gli anni sono passati forse soltanto da Zoff e dalla sua divisa.E’ il sedici maggio 1976, ma noi siamo sempre stati da un’altra parte.Lo stadio è il Pian di Massiano d Perugia, si chiamerà così ancora per 17 mesi.Poi cambierà nome, in onore di un giocatore.Non è ancora terminato, la curva opposta è alta solo pochi scalini e sarà completata in seguito.

FLASHL’azione si sviluppa sulla destra, un passaggio verso un giocatore del Perugia in area.Il calciatore che vedi adesso per terra.Che, nonostante sia stato contrastato, è riuscito a mettere un campanile in area.Quel giocatore è Walter Novellino.

FLASHLa palla arriva da destra.E Curi, il numero 8, la calcia, violentissima, col destro, un gesto quasi impossibile.Sarebbe stato più naturale col sinistro.La impatta addirittura con l’esterno.Questo è il momento.

FLASH FLASH FLASH

Dovrebbe esserci un flash per ciascuno di noi.Dove eravamo in quel momento? Sospesi tra l’annuncio di un boato e la prossima esplosione di un altro.Qual’era il nostro volto? Persi in un dubbio disegnato su un labbro appena morsicato, o su un volto che cercava di intravedere la partita tra i raggi del sole.Dov’eri? Dov’eravamo tutti noi? Anche quelli per cui oggi hai perso la stima.Bambini ingenui erano coccolati dalla stessa bandiera fraterna.Ci siamo persi inesorabilmente, issando troppo spesso quella bandiera come croce di verità, dei quali riteniamo di detenere la copia unica.

FLASHCuri impatta la palla col destro.Zoff va a terra a sinistra.La sfera invece si infila, cannonata terrificante, alla sua sinistra, a centro porta.Scusa Ameri… Il Perugia è passato in vantaggio… rete di Curi su cross da destra di Novellino… niente da fare per Zoff…Di lì a poco ci penserà Pupi.In un altro mondo e in un altro flash.

PIOVEVAPioveva a Perugia quella domenica, il 30 ottobre 1977, 17 mesi dopo quel boato, 17 mesi dopo il nostro scudetto.E’ tardo pomeriggio, sei davanti al televisore del tinello, in 17 mesi ha cambiato posizione e ancora ti volti verso l’angolo dove era piazzato, immaginando le ombre dei gol di Pulici su quel muro.Quel giorno non sei riuscito a vedere 90° minuto, e temi che per vedere i gol del Toro, dovrai attendere la Domenica Sportiva, una dura lotta perché ti lascino rimanere alzato fino a tardi.Sta per comparire la sovraimpressione che annuncerà la partita serale della domenica.Tanto danno sempre i gobbi, sai già che ti toccherà vedere un tempo di Perugia-Juventus, partita di cartello. Almeno avessero perso. Invece è finita 0-0, sotto la pioggia battente.

PIOVEVAPioveva quel giorno a Perugia, allo Stadio Pian di Massiano.Sarà l’ultima volta che si chiamerà così.Il Perugia quell’anno è forte, sul proprio terreno si fa valere.C’era aspettativa per quella partita, ma tu sai che è finita 0-0, anche se non hai seguito la cronaca.Dunque stanno per trasmettere un tempo di quella gara.Invece la sovraimpressione dice che trasmetteranno Torino-Genoa.Sei felice e sorpreso, possibile che abbiano avuto un occhio di riguardo per noi?La voce intermittente ma riflessiva di Nando Martellini ti fa sentire a casa.Scandisce le formazioni.

 

Il Torino si schiera con Castellini, Danova, Salvadori, Patrizio Sala…Il risultato al termine del primo tempo è di 1-1… al gol di Pulici, ha risposto Damiani.

 

Ti siedi di fronte al piccolo schermo grigio.Sai che ti gusterai il rigore di Graziani e la rete di Pecci.Martellini però prosegue, lento e mesto.

 

Era in programma la radiocronaca di Perugia-juventus, ma… non ce la siamo sentita di mandare in onda le ultime immagini di Renato Curi...

 

Le ultime immagini di Renato Curi…Le ultime immagini…

 

Che cosa?Cosa…. Come è possibile…?Rimani inchiodato di fronte a quel monitor.

Ha piovuto quel giorno a Perugia.Improvvisamente tutto assume una valenza relativa, anche se c’è il Toro nello schermo.Vai indietro con la mente, incredulo, ad un lontano boato, ad una voce che chiedeva scusa dalla radio.Ad un piccolo grande uomo che in un flash infinito ha contribuito a cambiare la tua vita.Non ci sono più flash.Ora piove soltanto.

 

Renato Curi morì, stroncato da un infarto, durante l’incontro di calcio Perugia-juventus, il 30 ottobre 1977.Si giocava il 5 minuto della ripresa e Furino stava battendo una rimessa laterale.Curi si accasciò da solo e non riprese conoscenza.Le seguenti parole sono tratte dal referto del medico legale e sono tratte dal sito .

"Il cadavere che giace supino sul tavolo della sala settoria, indossa maglietta rossa con righe bianche e rosse al collo e ai polsi, recante sul retro il numero 8 di colore bianco e sul davanti, a sinistra, l'immagine del grifo, canottiera di cotone con maniche corte...".

 

Curi lasciò la moglie e una figlioletta.A lui venne dedicato lo stadio Pian di Massiano.Aveva 24 anni.Nessuno ha avuto il tempo di dirgli veramente “Grazie”.

 

Qui, amici, con questa storia, si chiude la nostra fuga dal presente.Il tempo riprende, le ore scorrono di nuovo verso il count down.Ora torniamo a noi.Solitamente sono pessimista e questa volta lo sono ancora di più.Non credo più che a un 30% di possibilità.Ma vorrei tanto, lo vorrei davvero, che il nostro Toro mi smentisse.Vorrei che scacciasse rabbiosamente quella maledetta ombra nera che incombe da mesi.Dai Toro, puoi farcela. Sapere che ci sarà qualcuno pronto a gioire in caso di sconfitta mi dà il voltastomaco.Forza Toro, vinci anche per quelli dei nostri che tiferanno contro, e fammi passare questa nausea.Sarà bello due volte.Dai, amico mio. Mauro Saglietti

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