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mondo granata
Ci scrive... il nostro Guido De Luca, apprezzato autore della rubrica del giovedì “Mi riTORni in mente”.
Ho riflettuto molto in questi giorni sugli strascichi che la retrocessione del Torino ha lasciato sull’umore di noi stessi tifosi. Ho notato serpeggiare un forte nervosismo tra i tifosi, l'ho notato nei commenti sui numerosi articoli della nostra testata; liberissimi tutti quanti di esprimerci come ci pare e piace. Ne è una prova l’ultimo articolo di questa rubrica in cui mi sono trovato, in preda alla frustrazione (lo ammetto), a raccontare quanto mi pesi vedere il nostro Torino confrontarsi con realtà minori e su palcoscenici diversi da quelli a cui eravamo abituati. Senza volerlo, ho ferito la sensibilità di alcuni sostenitori del Grosseto e di molti altri del Torino che abitano a Grosseto. Mi dispiace, non sono stato in grado di specificare quanto comunque io ritenga un calcio più sano e meritevole quello giocato da squadre che negli anni si sono guadagnate con tanti sacrifici traguardi un tempo inimmaginabili. Non trovo però giustificabili alcuni forti attacchi a chi voglia esprimere il proprio pensiero. Siamo tutti tifosi granata, ma non tutti la pensiamo allo stesso modo. Prendiamone atto e continuiamo a confrontarci, ma facciamo attenzione a non colpire con veemenza chi compie sacrifici per mantenere in vita una rubrica che ha l’intento di fare, tra le altre cose, un po’ d’informazione con un margine di errore umano, dal momento che non siamo professionisti. Chiunque di noi, collaboratori “esterni”, curi una rubrica su Toro News è mosso solo e semplicemente dalla passione e dal senso del dovere nel pubblicare puntuale il pezzo perché sa che c’è qualche lettore a cui piace leggere i nostri contenuti. Non possiamo essere apprezzati da chiunque, ma da molti per fortuna sì, e questa è la spinta motivazionale che ci fa andare avanti. Queste mie righe sono sicuramente autoreferenziali, non so come la pensino i miei colleghi, ma non portateci allo sfinimento... Quando leggo che scrivere di amarcord è autolesionismo allo stato puro ed è meglio pensare al futuro, ricordo che il nome della rubrica è abbastanza chiaro: “Mi riTORni in mente”. Si occupa di avvenimenti del passato, potete anche non soffermarvi e passare oltre. Quando leggo nei commenti di chi, invece, continua a leggere la rubrica, che spesso vengono menzionate partite in cui abbiamo perso o che spesso vengono sottolineati episodi di calciomercato grotteschi solo per denigrare quello o quell’altro presidente, ricordo che sono avvenimenti realmente accaduti. Certo, sono righe scritte con un velo d’interpretazione a volte critico e a volte ironico, ma sulla base di fatti concretamente avvenuti. E poi, l’obiettivo della rubrica è quello soprattutto di mantenere viva la storia del Toro, preferibilmente quella più recente. Non possiamo dimenticare il passato: solo dall’insegnamento della storia (di una squadra di calcio in questo caso, ma non di una qualsiasi) si costruisce un grande futuro. E non “scazzatevi”, se in occasione del prossimo match tra Torino ed Empoli non ricorderò il gol dell’esordiente Franco Lerda nel primo precedente tra le due squadre, ma preferirò raccontare della partita dell’anno successivo (dicembre 1987) in cui la nostra difesa si fece infilare da uno sconosciuto giocatore di nome Della Scala. Quanti di voi lettori se la ricordano questa beffa? Quanti di voi erano allo stadio? Quanti di voi, che continuate a sostenere che il tifoso del Toro debba essere più umile, era presente o era nato quando il Torino di quegli anni ci faceva fare ogni tanto dei freddi bagni di umiltà? Ed erano comunque ancora bei tempi a confronto degli ultimi 15 anni. Chi scrive è stanco e frustrato dalla situazione attuale, ma non vuole mollare l’osso. Se poi, si accorgerà che è arrivato il momento di lasciare lo spazio che occupa questa rubrica ad altri approfondimenti, perché non ha più appeal riportare alla memoria partite tra la Triestina e il Torino, tra il Crotone e il Torino, tra il Cittadella e il Torino (senza nulla togliere a queste valorose società), si farà da parte. Sicuramente, prima o poi, spunterà qualche altro nostalgico che cercherà di ricordare ai più giovani (e, ahimè, a quelli che…sanno tutto del passato e che non serve a nulla ricordarlo…), come sia stato deprimente perdere a Barletta nel 1990 o esaltante far tremare il Real Madrid e l’Ajax due anni più tardi.
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