di Silvia Lachello
mondo granata
Sei…
Buongiorno Toro... è stato un sabato intenso per SEI motivi precisi.Cucumerlo: non sto parlando della gragnuola di goalsss che ci è accaduto di segnare... tra l’altro: avete notato che se il Toro vince, noi tifosi parliamo usando il NOI (sic), mentre se fa un po’ pena, alcuni di noi si riferiscono al Toro dandogli del tu o dell’egli (ri-sic), mentre altri non ne parlano proprio? Boh, stranezze, vezzi, quisquilie, pinzillacchere.Dicevo: sabato intenso per SEI motivi precisi. Ve li elenco.Primo motivo: ero allo stadio con mia figlia. Un po’ preoccupata ed un po’ no. Preoccupata perché la precedente partita mi aveva dato da pensare, un po’ no perché quella bambina ha la naturale tendenza di trovarsi in mezzo a situazioni gioiose senza cercarle. È una catalizzatrice di serendipità, a modo suo. E a modo mio ho fatto una fatica bestia a trattenere le lacrime, uscendo dallo stadio, perché pensavo ad un futuro lontano in cui lei penserà a quella volta in cui era andata a vedere il Toro e il Toro aveva vinto esageratamente.Secondo motivo: insieme con noi c’era la Nonna Olga. Il giorno prima aveva compiuto ottantanove anni. Lei normalmente ha una fiamma che arde in fondo agli occhi, sabato ha fatto sentire Nerone un cerino bagnato. Intorno alla quarta o quinta rete si è voltata verso l’innocente settore degli ospiti ed ha ripetutamente fatto il gesto dell’ombrello: non ce l’aveva con i gentili tifosi del Gubbio, solo con il cielo che ogni tanto si riesce a prendere a pugni (cit. Gramellini). Se non l’avessimo portata alla partita, ci avrebbe bastonate.Terzo motivo: la Nonna Olga era accompagnata dalla Stefi. Poteva forse mancare? Col biiiiiiip. Durante il primo tempo è accaduto che la mia figliuola volesse spostarsi (lungimirante e preveggente: grazie a codesta volontà esaudita abbiam visto be-nis-si-mo la prima rete) ad una ventina di metri dalla posizione originaria. Una volta espletate le formalità degli abbracci e delle urla, mi sono voltata verso destra: sentivo che la Stefi mi stava ‘chiamando’ ed era proprio così. Abbiamo fatto quello strano gesto che vede un rapido susseguirsi di braccia piegate e stese, come fossero ali un po’ goffe, e ci siamo dette - ancora una volta - tutto.Quarto motivo: prima della partita ho rivisto un’Amica che non frequentava lo stadio da un po’ di tempo. L’ho rivista, l’ho riabbracciata, me la sono spupazzata, ho trattenuto le lacrime. Scusami, tesoro mio, se avevo la voce più da chioccia del solito, ma... sono felice di averti (ri)dato il benvenuto e di averti guardata di nuovo negli occhi e di aver raccolto una tua confidenza speciale. Grazie, piccina... grazie.Quinto motivo: la piacevole sensazione di essere dall’altra parte della barricata. E non aggiungo altro.Sesto motivo: non me lo ricordo. Anzi no: io sono del Toro. E mentre stilavo l’elenco di cui sopra, mi si è diluito un po’ di nervoso (o rincoglionimento) da ora legale ed ora viaggio su una nuvoletta Granata.A voi capita mai di essere felici senza se e senza ma? A me sì. Provateci anche voi: non è difficile e porta grandi vantaggi alle coronarie.E per oggi è fatta: forza Toro.
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