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mondo granata
Ci sono squadre con cui il Toro ha dei conti in sospeso, in senso sportivo naturalmente. A dir la verità non sono poche, ma una di queste è sicuramente il Lecce. Per capirne il motivo basti pensare alla prima e più dolorosa retrocessione dell'era moderna (non consideriamo, quindi, quella del 1959). Fu ad opera dei salentini, al termine di una partita da incubo per tutti noi che facevamo fatica a credere che il nostro Toro potesse scendere di categoria. Era già iniziata l’estate del 1989 e si giocava l’ultima partita di campionato. Chi vinceva rimaneva in serie A. L’accoglienza per giocatori e tifosi granata in terra pugliese non fu certo amichevole e vinse il Lecce 3-1. Il prosieguo dell’estate fu un tormento. Il destino vuole spesso accanirsi e capita che lo stesso film, con lo stesso epilogo, vada in scena qualche anno più tardi, nel campionato 1999/2000. L’ambientazione è sempre lo stadio di Via del Mare e fa sempre caldo, anche se questa domenica pomeriggio di fine campionato si gioca nei primi giorni di maggio e non a fine giugno. Vince ancora la squadra di casa; stavolta per 2-1; Toro in B (per la quarta volta nella sua storia) e Lecce salvo in A. La vendetta è un piatto che va servito freddo, però. E questo accade due anni dopo. Campionato 2001-2002: il Torino è ritornato subito nella massima divisione e giunge al termine del torneo salvandosi dignitosamente con qualche giornata d’anticipo. Lo stesso discorso non vale per il Lecce che si gioca gli ultimi punti salvezza proprio a Torino nella terz’ultima di campionato. Per i giallorossi, forse, non basterebbe nemmeno una vittoria per sperare: sono troppi i punti di svantaggio rispetto alle dirette concorrenti. E’ una partita poco importante per chiunque, ma non per i tifosi del Toro. Chi soffre troppo difficilmente perdona e il desiderio di sancire la definitiva retrocessione degli avversari è forte più di qualsiasi altra cosa. Non ci sono molti spettatori, ma la curva Maratona è piena come sempre. Il colpo d’occhio è da effetto. Si legge una grossa scritta SERIE B in tinte giallorosse. E’ la sapiente combinazione di un gioco di pettorine che sono obbligati a vestire tutti i tifosi che si assiepano in curva. Per l’intera gara incombe sui giocatori e i pochi tifosi leccesi questa ferma e imponente coreografia. La partita è mediocre; il Toro schiera molti giocatori che hanno avuto poco spazio in campionato, mentre il Lecce è una formazione allo sbando, nonostante qualche buona individualità. Segna anche per primo con il romeno Popescu, ma è solo un vantaggio illusorio. A ristabilire le sorti dell’incontro ci pensa l’uruguayano Franco Ramallo con un guizzo in area di rigore a un quarto d’ora dal termine. E’ una rete che corona un pomeriggio di dileggio architettato ad arte per i rivali pugliesi. Come ad inizio gara, così a fine partita si leva alto il coro impietoso Serie B, serie B, serie B che non edifica lo spirito, ma lo purifica per chi ha vissuto le due maledette trasferte in Salento.
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