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mondo granata
Coppa Italia, terzo turno, atto infinito. Si è perduto infatti il conto di quanti cambiamenti abbia subito questa manifestazione. Dai tempi dei gironi (estiva passione negli anni '80 ) fino al tabellone tennistico con le squadre di C, per giungere al tabellone “ridotto” alle sole squadre di A e B dello scorso campionato per poi tornare al vecchio tabellone tennistico di oggi. Fa un certo effetto però paragonare la nostra coppetta alla FA, dove ogni partita è un evento, e c'è l'orgoglio di parteciparvi per ognuno dei club che fanno parte della Federcalcio inglese, dai professionisti ai dilettanti. Altra cultura si dice: ovviamente è così, ma la cultura si può insegnare. Evidentemente non c'è interesse a togliere spazio al campionato, un torneo dove alla fine vincono sempre gli stessi. Detto così è triste il dipinto che si fa del calcio italiano. Eppure è l'amara verità. Intanto oggi il Toro gioca col Brescia. Molti di noi sperano che prenda sul serio questa manifestazione per poter aspirare all’unico trofeo, che valga questo nome, snobbato dalle “elette” del nostro campionato. Le possibilità ci sono, la squadra pure. Sta al campo dire se c'è anche la voglia. Il Brescia non è di certo uno squadrone, ma come ha giustamente detto Gianni De Biasi, queste compagini danno tutto per mettersi in mostra contro chi sta nella massima serie. Per i granata forse sarà turnover, anche se la squadra che scenderà in campo sarà di sicuro rispetto. Chi ha giocato poco può dimostrare quanto vale. Un giocatore se valido deve saper cogliere queste occasioni al volo. Le risposte che si avranno possono dare ulteriori valutazioni ed eventuali rassicurazioni anche sul proseguo della stagione, anche in ottica di mercato.L’eventuale turnover ovviamente non riguarderà Corini ( come regista ) e nemmeno Stellone ( come unica prima punta centrale ), in quanto sono gli unici veramente senza alternative in questa strana rosa granata: questo fa emergere un allarme ventilato a più riprese per tutta l’estate e sperare che qualcosa sul mercato si possa finalmente muovere è ormai divenuto un ultimatum che ha messo a dura prova le coronarie dei tifosi, soprattutto perché i ruoli che ricoprono entrambi i giocatori di cui sopra sono estremamente nevralgici, e il campionato, si sa, è lungo e tortuoso.Per il resto la coppetta italica speriamo che almeno per il Toro quest’anno sia una vera Coppa. E magari con l'aiuto divino chissà che un giorno si riesca a riempire uno stadio come avviene in Inghilterra anche per partite come Torino – Brescia di stasera.Il Toro, dunque, ma anche la società, sono entrambe chiamate alla prima vera prova di questa nuova stagione. La prova è l'ultima di questo precampionato, la prima tra le mura amiche e quindi da domani si potrà trarre delle prime conclusioni su come sta andando questa nuova squadra, che poi, come ho già detto la scorsa volta, tanto nuova non lo è affatto. Per ora i fatti ed il non gioco di queste amichevoli estive non hanno dato sostegno alle speranze o alle illusioni, ma nel calcio non si sa mai, e fra una settimana si inizia a fare sul serio. Ovviamente non si può prescindere nemmeno dal caso Di Michele: la società è chiamata a gestire quest’infelice situazione nel migliore dei modi, cercando di non far scoppiare un incendio laddove c’è un piccolo focolaio, che si sa, in Agosto è facile che avvenga. Però non credendo all'autocombustione, sono da chiarire gli aspetti che l'hanno provocato. Cairo e GDB devono attivarsi subito da pompieri, in modo da poter riportare l'episodio in un ambito circoscritto: che poi lo facciano senza parlare o che cerchino la chiarezza con l’interessato è relativo. L'importante è solamente il bene della squadra, per cui è l’unità del gruppo nel suo complesso che va salvaguardato.Insomma ora è tempo già di prime risposte: e visto che serve ed il tempo stringe, è opportuno tornare sul mercato, senza pensare di poter soddisfare i palati dei tifosi con l’ennesima “ciliegina” in extremis. San Giovanni è ormai un ricordo lontano e nelle ciliegie d’Agosto si possono solo trovare i vermicelli. Prima Fiore e poi Recoba, insegnano. In uscita bisogna cercare di evitare una rosa troppo ampia, specie nei ruoli dove i doppioni abbondano, per cui è bene riuscire piazzare altrove e al più presto i giocatori in surplus. Scelta purtroppo inevitabile. Insomma, non si può gestire per il solo campionato e la Coppa Italia una rosa così folta. Se poi, mi ripeto per l’ennesima volta, visto che occorre, è bene agire subito anche in entrata. Per ora la squadra non sembra affatto affidabile, soprattutto a centrocampo, reparto troppe volte bistrattato. E’ bene stare attenti perché se quel reparto non fa gioco e non crea opportunità in avanti, hai voglia di far segnare il tridente d’attacco, chiunque si faccia giocare. Anche il famigerato e decantato Bianchi o chi per esso, avrebbe difficoltà a metterla dentro stando perennemente con le spalle rivolte verso la porta. Basta vedere o chiedere a Stellone quanti palloni giocabili gli vengono forniti nell’arco di una partita. In ogni caso la parola d'ordine è proprio “ATTENZIONE”: sia sull’impegno odierno, sia sui casi che periodicamente possono scoppiare, nonché sulle necessità meramente tecniche e d’organico. Adesso o mai più. Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.
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