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Forse alcuni di voi già conosceranno Simone Stara. C'é chi lo conosce di persona e ne conosce dunque le doti umane, chi lo conosce attraverso queste pagine perché in passato é già accaduto pi volte che ve ne parlassimo invitandovi anche a dare il vostro aiuto (l'ultima, in occasione del Torneo Internazionale for Disable allo stadio Nebiolo, lo scorso Marzo). Ma per chi non lo conoscesse, allora diciamo che Simone é un cuore granata di 34 anni, costretto in sedia a rotelle dall'età di 18 causa un assurdo incidente, membro dei Tori Seduti.Ma lasciamo da parte la fede granata, ora: Simone é un lavoratore, che presta il suo servizio a Torino come coadiutore all'uffico assistenza protesica, presso l'Asl. Ci lavora da tempo, ma non sa se potrà farlo ancora. Perché il suo posto é in pericolo? No: é irraggiungibile.Spieghiamo meglio. Tale Asl ha deciso di trasferire la sua sede di via San Marino, vicina allo Stadio Olimpico e -com'é ovvio che sia quando si tratta di una struttura dedicata ai disabili- priva di barriere architettoniche, altrove; in via Monginevro. Questo, dal Gennaio 2010. Ma ora, ci sarà un nuovo spostamento “interno”: alcuni uffici passerano nel seminterrato, tra cui proprio quello dedicato all'assistenza protesica. Come si accede a tale seminterrato? Niente di più semplice: con una rampa. Una rampa ripida. Decisamente ripida: 20% di dislivello, non proprio una discesa per carrozzine, che in discesa rischierebbero di non fermarsi e in salita di non farcela.Ma c'è l'ascensore! Già: ma le sedie a rotelle non ci entrano. Come? All'interno dell'Asl? Quell'Asl che fa le “pulci” -giustamente- a chiunque non rispetti parametri simili, come quello appunto della macchina ascensore? Sì, proprio così.Dunque, i disabili non potranno raggiungere gli sportelli presso i quali dovrebbero recarsi. E tra questi, anche un disabile che in quell'ufficio ci lavora: Simone, appunto. Al quale é stato offerto il trasferimento in altro ufficio, dove le sue competenze risulterebbero perfettamente inutili, insomma una misura compensatoria che sa di “parcheggio” e che offende.Storie italiane, cui si fa fatica ad abituarsi; ora c'é chi sta lottando insieme a lui, nella speranza di ottenere quel che il semplice buonsenso potrebbe garantire.
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