mondo granata

Sogni (e incubi) di r’n’r

Redazione Toro News
di Marco Peroni

In anni di profondissima crisi discografica, non oso pensare come se la passa l’editoria musicale. Ma fa niente, ieri cercavo un po’ di informazioni su Elvis, e mi sono imbattuto in Mistery Train, un libro che racconta le origini del rock americano, le visioni che gli hanno fatto prendere il volo tormentando meravigliosamente il pensiero comune. Greil Marcus con questo lavoro ci ha lasciato uno dei saggi più importanti della critica rock, perché è pieno di informazioni ma anche di letteratura. Una pagina in particolare mi ha colpito ed è quella dove si racconta della brutta fine non solo artistica del Re. Marcus descrive molto bene il momento in cui l’ambizione prese il sopravvento sul bisogno di cantare, in cui i successi ottenuti oscurarono il futuro con il loro bagliore. Ma il collasso della musica di Elvis non fu dovuta a un semplice “imborghesimento”, quanto all’incapacità di mettere a fuoco il talento in una direzione precisa. “Le sue molteplici facce, unite all’impazienza, finirono per non proiettarlo in nessuno stile musicale e la sua musica perse ogni taglio drammatico”. In una parola, ecco cosa succede a perdersi. A perdere l’anima, le proprie radici, a non sapere chi sei e scimmiottare qualcosa o qualcuno. Sono pensieri che il nostro Toro ha suscitato mille volte in questi anni, scendendo in campo senza più un carattere preciso, senza una fame diversa dalle altre, provando a improvvisare senza copione quando tutta la sua forza era sempre stata nel testo.

Stamattina in macchina al telefono (azz… c’è mica un vigile fra voi?) mi sono sorpreso a dire che se mister Colantuono avesse levato una punta e messo dentro un centrocampista, forse a Frosinone avremmo messo via tre punti... Poi però ho pensato a quello che vi dicevo sopra, alle domeniche degli ultimi anni passate a rimpiangere le piste da fondo, mentre i giocatori avevano le pulsazioni al massimo a 70... Ho pensato ai nazionali che ultimamente hanno indossato il granata (Pancaro, Fiore, Recoba, Abbiati, Barone...). Somigliavano così tanto all'Elvis degli ultimi concerti, con i fiori attorno al collo e la voce sotto i tacchi.Quindi mi dichiaro contento così, adesso che il Toro ha abbassato le corna e non più soltanto le orecchie. Un abbraccio a tutti, Marco.