E' il 17 settembre del 1995, terza gara di campionato. Il Toro va in scena all'Euganeo di Padova. I granata sono reduci da una soddisfacente stagione sotto la guida di Nedo Sonetti. Il presidente Gian Marco Calleri ha rivoluzionato dalle fondamenta la società per evitare il fallimento dopo la gestione Borsano-Goveani. I tanti volti nuovi giunti in granata non sfigurano, anzi riescono a togliersi la soddisfazione di vincere entrambi i derby. Con il nuovo campionato si cercano le conferme di Pelè e Angloma, mentre Rizzitelli in attacco fa coppia con il turco Hakan Sukur che ha sostituito il partente Andrea Silenzi. Mister Nedo Sonetti, alla presentazione della squadra, a luglio, sul prato del Filadelfia, aveva promesso altri derby amari per i cugini, non potendo mai immaginare che da allora non ne avremmo più vinto uno. Il Toro non inizia sotto una buona stella. Esce subito a fine agosto dalla Coppa Italia perdendo a Fiorenzuola e alla prima di campionato perde a Firenze. Poi vince in casa con il Bari e affronta fiducioso la trasferta settembrina in veneto. A Padova, il Toro strappa un bel punticino andando addirittura in vantaggio con Bernardini. A ristabilire le sorti dell’incontro ci pensa un olandese di nome Michel Kreek. I più attenti potranno ricordare che la bionda chioma dell’olandese aveva già incrociato i nostri destini nella doppia finale di Coppa Uefa giocata contro l’Ajax. La partita non si schioda più dal pareggio, ma fa ben sperare per il prosieguo del campionato. Purtroppo, però, il torneo si concluderà con la terza retrocessione della storia del Torino Calcio ed è curioso notare che da allora è nata una nuova era (da incubo) che ha visto il Toro giocare più campionati di serie B che di serie A. Tale crisi di risultati ha avuto cronologicamente inizio nel campionato 1995-96, ma ha radici ben più profonde. Ovunque sia il male, (nella nostra stessa tifoseria? nella stampa cittadina? nella mancanza di imprenditori piemontesi che vogliano sfidare i poteri forti della città?) è bene estirparlo subito, prima che sia troppo tardi.
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