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Era l’autunno del 1999 quando Emiliano Mondonico si sentì pronunciare la frase: “Sorridi, sei su scherzi a parte” dagli autori della famosa trasmissione delle reti Mediaset. Facevo il giornalista sportivo per un quotidiano locale minore a quei tempi, in attesa di trovare un lavoro vero (non me ne vogliano i giornalisti sportivi professionisti), e come ogni mattina ero presente ai bordi del campo d’allenamento di Orbassano. Tra un’annotazione e l’altra sul taccuino, la routine dell’allenamento venne interrotta da un accenno di rissa tra alcuni giocatori del Torino durante la partitella. Emiliano Mondonico era a bordo campo a chiacchierare con Roberto Cravero che, appesi ormai gli scarpini al chiodo, faceva il team manager. Non si accorgono di nulla. L’accenno di rissa, a questo punto diventa una rissa vera e propria, con Gigi Lentini e Luca Bucci protagonisti e ottimi attori. Dai quattro gradini degli spalti dell’impianto sportivo, un tifoso, attore anch’egli, inizia ad inveire contro Mondonico, reo di non saper gestire un gruppo e di non essersi nemmeno accorto di quello che stesse accadendo in campo. Il finto tifoso entra pure in campo e tocca il buon Emiliano sulle corde più sensibili del suo carattere. C’è confusione, Mondonico si spazientisce e, dopo un vivace scambio di opinioni con il finto ultras, cerca di aggredirlo; naturalmente viene prontamente fermato dai giocatori e dalle guardie del corpo dell’attore che fino a quel momento si erano mimetizzate benissimo tra i pochi presenti sugli spalti.Vi ho raccontato questo aneddoto perché vorrei tanto che capitasse anche a noi tifosi del Toro che qualcuno ci fermasse ad un certo punto e ci dicesse: “Sorridete, è da 15 anni che siete su scherzi a parte”. Anche se, personalmente, mi troverei a rispondere: “Che cazzo c’è da sorridere!”. Qualcuno lo vuole capire che siamo stanchi di questa giostra che si burla di noi? Non siamo più in grado nemmeno di illuderci. Assistiamo alle partite solo per capire in quale forma ci prenderà in giro il destino, la squadra, l’allenatore e l’arbitro di turno. Stavo dimenticando il Presidente, scusatemi.Infatti, è da lunedì sera che mi chiedo quanto durerà Franco Lerda sulla nostra panchina. Batterà o no il record di Mario Beretta che, lo scorso gennaio, dopo sole 5 partite, al termine della sfida con il Cittadella, venne rimosso dal suo incarico? Anche Beretta avrebbe voluto sentirsi dire: “Sorridi, sei su scherzi a parte”. Invece, quello che visse nello scorso campionato fu tutto vero, tra giocatori accusati di scommesse clandestine, direttori sportivi che si dimettevano un’ora prima delle rivelazioni alle televisioni su cosa stesse accadendo a Torino; Ultras sul piede di guerra, società confusa e classifica della squadra che colava a picco. Ad onor del vero, lo stesso Beretta ci mise poco del suo per sovvertire una situazione troppo folle per essere controllata in cambio di mezzo milione di euro di stipendio. Sabato prossimo, il Torino sarà di nuovo a Cittadella. E se andasse in scena una nuova indecorosa partita con sconfitta annessa e connessa, più esonero dell’allenatore dopo sole due giornate? Franco Lerda si sentirà dire: “Sorridi, sei su scherzi a parte”? Mi sento di rispondergli: “Tranquillo, Gianni De Biasi non se lo sentì dire quando venne esonerato dal Presidente tre giorni prima che iniziasse il campionato di serie A, dopo aver condotto alla promozione il Torino nell’anno successivo al fallimento.” E aggiungerei: “Fa parte del progetto." Come ama ironizzare qualcuno. Solo che non abbiamo ancora capito che questo progetto (del destino?) è iniziato 15 anni fa, e il bello, si fa per dire, è che Cairo non c'era ancora.
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