mondo granata

Strani incontri…

Redazione Toro News
di Silvia Lachello  Sabato 24 marzo 2012, Torino-Gubbio 6-0Caro Diario,c’era questa bambina (sì, la piccola Giulia) che arrivata allo stadio si è messa a piangere: si era rotto il pupazzo che aveva portato con...

di Silvia Lachello

 

 

Sabato 24 marzo 2012, Torino-Gubbio 6-0Caro Diario,c’era questa bambina (sì, la piccola Giulia) che arrivata allo stadio si è messa a piangere: si era rotto il pupazzo che aveva portato con sé e, nel suo microcosmo, era una tragedia di proporzioni inenarrabili.Allora aveva voluto spostarsi, aveva voluto andare più in là, come se andare più in là cancellasse il dramma appena vissuto, ed il caso - che non esiste - aveva fatto sì che dalla confusione pochi metri più avanti, davanti alla porta degli avversari, scaturisse un goal.A quel punto la bambina si era dimenticata del pupazzo e, dopo aver debitamente festeggiato, aveva voluto far ritorno sul luogo delle lacrime.La bambina, per far passare l’interminabile intervallo, aveva deciso che scendere e salire per le scale ("Sono gialle come il sole, guarda!") era un gran bel gioco e quando il gioco era ripreso anche in campo, diventò difficile portare a termine una rampa perché qualcuno dei Ragazzi con la Maglia Granata buttava la palla in rete e la mamma (io) recuperava la bambina per festeggiare con balletti e abbracci e sorrisi e nomi gridati forte per tre volte.La bambina non ci credeva e ad ogni goal diceva: "Ancora?!?!?!?" con lo stupore di chi non conosce dinamica alcuna se non quella della gioia.È successo questo, in pratica.Sono andata allo stadio con mia figlia e il Toro ha vinto sei a zero.Domenica 25 marzo 2012, seraCaro Diario,ti dicevo dello stupore di chi non conosce dinamica alcuna se non quella della gioia.Ieri ho visto anche lo stupore di chi conosce tutte le dinamiche possibili ed immaginabili.La Nonna Olga, ottantanove anni e un giorno, era lì con noi e non smetteva... di stupirsi.Fondamentalmente lei è una persona che si stupisce in continuazione: avrà i suoi bei lustri sulle spalle, ma non le manca la curiosità per ciò che deve ancora accadere.Io me la ricordo così da sempre: curiosa ed aperta.Talmente curiosa ed aperta da voler iniziare a venire allo stadio da qualche anno a questa parte. Venire allo stadio sperando di vedere il Toro, spesso vedendo il Torello, talvolta il Torino, questa volta una TORnata di goal.Nonna Olga ne ha viste tante nella sua vita e continua a volerne vedereIo sono come Nonna Olga.A volte mi sento più antica di lei.A volte sono più antica di lei.A volte... a volte non lo so.A volte ho l’impressione di non sapere dove trovare le forze e poi vado a vedere una partita con una bimba ed una saggia (per tacer della Stefi) e... sì, va meglio.Tra l’altro oggi è successa una cosa bizzarra ed anche disgustosa.Ero di ritorno da una gita in quel di Genova quando m’è preso il bisogno impellente di un caffè.- Ci fermiamo al prossimo autogrill?- Va bene...Scendiamo dall’auto e, avvicinandoci al prefabbricato, mi avvedo dell’improvviso spegnersi dei colori nonché di un incomprensibile brusio cacofonico che sembra essersi impossessato della zona.Oh.Mia.Dea.Gobbi.Dappertutto.Si stanno dirigendo verso Torino (che è stata e resterà Granata) per la partita della sera.Indosso uno dei miei totem, la t-shirt con la faccia di Capitan Valentino, sono al sicuro.E decido di fendere la folla tappandomi il naso e mollando casuali calcetti ai malleoli circostanti, dissimulando le mie azioni e il mio disgusto con una calma olimpica che mi sorprende e sorprende i convenuti.Bevo il tanto desiato caffè e mi appropinquo verso l’uscita fischiettando quel motivetto che mi piace tanto, quello che si canta allo stadio... come fa? Aspetta, fa così: “O giuventino ciucciabiiiiiiiiiiipelli di tutta quanta la famiglia biiiiiiiiiiiiiiiiipelli...”Che esperienza.Lunedì 26 marzo 2012Caro Diario,i Ragazzi del Filadelfia. Bella gente, eh?Non tutti.È l’ennesima prova provata che aver respirato l’aria di quel luogo magico non rende immuni dall’essere meschini.Vero, Mandorlini?Ops, mi è scappata una rima.Be’, poteva andar peggio, via...Martedì 27 marzo 2012Caro Diario,leggo qua e là che i Rangers di Glasgow potrebbero scomparire.Io soffro sempre quando la storia finisce.Staremo a vedere.Non che abbia una particolare simpatia per i Rangers, anzi... da queste parti si tifa Hearts, ma... bon, la storia. La storia è importante.Ammetto che non sarei così empaticamente partecipe se si trattasse dell’Hello Kitty Football Club, ma non me ne pento né me ne dolgo.Poi ti devo raccontare di quella volta (ieri) in cui ho detto ad una tipa (mia figlia) che non l’avrei più portata allo stadio (ma io stavo scherzando!) e della reazione della tipa in questione (sempre mia figlia), ma non adesso, non adesso... anzi: adesso.Ti spiego: per fare uno scherzo alla figliuola, ho pensato bene di dirle la frase sopra riportata.Mi ha guardato un po’ stupita e poi è scoppiata a piangere disperata, come aveva fatto l’altro giorno allo stadio quando le si era rotto il pupazzo.Sono riuscita a consolarla, ma ho pensato a quanto certi scherzi siano a) cretini, b) inutili, c) poco spiritosi, d) dolorosi (per chi li riceve).Bon, ho imparato una lezione (spero).E allora poi ti devo raccontare di tutte le sfumature di Granata che mi sta capitando di cogliere in questo anno che - potenzialmente - è un bell’anno ed alcune di esse mi lasciano un po’ interdetta, ma non adesso, daver davero non adesso...