mondo granata

Strani incontri

Diego Piovano
Come sapete, sono un gironzolone e vagando e anche c*gando qua e là, mi è capitato di visitare posti strani, vivere situazioni strane, incontrare tipi strani. Qualche esempio?   Uno. Dentera di Superga. Sto andando alla Lapide,...

Come sapete, sono un gironzolone e vagando e anche c*gando qua e là, mi è capitato di visitare posti strani, vivere situazioni strane, incontrare tipi strani. Qualche esempio?

 

Uno. Dentera di Superga. Sto andando alla Lapide, per una piccola meditazione in uno dei nostri luoghi sacri e per un pensiero agli Invincibili. Salgo sul trenino... è pieno di ragazze! Una girl indossa orecchie luminose da coniglietta e un velo da sposa; porta a spasso un palloncino a forma di maiale e altri gadgets meno consueti, dalla forma inequivocabile. Forte. Una festa di addio al nubilato, nel/sul vagone. Gli addetti GTT si uniscono entusiasti ai festeggiamenti, per fortuna il macchinista non si lascia distrarre. Ma perché queste giovani donne vanno proprio a Superga?

 

Due. El Alto. Un inferno sull'altopiano boliviano. Una città sulla città. Quattromila metri di quota e un aeroporto internazionale. Miseria e violenza sopra La Paz. Sullo sfondo, la Cordillera delle Ande. La solita spedizione composta da Granata. Siamo in sei, tutti del Toro. Tutti tipi da Curva. Stiamo andando a scalare il "5000" più facile che ci sia, il Chacaltaya, dove si trova lo ski-lift più alto del mondo: molti dei pezzi che lo compongono arrivano da Sestriere (un assemblaggio di ferro vecchio, a dire il vero). Il ghiacciaio c'è ancora, è il 2002. Mentre stiamo per uscire dalla città, avviene uno strano episodio. Uno degli innumerevoli cani randagi urta involontariamente, con il fianco, un bambinetto che cade a terra, senza conseguenze. Un uomo tira un sasso verso il cane, senza conseguenze. Un altro uomo interviene in difesa del cane, i due si fronteggiano, senza troppe conseguenze. Anzi, no, intervengono altri uomini che si schierano chi a favore del lanciasassi, chi a favore del cagnetto e del suo protettore. Tanti uomini. Rissa generale. Che botte. Conseguenze? Qualche naso rotto, immagino… e qualche dente saltato (peccato, i denti già non abbondavano prima della zuffa). Ah! Il dentista sulla piazza lì vicino gestisce anche la latrina pubblica.

 

Tre. Una montagna nell'entroterra ligure. Quale? E chi se lo ricorda? Stiamo camminando su un sentiero innevato, tutto tace, siamo quasi in cima alla simpatica montagnuzza. Un rumore. Un rumore?! Il mio amico Chiquito Lindo (detto anche Iguana Jones) ed io ci guardiamo stupiti: qualcuno ci ha tagliato la strada, all'improvviso, sbucando fuori da un cespuglio semighiacciato e, adesso, ci precede di un metro scarso, camminando di buon passo, in salita, seguendo fedelmente il percorso. Un gitante in ottima salute, si vede. La faccenda va avanti per diversi minuti, finché (era ora) il nuovo arrivato decide di sospendere l'ascensione e di mettersi a guardare il panorama, spostandosi a lato dell'itinerario. Ma chi è, da dove è arrivato, cosa vuole fare? Boh? Mai saputo che alle pernici piacesse praticare l'escursionismo. Eppure questo tipo è sicuramente una pernice. Credevo volassero, poi, invece vanno a piedi. Scusate, a zampe. Quattro. Nepal. Quota 3700 metri, non molto, da queste parti. Stiamo risalendo una scarpata bella ripida e fra poco ammireremo uno dei più spettacolari panorami della Terra: la zona del monastero di Tengboche con i suoi colori meravigliosi, i monaci vestiti di arancione, le tende multicolori degli alpinisti, gli yak che pascolano, la vegetazione himalayana, il cielo blu, l'Everest sullo sfondo e, grandiosa, l'immensa piramide dell'Ama Dablam, secondo alcuni la montagna più bella del mondo. Non sono tra questi fan, però... che roba fantastica. Manca un po' di benzina, la risalita è dura, decidiamo di fare uno spuntino. Mentre mangiamo, si avvicina un gattino, bianchiccio, snello ma non troppo patito. Capire da dove sia arrivato è veramente difficile. Mangia con noi, tutto contento... e poi si dilegua: ma dove va? Una cosa è certa: per essere un leopardo delle nevi è davvero piccolo. Bene, possiamo proseguire per il Kala Pattar (5545 metri di quota) e festeggiare la vetta con la sciarpa del Toro. Non siamo tutti Granata. C'è anche un tifoso dell'Avellino e uno della Pro Patria. Ah! A Kathmandu troviamo un bollino del Toro appiccicato sulla struttura di una bancarella. Emozione. Fa caldo, l'ideale per sfoggiare la maglia da trasferta del Toro 1975/76. Cinque. San Pedro de Atacama. Cile. Il cuore del deserto più arido del mondo. Si dice che in certi punti di questa zona non piova dai tempi di Pizarro. Ma noooo, non il romanista! Polvere. Questo posto sembra uscito da un film di pistoleros. Il conducente dei bus di linea è vestito da Uomo Ragno. Guida così, è esilarante. Mi dicono che altre volte sia vestito da Uomo Preistorico mummificato oppure da Zorro. Si toglie la maschera per bere qualcosa: assomiglia a Zamorano. Ci sono cani dappertutto. Uno di essi è molto carino, lo chiamano Pitufo (Puffo). Un altro ha la testa di un grosso pastore tedesco e il corpo di un bassotto, sembra uno scherzo tassidermico. E poi c'è lui, un bassottino perfetto, con il suo caratteristico muso... ma ha le zampe lunghissime, quasi da levriero: Chiquito lo ribattezza "Altotto". Giusto, questo non è un vero bassotto.<

Dedico l'articolo a Garofalo: vederlo correre come un forsennato, con quei tamponi nel naso sanguinante e rotto... e poi tentare un recupero azzardato e farsi male anche al ginocchio... buttando il cuore oltre l'ostacolo… beh, insomma, mi è sembrato di vedere un Ultras Granata in campo. Attributi e passione. E' stato grande. Wooooffff!