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”Te ne vai o no?”

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di Renzo Sassi
Redazione Toro News

Questa rubrica nasce dall’esigenza di molti tifosi e lettori che, in modo più o meno velato, desiderano “spezzare una lancia” a favore di Cairo, il quale nonostante azioni, atteggiamenti e dichiarazioni talvolta discutibili e criticabili, non si è rivelato affatto il presidente peggiore della nostra gloriosa storia. Per questo ho ritenuto opportuno chiedere alla Redazione di dare voce e spazio anche a coloro che, senza facili polemiche e isterismi, volessero cercare di ritrovare unità con il nostro Presidente. I vostri commenti e le vostre mail saranno di primaria importanza e costituiranno l’unica base per la vita di questo spazio, qualunque sia la vostra opinione.

I commenti del prepartita erano pressochè unanimi nel giudicare postivi il mercato, l’atteggiamento di Cairo e le nuove scelte tattiche di Lerda. Gli attestati di stima durante la lettura delle formazioni rivolti a Ogbonna e Bianchi sembravano preludere ad una partita caratterizzata da passione, unità di intenti e, forse, una breve tregua con il Presidente. Mi sbagliavo ma non mi sono meravigliato. I cori antidirigenziali non si sono fatti attendere, cosi come i fischi rivolti a chi, per una ragione o per l’altra, ha ritenuto opportuno esprimere ulteriormente il proprio dissenso. Il coro ‘Te ne vai o no?’ , a mio parere, rappresenta l’unica esternazione che penso possa essere catalogabile come forma di contestazione civile. Gli inviti a recarsi nel posto da dove curiosamente provengono i pezzi a cui viene accostato non fanno invece parte di tale categoria, così come, in misura ancor maggiore, lo striscione ‘Cairo riposa in pace’,decisamente fuori luogo e addirittura di pessimo gusto. Lo spettacolo offerto è stato innegabiimente inferiore alle più scaramantiche previsioni, condito da uno spettrale silenzio iniziato al settantesimo minuto, interrotto  al novantesimo e definitivamente spezzato fuori dallo stadio, dove si sono susseguite veementi accuse causate più dal desiderio di trovare un colpevole che non da una diretta responsabilità. Continuo a chiedermi il motivo per cui Cairo dovesse errere coinvolto: non è sceso in campo, non ha rilasciato dichiarazioni e ha assistito a una partita imbarazzante. Non è compassione, per carità, però non sono riuscito a trovare una spiegazione plausibile per un atteggiamento tanto astioso e poco collaborativo. Manteniamo unità e concentriamoci sul sostegno alla squadra piuttosto che sul cercare forzatamente un caprio espiatorio. Abbiamo perso ma siamo quinti, i famosi ed ambiti play-off sono ben più che alla portata, a patto di voler fare quadrato, con Cairo e con Lerda, di cui non sono mai stato un accanito sostenitore, ma che con il tempo ancora a disposizione, se lasciato lavorare con le giuste ed equilibrate pressioni, avrà le capacità per dimostrare il valore e la bontà delle proprie scelte.Sono convinto che cambiare ora, cosi come nelle prossime settimane, non servirebbe a nulla. Storicamente i numerosi avvicendamenti sulla panchina, pur avendo talvolta permesso di ottenere l’obiettivo, non si sono mai rivelati lungimiranti e proiettati verso il futuro. Questi siamo e questi dobbiamo rimanere. Per poi eventualmente discutere di ulteriori progetti con più calma e magari a traguardo raggiunto.